Frontalieri: Gentiloni risponde a Costa

Riportiamo il testo della lettera del 4 agosto inviata al Ministro Gentiloni dal Presidente della Provincia, Stefano Costa, concernente i frontalieri italiani in Svizzera, e relativa missiva di risposta a firma congiunta del Ministro degli Affari Esteri e del Ministro dell’Economia e Finanze.

  
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LETTERA
Signori Ministri

Porto alla Vostra attenzione le preoccupazioni e le istanze del Gruppo di Lavoro
Tecnico sui temi dell’Economia Frontaliera, istituito e coordinanto dalla Provincia che
presiedo, relative ai continui disagi che i lavoratori italiani, impiegati nei vicini Cantoni della Confederazione Elvetica confinanti con il territorio di questo Ente, ossia il Canton Vallese ed il Canton Ticino, si trovano a dover affrontare a causa di una odiosa
campagna denigratoria, pesantemente attiva, paradossalmente, soprattutto nella zona
a lingua italiana.

Sono pertanto a chiedere, a nome dell’intero Gruppo di Lavoro, il blocco delle
trattative che sono in atto tra codesti Ministeri ed il Governo Centrale Elvetico sul
fronte del negoziato fiscale e sull’accordo per l’imposizione fiscale dei lavoratori
“frontalieri”, blocco che costuirebbe importante strumento per contrastare gli
atteggiamenti “razzisti” e far riconoscere il diritto alla dignità del loro lavoro e delle loro professionalità.

Il lavoro frontaliero riveste un ruolo fondamentale nell’economia della nostra
zona, coinvolgendo una quota importante di cittadini di questa provincia, alla quale,
grazie al riconoscimento di provincia interamente montana, sono assegnati “compiti di
cura” delle relazioni istituzionali con enti territoriali degli stati confinanti.

Siamo ben consapevoli che i problemi che sto evidenziando sono già a Vostra
conoscenza e la convocazione a Roma dell’Ambasciatore Giancarlo Kessler ne è una
importante dimostrazione, ma tutto ciò non tranquillizza i nostri lavoratori anche alla
luce delle successive dichiarazioni del governo ticinese.

Sollecito quindi, un intervento forte e autoverovole di messa in mora del Governo
Centrale Elvetico che abbia come risultato una presa di posizione di quest’ultimo sul
Governo Ticinese.

Ringrazio anticipatamente dell’attenzione e porgo i migliori saluti.
Stefano Costa


RISPOSTA
Gentile Presidente,

abbiamo preso atto di quanto comunicato con la Sua cortese lettera del 4 luglio
scorso, con cui ha voluto portare alla nostra attenzione le note problematiche relative alle migliaia di lavoratori frontalieri italiani, nell'interesse dei tanti connazionali provenienti anche dalla Provincia che Ella presiede.

Come saprà, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che conduce il negoziato
fiscale con Berna, ha fortemente ribadito le nostre posizioni a difesa dei diritti dei
lavoratori frontalieri italiani.

Posizioni, queste, ugualmente sostenute dal Ministero degli Esteri, come evidenziato anche in occasione della recente convocazione deir Ambasciatore svizzero da Lei ricordata.

Dall'azione condotta dal Governo italiano è scaturito, come Lei forse saprà, un serrato confronto tra le autorità federali e quelle del Ticino, essendo Berna ben consapevole della natura discriminatoria delle misure adottate dal Cantone e della violazione da parte delle stesse del principio della libera circolazione delle persone, sancito
nell'Accordo sottoscritto dalla Svizzera con l'Unione Europea.

Riteniamo pertanto di poter assicurare - anche con riferimento all'iter del negoziato
fiscale in corso - che il Governo italiano continuerà nell'impegno assunto a tutela dei diritti dei frontalieri, avendo come obiettivi la cessazione degli atti di discriminazione da parte dei Cantoni e la tutela degli interessi dei nostri territori di confine.

Gli impegni assunti con la Svizzera vanno in questa direzione, prevedendo il testo attualmente in discussione che il nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri cessi immediatamente i suoi effetti (con ritorno alle disposizioni del vecchio accordo), ove la Confederazione adotti in futuro una legislazione più restrittiva, non compatibile con l'Accordo Svizzera-UE sulla libera circolazione delle persone.

Con i nostri più cordiali saluti,

Paolo Gentiloni
Pier Carlo Padoan
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