"Se non parla di Dea Chiamparino se ne stia a casa"

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Consigliere Provinciale, Matteo Marcovicchio, riguardante l'incontro di venerdì prossimo a Villadossola sulla sanità.

  
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Se queste sono le premesse, il governatore Chiamparino ci faccia e si faccia un piacere: stia a casa e risparmi un pieno di benzina. La notizia che l’incontro di venerdì prossimo alla Fabbrica di Villadossola sarà a porte chiuse e riguarderà la medicina territoriale e non il futuro del Dea, è una presa in giro che non si può accettare.

Da mesi aspettiamo un confronto. Da mesi assistiamo al “giro delle sette chiese” dell’assessore Saitta, che in ogni parte del Piemonte discute e tratta sui tagli alla sanità. Qui no. Nel Vco tutto tace e quelle poche dichiarazioni ufficiali – vedi il vicepresidente Reschigna – sono solo la conferma che un Dea chiuderà entro dicembre. Quale? Non si può sapere. E a questo punto non si può nemmeno chiedere. Non è serio l’atteggiamento di quell’amministratore eletto che si reca sul territorio e evita di parlare della più importante delle decisioni che ha preso. E oltre a non essere serio non ha precedenti nella storia del Vco, che negli anni ha sempre lottato e battagliato sulla sanità e sugli ospedali.

A noi la medicina territoriale interessa ma non è la priorità di oggi . Prima vogliamo sapere che cosa sarà dell’emergenza-urgenza, dove si dislocheranno i reparti, che fine faranno i pazienti. Capiamo che sono domande scomode e che ogni risposta fa perdere credibilità e consenso. Ma non è facendo finta di nulla che si risolve il problema, anche perché fine anno si avvicina in fretta e un responso ci dovrà essere.

Ci piacerebbe che quei sindaci e amministratori che fino a un anno fa protestavano in piazza e che oggi sono tutti allineati al manovratore, almeno avessero il buon senso di dire “no” a questo metodo e ponessero a Chiamparino un aut-aut: o venga a parlare seriamente di sanità e di Dea, o stia a casa.

Non è infine possibile pensare di silenziare il dibattito, di tagliare fuori associazioni e comitati costituiti proprio a tutela della sanità e impedire ai semplici cittadini almeno di ascoltare le ragioni – che non siano il solito: non ci sono soldi – che hanno portato Chiamparino, Reschigna e Saitta a prendere queste decisioni sulla nostra sanità.

Matteo Marcovicchio – consigliere provinciale
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