Goletta dei Laghi: lago Maggiore ancora problemi

"I monitoraggi del Cigno Azzurro fanno emergere ancora una volta una situazione negativa. Poco o nulla è cambiato rispetto allo scorso anno: i livelli di enterococchi intestinali ed escherichia coli sono ancora molto alti in più del 50% dei punti indagati dai tecnici di Legambiente".

  
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Il tour piemontese della Goletta dei Laghi 2015, campagna nazionale di Legambiente a tutela dei bacini lacustri italiani – in collaborazione con il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Esausti) e Novamont – si è concluso oggi pomeriggio presso la sede di Meina della Lega Navale Italiana, dove l’equipaggio del Cigno Azzurro ha reso pubblici i dati dei monitoraggi scientifici sul lago Maggiore, sponda divisa tra le province di Verbania-Cusio-Ossola e Novara.

Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta Fabio Dovana, la presidente del Circolo Legambiente “Il Centro del Sole” del VCO e del Vergante Amelia Alberti, il responsabile nazionale di Goletta Simone Nuglio, il coordinatore scientifico di Legambiente Andrea Minutolo e il Direttore del Dipartimento Arpa di Verbania-Cusio-Ossola dottor Guido Barberi.

Quello che è emerso è sostanzialmente quanto già pubblicizzato e denunciato un anno fa: oltre la metà dei punti indagati risultano fortemente inquinati, in base ai parametri microbiologici imposti dalla normativa vigente in Italia.

Nel VCO ci sono 2 punti su 4 che non superano l’esame, stessa sorte per ben 4 punti su 6 nel novarese. Nello specifico nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola ricevono un giudizio di “fortemente inquinati” i punti della foce del fiume Toce a Verbania e lo sfioratore di Piazza Marconi a Stresa mentre sono “entro i limiti” le acque della foce del torrente San Bernardino a Verbania e lo scarico in corrispondenza di via Mazzini 57 a Belgirate.

In provincia di Novara la situazione più complessa e diffusamente critica. Due punti su tre ad Arona sono da bocciare senza appello: le acque in corrispondenza del lungolago Marconi e la foce del torrente Vevera. Entro i limiti invece lo scarico presso il Lungolago Caduti di Nassiriya, campionato per la prima volta nel 2013 e risultato fortemente inquinato, mentre già dallo scorso anno i monitoraggi danno risultati positivi grazie ad una serie di interventi di allacciamento alla rete fognaria di alcuni scarichi della zona. Passa l’esame anche Meina, presso il lungolago all’altezza di Corso Sempione 69.

Male anche il comune di Dormelletto, dove dalle analisi sono risultati fortemente inquinati sia la foce del rio Arlasca (che costituisce il confine con Arona) sia la stazione di sollevamento presso via Oberdan. In quest’ultimo punto i tecnici di Legambiente, durante il sopralluogo del 30 giugno, hanno riscontrato una situazione ambientale vergognosa: non solo rifiuti solidi urbani e igienico-sanitari sparsi ovunque, ma anche acque torbide e fortemente maleodoranti con presenza di una patina melmosa nerastra sul fondo, tipica degli scarichi fognari veri e propri.

“Passano gli anni ma la situazione è sostanzialmente immutata – denuncia il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Fabio Dovana -. Seppure la salute generale del lago è buona, la sponda piemontese del Maggiore presenta ancora criticità serie sia nel novarese sia nel VCO, segnalate in continuazione da Legambiente alle amministrazioni locali, eppure ben poco è stato fatto.

I monitoraggi effettuati dalla Goletta hanno come scopo l’individuazione di problematiche microbiologiche legate alla presenza di batteri fecali(come previsto dalla normativa vigente), dovuta il più delle volte ad una cattiva o assente depurazione. Ora forse qualcuno sta muovendosi per metter mano alla collettazione e ai depuratori, ma c’era modo e tempo di farlo già molto prima. Se si prendesse ad esempio quanto fatto sul lago di Avigliana nel torinese, quest’anno premiato con le 5 vele dal Cigno Verde e dal Touring Club Italiano, forse anche Novara e VCO potrebbero vantare riconoscimenti importanti e portare avanti uno sviluppo turistico di livello, in nome della tutela degli ecosistemi lacustri e della biodiversità”.

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta in questi mesi sta collaborando con l’Arpa e l’Università di Torino alla diffusione di un questionario, con il fine di calcolare quanto la balneabilità dei laghi piemontesi incida sull’economia locale. Uno studio che ha lo scopo di sensibilizzare le amministrazioni e i cittadini sull’importanza di mantenere qualitativamente sani i bacini idrici del Piemonte, tutelandone ecosistemi e biodiversità, per promuovere un turismo sostenibile che sia un volano per il territorio.

“Oltre alla foce del Toce – spiega la presidente del circolo di Legambiente “Il Centro del Sole” del VCO e del Vergante Amelia Alberti insieme a Roberto Signorelli – è stata rilevata una grave criticità anche sul lungolago di Stresa. Significa che la situazione in generale è rimasta invariata e in alcuni punti anche peggiorata.

Ben vengano gli investimenti incorso e quelli previsti a breve ad Arone e a Dormelletto per la sistemazione della rete fognaria, ma comunque vogliamo ricordare che la qualità complessiva delle acque del lago è un requisito fondamentale per la promozione turistica del territorio. Infine vorremmo sapere dalla amministrazione comunale di Dormelletto e da Acque Novara VCO se e quando sono previsti lavori anche in via Oberdan oltre alla risoluzione delle criticità del fosso Arlasca”.

Anche quest'anno il Consorzio Obbligatorio degli Olii Usati è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. Attivo da 31 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale, che vengono poi avviati al recupero.

L'olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto pericoloso per la salute e per l'ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un'auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.

A contatto con l'acqua, l'olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. "La difesa dell'ambiente, in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione", spiega il presidente del COOU Paolo Tomasi. L'operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell'ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l'economia del Paese.


Il monitoraggio scientifico
I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che anticipa di qualche giorno l’equipaggio impegnato nella comunicazione. Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo mentre i campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell'analisi, che avviene nel laboratorio mobile entro le 24 ore dal prelievo. Come da normativa “il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento in base al profilo delle acque di balneazione. I parametri presi in considerazione sono gli stessi previsti per i controlli sulla balneazione in base al Decreto Legislativo del 30 maggio 2008 n° 116.
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