SOS Ossola: PD Verbania non vuole 2 punti nascite

Riportiamo un comunicato stampa di SOS Ossola, a firma del Presidente Bernardino Gallo, che polemizza con la posizione sui punti nascite di Lo Duca e Zanotti.

  
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In questi giorni è partito un siluro nei confronti di Borghi, seppure "innominato" nella circostanza, da parte di due esponenti di spicco del PD verbanese l'ex sindaco Claudio Zanotti e il capogruppo PD a Palazzo Flaim Davide Lo Duca.

Il tema è la questione dei punti nascita sotto i 500 parti, sul quale si è aperto un confronto che ha avuta anche una iniziativa in quel di Trento e dei possibili provvedimenti da parte delle istituzioni nazionali e regionali. A loro dire non vi sarebbe spazio per due punti nascite nel VCO oggi a Verbania e a Domodossola.

La verità è che vi è una vera e propria battaglia tra chi è portatore di politiche neo centraliste e coloro che difendono i territori, a partire da quelli periferici.

I due esponenti sanno bene che questo tipo di politica portata avanti da molte giunte regionali del Piemonte, che ha raggiunto l'acme con quella presieduta da Chiamparino, ha sempre portato "fieno in cascina" di Verbania e del suo ospedale diventato, per molti aspetti, sulla carta e immeritatamente, ospedale di riferimento provinciale in quanto nel capoluogo della provincia del VCO, capoluogo oggi sostanzialmente cancellato dall'abrogazione delle province. Basta guardare semplicemente una cartina del VCO per vedere che il capoluogo, a differenza di Domodossola, è eccentrico rispetto alle località della provincia e con un ospedale servito da un'unica strada provinciale, sempre intasata verso Gravellona e con pericoli di frane verso Cannobio e la Svizzera, com'è capitato anche di recente. Veramente pensiamo che solo un cieco campanilismo li faccia pensare che il Castelli possa essere il riferimento anche per l'Ossola per le urgenze e le emergenze. In ogni caso il Castelli, con tutto il rispetto di alcuni servizi importanti, punto di riferimento per il VCO non lo è mai diventato tranne per oncologia e le malattie infettive non certamente per il punto nascite dal quale l'anno scorso ben il 75% delle utenti ha scelto di andare a partorire altrove e spesso fuori del Piemonte.

Sostengono, come scritto innanzi, che non è possibile mantenere due punti nascite nel VCO, facendo finta di essere neutrali ma dichiarando: " A noi risulta che il punto nascita di Domodossola assicuri parti dalla 35/36 settimana di gravidanza, mentre a Verbania la SOC di Ostetricia e Ginecologia riceve partorienti dalla 32/34 settimana, garantendo le prime cure di rianimazione neonatale. " Fanno fina di dimenticare che tale situazione è solo frutto degli ordini (protocolli) della dirigenza e non per "insufficienza" professionale degli operatori. Sulla questione rianimazione neonatale, facciamo presente che è stato solo una conseguenza di due furti al San Biagio ove i primari pediatria e di ostetricia e ginecologia, furono trasferiti a Verbania.

Ciò nonostante il San Biagio ha l'unico vero DEA seppure tra gli affanni di tagli al personale.

Noi siamo ancora convinti della validità dell'ospedale plurisede e della necessità di garantire le nascite nei due ospedali, ma con una diversa organizzazione che non penalizzi l'Ossola e non incentivi la mobilità passiva a Verbania.

Anche le urgenze e le emergenze vanno garantite in entrambi gli ospedali.

Infine, questi due autorevoli esponenti del PD, come molti altri, fanno finta di ignorare perchè fa"loro" comodo che nel VCO il privato convenzionato è ridondante essendo ampiamente maggioritario, che i posti letto ospedalieri al San Biagio sono solo il 15% circa del totale e che in ossola, i posti di continuità terapeutica promessi sono solo il 30% a fronte di oltre il 40% della popolazione distribuita nell'area più estesa periferica e montana che è oltre il 70% del VCO.

Del resto, a cosa serve il riconoscimento della specificità del VCO che è e resta tripolare se non vengono garantiti tutti gli utenti delle tre realtà e in particolare quelle più distante e montane?

A cosa serve la specificità e l'autonomia senza risorse aggiuntive, reperibili tra quelle sottratte soprattutto all'Ossola, necessarie a far funzionare i servizi, non solo socio sanitari, evidentemente più costosi.

Presidente gruppo FB SOS Ossola già presidente USSL 56 Ossola Bernardino Gallo
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