NCD: "Sanità : divisi si perde"

Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere provinciale Matteo Marcovicchio, in seguito al consiglio comunale di Domodossola, avvenuto ieri sera, sulla questione sanità.

  
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Dopo aver letto l'ordine del giorno approvato ieri sera dal Consiglio Comunale di Domodossola mi sembra ancora più opportuno ribadire che sulla sanità il Vco deve assolutamente restare unito. A seguire alcune riflessioni .

Comprendo le ragioni, non condivido il metodo. La scelta del Consiglio Comunale di Domodossola di rifugiarsi sull’Aventino e di rifiutare ogni decisione diversa dal mantenimento del Dea, del Punto nascite e di Emodinamica del San Biagio, è una posizione legittima ma, secondo me, poco produttiva.

Hanno ragione i domesi a dire no alla riforma sanitaria varata in fretta e furia dalla Regione perché è una proposta indecente.

Hanno ragione i domesi a rivendicare i servizi sanitari di base, specialmente quelli di emergenza/urgenza perché è un diritto inalienabile dei cittadini.

Hanno ragione i domesi a fare leva sulla specificità montana del territorio, che è evidente.

Non hanno però ragione quando ritengono che solo l’Ossola e non, per esempio, le valli del Verbano e del Cusio, siano zone disagiate.

Se partiamo da questi concetti condivisi allora tutta la nostra provincia – perché il sistema sanitario è impostato sul Vco e su un pezzo di Cusio novarese – avrà la forza di dire no a Torino e di rivendicare i propri diritti.

Quali siano i metodi migliori per rivendicare la specificità dobbiamo deciderlo. E devono deciderlo innanzitutto quei politici eletti per farlo, siano essi parlamentari o consiglieri regionali.

Possiamo chiedere le dimissioni di Saitta, far finta che Reschigna non esista e illuderci che Chiamparino – la mente pensante, altro che garante! – prenda a cuore la causa del Vco. Possiamo votare il documento Cattrini-Monti o sostenere quello Marchionini-Albertella, ma così, in quale direzione andiamo?

Confesso che sono scettico sulle iniziative dei domesi ma sono anche scettico su quelle dei sindaci del Verbano.

Sulla sanità, a mio avviso, c’è solo una strada: rivendicare la specificità montana con un’iniziativa concreta che può essere una legge regionale ma anche altro; e chiedere il mantenimento dei servizi esistenti, emergenza/urgenza in primis.

Questo è quello che chiedono i cittadini, stufi anche dei documenti dei sindaci e dei tavoli tecnici pseudoscientifici.

Il Vco ha bisogno di un sistema sanitario non inferiore a quello attuale, altrimenti la gente rischia di morire.

Tutti insieme dobbiamo andare a Torino a dire no fino a quando non torneranno indietro e lo risconosceranno.

Matteo Marcovicchio
Consigliere Provinciale - NCD
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