Le spiegazioni di Zacchera

Riportiamo dal sito di Marco Zacchera, un lungo intervento in cui spiega le ragione delle dimissioni, confermate ieri e che saranno in vigore da lunedì.

  
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Dal sito: www.marcozacchera.it

Ho confermato le mie dimissioni da sindaco di Verbania che entreranno quindi definitivamente in vigore da lunedì. Ne ho parlato a lungo in consiglio comunale e anche in un’ ultima conferenza stampa questa mattina. Per cambiare idea avevo chiesto alcuni passi concreti che non ci sono stati e quindi non c’era ragione di ritornare sulla mia scelta.

In questi giorni ho incontrato moltissime persone che mi hanno confermato stima ed amicizia e le ringrazio davvero, anche se molte di loro mi chiedevano di ripensarci. In tutti i casi mail, lettere e contatti telefonici o personali sono stati per me segni di forte condivisione e anche di soddisfazione personale vedendo l’attenzione e il senso di partecipazione di questi cittadini al futuro della nostra città. Qui di seguito la “traccia” che avevo preparato per l’intervento in consiglio comunale di lunedì scorso, dove poi ho poi parlato a braccio ma più o meno ricalcando questi punti.

Colleghi consiglieri,
…. Questa crisi nasce alcuni mesi fa, ma vi è stata la necessità prima di attendere l’esito elettorale, poi i contraccolpi della divisione del PDL con Fratelli d’Italia e infine il nuovo quadro politico. A questo proposito faccio subito presente che ciascuno è libero di fare le scelte che crede, ma - per esempio - sono rimasto colpito che un gruppo di assessori abbia cambiato partito senza neppure preventivamente informare il sindaco e questo anche quando qualcuno di loro era stato espressamente da me indicato in giunta. Avevo anche chiesto a FDI e PDL di non fare gruppi autonomi, mi era stato detto di sì ma poi si è deciso di fare il contrario. Non ho parlato di queste cose in campagna elettorale per evitare polemiche e non esasperare i toni, ma l’amarezza per questa mancanza di rispetto verso il sindaco mi è rimasta.

Comunque io ero pronto già il 26 febbraio sera, a neppure 24 ore dalla chiusura dei seggi, e così convocavo tutta la maggioranza chiedendo di ristrutturarci sulla base di alcuni punti ben specifici (dimissioni presidente consiglio comunale e di un consigliere condannato per truffa, rilancio dell’immagine, riforma della giunta). Nervosismo tra i partiti perché il giorno dopo lo annunciavo alla stampa e strano che subito venivano indicati come motivi della crisi temi di cui non aveva minimamente parlato nessuno: dietrologie sul “chissà cosa c’è dietro” mentre invece dietro solo c’era la mia volontà di cambiare la città. A chi mi dice ”potevi cambiare prima gli assessori” ricordo che erano anche frutto di una lunga e defatigante trattativa politica a livello provinciale.

Davo comunque tempo un mese per attuare le mie richieste ma ad oggi non si è fatto nulla nonostante una infinite serie di incontri, distinguo, prese di posizione.
I motivi del perché di questo rimpasto di giunta l’ho spiegato nella mia “lettera ai cittadini” (pubblicata su IL PUNTO n. 443 – ndr) ma anche perché la maggioranza da mesi era appesantita da chiacchiericci, gossip ai quali – e questa è senz’altro una mia colpa – io non avevo dato grande importanza. Erano sintomo invece di un clima sempre più pesante dove per esempio si confondevano i legittimi diversi punti di vista su alcuni problemi con interpretazioni fuorvianti.

Devo dare atto che la Lega Nord si è comportata in maniera assolutamente corretta e quando qualcuno mi ha accusato di avere rapporti privilegiati con la Lega si renda conto del perché. Lo stesso rapporto di stima e spesso di affetto vale per gli esponenti della lista indipendente che mi hanno dato una mano da sempre.

I dissapori nascevano anche dal fatto che alcuni partiti in questa crisi – come nel periodo precedente - si comportano proprio con la chiusa mentalità “di partito” mentre personalmente mi sento cambiato rispetto a quando ho cominciato a fare il sindaco perché mi sono reso conto che in questi anni la politica italiana non è più progressivamente in grado di dare risposte alla gente perché cambia la pelle ma non la sostanza. Sono cambiati invece la situazione economica, i rapporti tra i partiti, quelli maggioranza/opposizione e quindi io volevo e voglio sempre di più essere “sindaco di tutti” e avere la mente sgombra senza preconcetti e comportarsi conseguentemente.

Un incarico, quello del sindaco, che si basa sul rispetto reciproco ed ecco ad esempio la mia puntuale presenza a tutte le manifestazioni sulla Resistenza, ma nello stesso tempo dove mai ho nascosto il mio punto di vista e che la guerra civile vada conosciuta sempre più dal punto di vista storico e non più apologetico.

Ma allo stesso modo ho voluto che la memoria di Norma Cossetto, medaglia d’oro e simbolo degli italiani infoibati in Istria, fosse onorata con la dedica di un parco pubblico, così come ritenuto giusto appoggiare le intitolazioni a persone che non hanno mai nascosto di essere di destra come Franco Verna o Giovanni Fasana, ma anche dedicandone una all’ on.le Natale Menotti che pur era stato componente del governo della Repubblica partigiana dell’Ossola.

Altri esempi in campo culturale: rivendico il successo di TE.CU (quanti mi hanno criticato per aver invitato Veltroni al debutto ma invece quella presenza –a parlare di jazz – era voler rompere gli schemi!) . Episodi che però hanno portato una parte della maggioranza e della giunta e non comprendere, ad arroccarsi, a vivere a volte di preconcetti. Eppure Sgarbi, Philippe Daverio, Mantovano, Manlio Contento, Vanzina, Franco Bixio, Sergio Bonelli sono persone sicuramente di destra, come Marcello Veneziani ospite al Kursaal o Gianfranco Fini (nel 2009) ricevuto a Verbania.

Questa impostazione di sindaco “super partes” si scontra anche con preconcetti a sinistra (è il caso del Museo del Paesaggio) dove non si è mai voluto cambiare boicottando il neo presidente che avevo portato, Philippe Daverio, così come è stato poi boicottato Giorgio Scroffenecher. Questo perché anche parte dell’opposizione non ha capito, non capisce, non vuole capire a volte accecata dal preconcetto. Questo aspetto di una progressiva trasversalità a molti non è piaciuto ma poiché io ritengo sia giusto sono andato avanti così.


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