Week End Rosa: Lo sport come medicina

In occasione di Weekend Rosa di venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 maggio, sul lungolago di Pallanza, allestito ed organizzato dalla Associazione Verbania Gioca e dal comitato tappa verbanese, anche Auxologico aderisce con un suo spazio informativo sui corretti stili di vita e su come praticare sport senza rischi.

  
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Confermando la propria attenzione al territorio in cui svolge la propria attività medica, sia di prevenzione che di cura, anche Auxologico ha deciso di aderire a Weekend Rosa con uno proprio spazio presso cui sarà possibile ottenere informazioni generali sull’attività dell’Istituto clinico e di ricerca medica presente a Verbania e a Piancavallo con l’Ospedale San Giuseppe.

Proprio in quanto ente di ricerca l’Auxologico indica l’attività fisica e sportiva come mezzi non solo per mantenere e riacquistare la salute, ma come vera e propria “cura” tanto nel sovrappeso che nell’obesità, che nelle malattie metaboliche in generale, come nel caso del diabete.

Non ha caso, l’Auxologico di Piancavallo è da sempre dotato di palestre condotte e seguite da fisioterapisti e addestratori laureati in scienze motorie, laboratori per l’analisi del movimento e per l’individuazione dell’attività fisica personalizzata. E, parlando in occasione dell’arrivo della 18^ tappa del Giro d’Italia a Verbania, giovedì 28 maggio, possiamo ricordare che proprio Auxologico condusse qualche anno fa una ricerca, pubblicata da una rivista medica internazione, su un gruppo di giovani ciclisti che pedalarono da Piancavallo a Verbania in cui si dimostrò che l’attività sportiva incrementa l’ormone della crescita. In sostanza: lo sport fa bene e fa crescere. Purché si abbia l’accortezza di dedicarsi ad una attività sportiva con attenzione e, soprattutto, avvalendosi anche di una consulenza medica.

Abbiamo perciò rivolto alcune domande a tre specialisti dell’Auxologico da sempre attenti anche agli aspetti di buona pratica fisica e sportiva.

Alessandro Sartorio - Primario Divisione di Auxologia e Malattie Metaboliche, responsabile Centro per i Disordini della crescita, Istituto Auxologico Italiano, Piancavallo (VB) - Presidente Crescere Sani Onlus

Un bambino/ragazzo sovrappeso/obeso può praticare sport? Nell’avviare un bambino/ragazzo obeso alla pratica di una qualsiasi attività motoria è indispensabile tenere in debito conto le caratteristiche cliniche del singolo soggetto e le sue limitazioni fisiche e psicologiche per alcuni sport (corsa, calcio e basket). Soprattutto nei primi periodi di attività, l’obesità rappresenta un fattore limitante per la corretta e completa esecuzione del movimento, per cui può derivare un danno psicologico e una sollecitazione eccessivamente gravosa per le articolazioni soprattutto degli arti inferiori. Con l’allenamento graduale viene migliorata l’efficienza fisica generale del bambino/ragazzo obeso e progressivamente scompaiono i limiti fisici della prestazione. Il peso diminuisce, aumentano la forza, la resistenza e migliora l’abilità motoria. Tutto ciò porta all’abbattimento dei limiti psicologici, spesso freno nei soggetti obesi a fare attività fisica o uno sport, con una crescita dell’autostima e della fiducia in sé stessi.

In che modo? Le attività fisiche da privilegiare sono quelle aerobiche che coinvolgono grosse masse muscolari, come la camminata, il ciclismo e il nuoto, perché consentono di modificare la composizione corporea, cioè ridurre la massa grassa e mantenere la massa magra. Quando si fa attività fisica bisogna considerare 3 parametri: la frequenza dell’attività (almeno 3 giorni alla settimana, iniziando in modo progressivo per evitare di sovraccaricare l’organismo), l’intensità dell’attività (controllata attraverso la frequenza cardiaca) e la durata dell’attività (da un minimo di 20 minuti consecutivi a salire). In linea generale, si consiglia un dispendio energetico di almeno 300 kcal al giorno, che si ottiene con circa 30 minuti di corsa a velocità media, di bicicletta a velocità relativamente elevata, di nuoto, oppure 60 minuti di marcia. E’ fondamentale sottolineare che per il calo ponderale non è utile un lavoro breve ad alta intensità, in quanto stanca velocemente e non permette di consumare grassi. Per migliorare qualitativamente e quantitativamente il processo di dimagrimento, il lavoro aerobico può essere associato con un’attività anaerobica di potenziamento muscolare, soprattutto dei grossi gruppi muscolari. Aumentando la massa muscolare si ottiene un importante aumento del metabolismo basale, quindi aumenta la capacità di bruciare le riserve energetiche dell’organismo (in special modo i grassi). Altro aspetto positivo del potenziamento muscolare è la maggiore stabilizzazione delle articolazioni, in particolare degli arti inferiori che sono più stressati dal carico corporeo.

Che vantaggi ne ricava? L’esercizio fisico praticato con continuità, oltre alla perdita di peso, apporta nel tempo degli adattamenti fisiologici molto importanti nel bambino obeso. Tutti i tessuti, organi e sistemi si adattano a stimoli esterni, ma con tempi diversi gli uni dagli altri. Gli adattamenti più immediati sono quelli a carico dell’apparato locomotore, con aumento del tono e della massa muscolare e dei tendini. A livello osseo migliora il metabolismo del calcio, il che porta ad un aumento della densità ossea e della capacità di resistenza delle ossa alle sollecitazioni (riduce il rischio di fratture). Adattamenti a lungo termine, ma di fondamentale importanza, si verificano a carico dell’apparato circolatorio e respiratorio.

A quali controlli si deve sottoporre? Oltre alla valutazione da parte del pediatra, è necessario un controllo da parte di un medico dello sport che valuterà, caso per caso, gli eventuali approfondimenti necessari per il rilascio dell’idoneità. La presenza di malattie concomitanti all’eccesso ponderale/obesità può condizionare la scelta dell’attività fisica/sportiva per il bambino/ragazzo obeso e richiedere controlli periodici per il monitoraggio delle condizioni cliniche.

Virginia Bicchiega - Medico Ricercatore Nutrizionista

Referente del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica

Istituto Auxologico Italiano IRCCS - Piancavallo (VB) e Milano

Docente Incaricato di Scienze e Tecniche Dietetiche in Nutrizione Umana I, Scuola di Specializzazione in Scienza dell’ Alimentazione dell’ Università degli Studi di Torino

Qual è l'alimentazione adeguata, nelle varie età, per chi pratica sport? Quale aiuto può dare il nutrizionista? Premesso che una alimentazione equilibrata e nutrizionalmente corretta deve essere seguita quotidianamente durante tutto l’ anno, con modalità differenti secondo le varie classi di età e in base all’ attività sportiva praticata, se intensa o amatoriale. In generale, non dovranno mancare in giusto rapporto i macro (proteine, carboidrati, grassi) e micronutrienti (minerali, vitamine) e fibre, utili al mantenimento di un buon stato nutrizionale, di salute e di buona idratazione (non dimentichiamo che l’ uomo è in gran parte costituito da acqua!). Possiamo consigliare quali cibi sarà meglio non consumare prima di una competizione o allenamento o meglio anticipare ad almeno 3-4 ore prima della gara carni e alimenti ad alto contenuto di grassi in quanto la loro digestione avviene in genere lentamente. Anche un eccessivo utilizzo di spezie potrebbe non essere indicato e fastidioso per l’ attività che seguirà. Un pasto pre-allenamento potrebbe essere principalmente costituito da carboidrati (pasta con condimenti semplici, per esempio olio extravergine di oliva e parmigiano, pomodoro) consumato almeno 2 ½ ore prima dell’ attività, modiche porzioni di frutta, verdure e pesce cotto al vapore o grigliato. Evitare bevande alcoliche. Prestare molta attenzione al reintegro di liquidi e sali minerali in particolare dopo la prestazione, soprattutto nelle fasce d’ età più giovanili e mature.

Paolo Capodaglio Direttore UO Riabilitazione Osteoarticolare, Servizio di Fisioterapia e Laboratorio di Ricerca in Biomeccanica e Riabilitazione

Quali sono gli incidenti/traumi a cui va più incontro chi pratica sport? Quale aiuto può dare il fisiatra a chi fa sport? Nella pratica di sport "ad elevato impatto" vi è un rischio intrinseco di incorrere in traumi / lesioni del sistema muscolo-scheletrico, in particolare all'articolazione del ginocchio, la cui frequenza può divenire significativa se il grado di allenamento non è adeguato o se il carico di lavoro è sovra-dosato in termini di intensità, frequenza e durata. Lo stesso vale anche per sport a minor impatto, tra cui il ciclismo, che riducono però, rispetto ai primi, il rischio di trauma legato a sovraccarico ripetitivo, movimenti bruschi e imprevisti che eccedono i limiti di carico articolare o di tensione muscolo-tendinea sicuri. Anche posture prolungate, quali la flessione di tronco con iperestensione del tratto cervicale nel ciclismo, possono causare lombalgia o cervicoalgie. Il fisiatra, in quanto medico specialista del movimento e della funzione del corpo, può fornire allo sportivo risposte preventive, nella correzione ergonomica delle posture implicate nel gesto sportivo, e riabilitative, nel recupero funzionale di distretti corporei lesi, ed integrare il medico dello sport nella pianificazione di un'attività sportiva non sovraccaricante.>7em> Leggi QUI il post completo