Marcovicchio considerazioni sul canile

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Matteo Marcovicchio, con alcune considerazioni sulla vicenda del canile municipale.

  
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Come ex assessore all’Ambiente con delega specifica non sono mai voluto intervenire direttamente sul “caso” canile, ma i fatti degli ultimi giorni impongono alcune considerazioni.

La prima è sulla gestione della cosa pubblica nel rispetto dei ruoli. Da assessore e accanto a persone più esperte e competenti di me ho imparato che le giunte hanno un ruolo di indirizzo, politico; i dirigenti e gli uffici hanno il compito di applicare quegli indirizzi coerentemente con la loro autonomia e nel rispetto delle leggi.

Il canile negli ultimi anni era diventato un problema. Non un’urgenza perché, per fortuna, la struttura funzionava. C’era la necessità di definire la formula di gestione essendo il canile un servizio a rilevanza economica.

Verificata l’impossibilità di gestirlo tramite una municipalizzata (ConSerVco o Vco Servizi) perché la legge l’ha impedito – ma prima lo consentiva – abbiamo scelto il bando pubblico.

Da qui in poi è stato tutto in mano agli uffici, come per legge. Il dirigente ha redatto il capitolato, preparato il bando e svolto la gara, che è andata deserta. Quando l’Amministrazione in carica, io compreso, è cessata era rimasto quell’indirizzo.

Ciò che è accaduto dopo, soprattutto da luglio a oggi, è un’altra cosa. La giunta attuale, che avrebbe dovuto essere estranea a una gara d’appalto, a maggior ragione a trattativa diretta, è intervenuta pesantemente con attacchi agli ex gestori, agli ipotetici proprietari dei cani che sarebbero abusivi (a me non è mai risultato), con difese d’ufficio del dirigente che teoricamente non ne aveva bisogno e con la delibera dell’11 novembre.

Quella delibera che avrebbe dovuto fornire gli indirizzi sulla gestione del canile in realtà appare più come una decisione che avalla gli atti del dirigente – legittimato a proseguire in autonomia – e colma le lacune del bando. La clamorosa retromarcia di giovedì scorso che rompe i rapporti con Adigest e dà un colpo di spugna all’agonia burocratico-mediatica di questi mesi.

Questi fatti mi hanno spinto a scrivere. Concludo con la convinzione che come assessore sul canile ho – e abbiamo – sempre operato rispettando le regole, nell’interesse del canile e dei cani, non prevaricando enti e associazioni, senza interferenze.
In cinque mesi la necessità di trovare una gestione adatta al canile s’è trasformata nell’urgenza della giunta Marchionini di mettere toppe e sistemare pasticci che, alla fine, non sono stati sistemati, con il risultato che si dovrà partire da zero, con un pregresso di potenziali pendenze legali (le denunce degli Amici degli animali e l’eventuale causa risarcitoria di Adigest) e in un clima avvelenato dalla stessa giunta.

Matteo Marcovicchio - NCD
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