PsicoNews: Disoccupazione

“Il mercato occupazionale è cambiato”, “il lavoro stabile non esiste più”, “la nostra società è in continua evoluzione e trasformazione”, quante volte ho sentito dire (e ho detto io stessa) queste frasi, ormai talmente routinarie da sembrare la classica conversazione da ascensore.

  
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Tempo fa mi ritrovai a occuparmi di un progetto di Politiche Attive Del Lavoro, in sostanza dovevo inserire disoccupati, anche di una “certa” età, in aziende (o almeno aiutarli nello scrivere il proprio Curriculum Vitae/CV) e attivare in loro la spontanea ricerca di lavoro.

La parte più frustrante di questo impiego si rivelò essere quella in cui chiedevo alle aziende di inserire i miei candidati, poiché nonostante agevolazioni fiscali, molte aziende non potevano, oppure non avevano disponibilità. In quei momenti, pensavo ai “miei disoccupati” e a tutta la loro buona volontà e mi domandavo quale fosse il modo più corretto per aiutarli.

Il fantasma della disoccupazione è presente in chiunque ormai, e la sua concretizzazione porta alla sensazione di perdita di controllo situazionale e di se stessi, cosa quindi può essere utile fare?

Piani di azione. Ciò che si deve contrastare per prima cosa in una situazione critica di questo genere è la sensazione di perdita di controllo sulla situazione che si sta vivendo. Una volta preso atto che il lavoro non c’è più, è necessario stabilire azioni prioritarie da svolgere, la tempistica prevista e portare avanti un piano di azioni ben costruito e diramato, articolato in svariate possibilità.

Di seguito alcuni esempi di azioni comuni, ma ne esistono molte altre.
• Comprendere cosa sono capace di fare bene, cosa mi piace, quali sono i miei limiti e i miei punti di forza;
• Stendere un Curriculum Vitae adeguato e ben fatto (magari anche più CV in base alla mansione cui voglio dare risalto), se non sono in grado, posso rivolgermi a conoscenti o uffici competenti, per chiedere aiuto;
• Creare una lettera di accompagnamento e di motivazione, da allegare al CV, per spiegare chi sono e cosa posso offrire;
• Tenersi aggiornato sulle offerte di lavoro, anche quotidianamente;
• Il passaparola è la pubblicità migliore che ci possa essere, far sapere ad amici e conoscenti fidati che sto cercando lavoro, chiedendo di informarmi se sentono qualcosa;
• Portare il CV a mano in aziende di mio interesse;
• Tenere conto anche dei differenti periodi dell’anno (stagioni turistiche e altro);
• Considerare la possibilità di svolgere mansioni o soluzioni temporanee.

Non sempre quello che farò porterà immediatamente a un nuovo lavoro. A volte però mi eviterà di inabissarmi in una spirale di malessere, che dilata ulteriormente il tempo che intercorre tra la perdita di un lavoro e quello successivo.

Altro elemento da contrastare è il ritiro sociale che la perdita di lavoro comporta. Al lavoro, indipendentemente dalla mansione che svolgiamo, siamo in interazione con altre persone; quando accade un evento per cui il lavoro viene meno, siamo portati a ritirarci dalla socialità e le relazioni interpersonali, che con la perdita di lavoro diminuiscono a causa della minor possibilità di agirle, diminuiscono ancor di più. Se iniziamo a sottrarci alle persone, chi ci potrà aiutare a trovare un nuovo lavoro?

Non dobbiamo avere paura di far sapere che in questo momento noi un lavoro non lo abbiamo, ma lo desideriamo, anche in questa ricerca, però è necessario rimandare agli altri la nostra dignità.

Alcune persone molto vicine a me, e io stessa, sono o sono state per lunghi periodi senza lavoro, e voi conoscete qualcuno o avete avuto voi stessi un’esperienza di questo genere? Che cosa consigliate a chi è in difficoltà? Leggi QUI il post completo