Coldiretti: conseguenze dell'alluvione

“I laghi, i fiumi e i corsi d’acqua esondano e le risaie novaresi fanno da cassa di espansione naturale, salvando le città e i paesi della piana dall’incubo dell’alluvione”.

  
a-
+
Lo sottolinea il presidente e il direttore della Coldiretti interprovinciale, Federico Boieri e Gian Carlo Ramella, mentre si susseguono le notizie che aggiornano la difficile situazione che vive il territorio delle due province: com’è noto, i disagi maggiori sono per gli smottamenti nell’area del Verbano Cusio Ossola, dove pure sono esondati i laghi d’Orta e Maggiore.

Stimare i danni che interessano i territori delle due province è, allo stato attuale, impossibile, ma anche l’agricoltura rischia di pagar caro le conseguenze dell’ondata di maltempo che, a vista d’occhio, è peggiorato nel corso della giornata odierna.
“I campi coltivati, appunto perché governati dalla mano dell’agricoltore sono diventati le naturali casse di espansione per la massa d’acqua che si è riversata da fiumi, torrenti e canali. La coltivazione del mais, ancora totalmente presente nei territori di collina e parzialmente in pianura, sta subendo le conseguenze peggiori.

Anche diverse coltivazioni di riso sono ancora in campo, ed invase d’acqua. Ma proprio la consapevolezza del ruolo del risicoltore e l’utilità della risaia nell’ecosistema della pianura, ha indotto Coldiretti ad inviare tempestiva comunicazione agli agricoltori interessati al fine di aprire le bocchette delle risaie per ‘ospitare’ nelle camere l’acqua che, diversamente, avrebbe ulteriormente invaso piazze, strade, coltivi, cantine e abitazioni.

Ciò deve far riflettere in particolare le istituzioni sul ruolo ecosistemico e di ‘salvagente’ che la risaia ha sempre avuto nel corso della storia e che troppo spesso è oggi trascurato privilegiando la ‘cultura della cementificazione massiccia’ piuttosto che un sano progetto di sviluppo integrato che salvaguardi e tuteli in primis il mantenimento e il governo del suolo agricolo”.

Situazione difficile anche nel Verbano Cusio Ossola, ove vale il medesimo ragionamento espresso: “Concausa di molti fra gli smottamenti è l’abbandono del bosco. Purtroppo l’azione di presidio svolta quotidianamente dalle imprese che operano in area montana non è tenuta nella giusta considerazione e non è ‘aiutata’ nella sua potenzialità: apprendiamo proprio ora che i floricoltori della piana di Fondotoce stanno lavorando per salvaguardare il più possibile strutture e piante, in vista di una possibile sommersione della piana stessa”.

Mobilitati anche gli allevatori – dall’Ossola al Cusio, al Verbano, al Vergante fino alla zona dell’Ovest Ticino per difendere le loro stalle, molte delle quali allagate”

“Le difficoltà nei collegamenti, le strade interrotte, le frazioni isolate, e, per le imprese agricole, gli ennesimi raccolti perduti… purtroppo si tratta di una realtà già vista ripetersi nel tempo. L’agricoltura è troppo spesso vittima di scelte sbagliate, che negli anni hanno privilegiato la cementificazione rispetto a uno sviluppo equilibrato del territorio. Non si è tenuto sufficientemente conto dell’importanza di preservare il suolo rurale come bene comune e questo non ci aiuta a fronte di quanto sta succedendo ora…”

Nel ribadire il proprio pensiero, già e per più volte espresso in passato, Coldiretti Novara Vco sottolinea come “negli ultimi decenni la riduzione degli spazi agricoli abbia ormai privato il territorio di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che hanno caratteristiche ottimali per le produzioni tipiche e dedicate e rappresentano un serbatoio di ambiente salubre a disposizione della collettività”.
Leggi QUI il post completo