Parachini risponde a M5S sul canile

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Marco Parachini, in risposta a quello del Movimento Cinque Stelle, e riguardante le ultime vicende del canile.

  
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Non raccolgo e non comprendo la frecciata del Movimento 5 Stelle sul canile http://www.verbania5stelle.it/2014/11/canile-coerenza/ nei miei confronti.

Premesso che ciascuno svolge il ruolo di consigliere di minoranza sui temi, nei modi e con gli stili che più gli sono consoni, sul canile la mia e la nostra posizione sono sempre state chiare.

Non ho partecipato alla votazione dell’ordine del giorno il 29 settembre perché inutile e improprio. Non ritenevo possibile che il Consiglio comunale votasse per la revoca di un atto che la legge Bassanini delega al dirigente.

Se una cosa è chiara in questa vicenda è che il problema del canile è sorto in fase di trattativa privata, quando cioè toccava al dirigente (e solo a lui) risolvere i problemi e chiudere il contratto, in un senso o nell’altro.

La delibera di giunta della scorsa settimana e la rottura con l’Adigest portata a termine – parole del sindaco – sentita la giunta, è una grave intromissione, che io per primo ho stigmatizzato.

Prima che quelle della politica, valgono le regole dell’Amministrazione, e le competenze. La giunta ha il compito di amministrare, i dirigenti di applicare gli orientamenti secondo le leggi, il Consiglio comunale ha la facoltà di controllo, indirizzo e di approvazione degli atti più importanti (bilancio, patrimonio, urbanistica).

Solo rispettando questa “separazione” dei poteri si può pensare di gestire con correttezza la cosa pubblica. E se nel caso di specie, come ho sostenuto, la giunta ha invaso le competenze del dirigente, sarebbe stato grave anche se l’avesse fatto il Consiglio il 29 settembre con l’ordine del giorno dei 5 Stelle.

Mi pare una posizione più che coerente.

Sul canile ci accomunano, ed è stato così fin dall’inizio, le richieste di correttezza degli atti e di trasparenza. Che poi io non l’abbia espresso con quell’ordine del giorno o con il tentativo di partecipare alla riunione dei sindaci o in altri modi non significa che io sia incoerente, che abbia torto o che non condivida quei principi. Al rovescio questo ragionamento può valere per altre “battaglie” del Movimento 5 Stelle.

Questa posizione di chiarezza su ciò che si vota con un ordine del giorno è la stessa che ho assunto nell’ultima seduta sul gettone di presenza e che con l’occasione preciso meglio rispetto alle ricostruzioni giornalistiche.

Ho sostenuto che non si può votare un ordine del giorno che impegna il Consiglio Comunale a devolvere il gettone di presenza a uno scopo preciso, ancorché condiviso. Ciascuno ne fa quello che crede: lo può incassare, versare al partito o al movimento, destinarlo in beneficenza.

Io e - a quanto mi risulta - i consiglieri Cavallini e Bava ho rifiutato di percepirlo, lasciandolo al Comune. Non ho chiesto a nessuno di seguirmi e non biasimo chi lo incassa o l’utilizza per altri fini. Anche questa è coerenza.

Marco Parachini
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