Marcovicchio: la Prefettura non sia l'inizio rottamazione Vco

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del consigliere provinciale Matteo Marcovicchio, riguardante la recente notizia della prossima chiusura della Prefettura del Vco.

  
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Che la prefettura non sia l’inizio della rottamazione del Vco

La cancellazione della prefettura del Vco è un segnale preoccupante. Innanzitutto perché è il simbolo della disattenzione di Roma e del governo centrale verso il nostro territorio e la periferia. In secondo luogo perché è il primo tassello di uno smantellamento generale dei servizi.

È evidente l’incoerenza di chi, con ruoli di responsabilità istituzionale, a parole si batte per la specificità montana e l’autonomia, ma nei fatti taglia i servizi.

La questione prefettura è molto grave perché, contrariamente alle Province, tutte riformate, in questo caso si fa una distinzione. A Roma hanno deciso che Verbania e un'altra ventina di territori non hanno la stessa dignità degli altri. Se prendiamo per buona questa affermazione, a breve ci vedremo tolto tutto, a iniziare dall’Asl – già un Dea se n’è andato con buona pace della Regione che sta danneggiando il Vco – dalle rappresentanze delle forze dell’ordine, magari all’Inps o agli altri uffici.

Non si capisce perché se la specificità montana esiste e salva la Camera di commercio, non dovrebbe salvare la prefettura, l’Asl, i vari comandi delle forze dell’ordine. Non chiediamo di diventare come il Trentino e la Val d’Aosta, regioni che godono di un regime speciale anacronistico, ma almeno che ci sia lasciata una dignità di territorio periferico e, per di più, confinante con uno stato estero.

La questione dell’abolizione della prefettura non è tanto e non solo di presenza, anche se è indiscutibile che la soppressione di uffici equivale alla soppressione di posti di lavoro e impoverisce il tessuto sociale del Vco che vive anche di pubblico impiego. Il nodo centrale è il servizio.

Non voglio assolutamente difendere la prefettura e il prefetto come figura onorifica di manager pubblico ben pagato. È noto a tutti che la finta riforma delle prefetture in Utg – Uffici territoriali del governo, ha avuto solo come effetto la moltiplicazione dei dirigenti. Sono favorevole a una razionalizzazione ma soprattutto sono favorevole al mantenimento degli uffici e degli sportelli sul territorio, perché chi deve sbrigare pratiche su antimafia e patenti, per esempio, non debba recarsi a Novara. Idem per l’Inps e per il Centro per l’impiego, un altro tema da affrontare con la Regione e la Provincia a brevissimo.

Per Verbania c’è poi da chiarire il destino di Villa Taranto come edificio. La Regione ha già lasciato sulle spalle dei verbanesi la patata bollente di Villa San Remigio, che forse riaprirà ma a costi esorbitanti a carico del Comune.
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