"Continuità, rinnovamento e la città di domani"

Riportiamo dal sito VerbaniaSettanta, un intervento di Nico Scalfi e Davide Lo Duca una dal titolo "Continuità, rinnovamento e la città di domani".

  
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Dal sito verbaniasettanta.it
La città del domani è necessariamente legato alla capacità di creare a una rete di progettazione e realizzazione in una dimensione sovracomunale; alla creazione e riorganizzazione di servizi concepiti in una logica non più campanilistica, ma che tenga conto di interessi e convergenze di fatto esistenti in questo territorio che si estende fisicamente sull’asse Verbania Omegna e comprende la fascia costiera da Ghiffa a Stresa.

In uno degli ultimi articoli proposto da questo foglio si è soffermata l’attenzione sullo scenario politico amministrativo che si è verificato a seguito delle elezioni del 2014 e caratterizzatosi definitivamente nel segno della discontinuità di contenuti programmatici e progettuali con le recenti dimissioni di Diego Brignoli.

L’ ultima tornata elettorale si è caratterizzata da una sostanziale sostituzione della classe dirigente storica del centro sinistra, con una nuova scommessa di rinnovamento . Molti nuovi amministratori locali, quindi, hanno trovato spazio nell’arena politica cittadina, rappresentanti di un tessuto socio – economico diffuso che oggi è doveroso che proponga il proprio linguaggio nella politica e nella vita della città, poiché dotato di un grande potenziale di esperienze, professionalità e competenze, ma a cui spetta tuttavia l’onere della prova del saper operare con rapidità ed efficacia in una realtà complessa e in continuo mutamento.

Va detto che tale rinnovamento non sbuca casualmente dal nulla, ma è anche il risultato concreto di una attenzione positiva e propositiva a quella fase politica e amministrativa caratterizzata dalle esperienze pregresse di governo del centro sinistra storico. Una fase certamente di sviluppo durata un ventennio, in cui Verbania ha saputo in buona parte affermare e concretizzare un piano politico strategico che rispondeva alle necessità amministrativa di conversione da un modello di città industriale pre anni 80 ad uno in cui il peso determinante lo avrebbero avuto il settore terziario pubblico e privato, il commercio, il turismo e in un quadro generale il tessuto della piccola e media imprenditoria.

Questa continuità è reale negli intenti dei nuovi amministratori, altrimenti non ci sarebbe stata alcuna ragione per cui un nuovo corso avrebbe dovuto essere immaginato in gran parte nelle liste di un partito, il partito democratico, che è generato dal laboratorio politico protagonista di quanto sopra delineato. Il problema oggi si pone però nel modello di riferimento di città in relazione a una crisi socio-economica che ha colpito e colpisce duramente l’assetto economico istituzionale del nostro territorio e che di fatto ha disorientato anche la dinamica politica che seguendo tale modello dovrebbe rimettere in campo una strategia di ampio raggio per garantire una ripartenza di questo “ sistema territorio”.

Per affrontare questo scenario è opportuno riconoscere che trovare nuovi corsi e nuove strategie per la nostra città, per garantire una ripartenza effettiva di tale sistema, vuol dire agire in continuità ad una certa esperienza politica, non potendo tuttavia più considerare come attuali molti fattori ormai esauritisi che determinavano di fatto tale esperienza.
SI provi a definire lo scenario attuale. Esso evidenzia:

• una disaffezione politica della cittadinanza che sa ancora appassionarsi ed attivarsi nelle fasi legate alle elezioni ma poi sposta nuovamente in altri ambiti interessi e passioni: sport e associazionismo ad esempio. Pilastri essenziali della vita democratica della nostra comunità, ma che non aspirano in alcun modo alla guida ed alla programmazione di un domani per la stessa;

• l’ estrema debolezza delle organizzazioni politiche, in primis dei partiti, che faticano a ritornare forza attrattiva, capace cioè di convincere e aggregare e coordinare nuova linfa vitale e formare nuova classe dirigente;

• una esigenza del qui ed ora delle amministrazioni che sono letteralmente aggredite dalla urgenza del quotidiano e dalla necessità vera di dare risposte rapide ai problemi dei cittadini, mentre burocrazia e riduzione delle disponibilità economiche mettono ogni buon amministratore a dura prova.

• un’ascesa definitiva nel campo della politica dei nuovi strumenti di interazione legati ai social network che se da un lato apportano enormi benefici collegando istantaneamente miriadi di dati e miriadi di persone, dall’altra costringono l’amministratore e il politico a interagire e ricercare un consenso alle azioni in uno spazio limitato che rasenta l’immediatezza.

In questo quadro va rivista la riflessione della politica dell’oggi. Una politica esausta poiché sempre meno efficace e che necessità di creare una visione di futuro che sia dinamica, convincente, aggregante e originale e che non può non passare principalmente dall’azione amministrativa della città, unico luogo dove il cittadino può e vuole sentirsi rappresentato. La partita oggi sta al tavolo della pianificazione strategica a cui nell’ultimo anno i sindaci dell’area della conurbazione del Basso Toce (Verbania, Omegna, Baveno, Gravellona, Casale Corte Cerro) hanno deciso di aderire. Il modello di città del domani è necessariamente legato alla capacità di questi amministratori di creare a una rete di progettazione e realizzazione in una dimensione sovracomunale; alla creazione e riorganizzazione di servizi concepiti in una logica non più campanilistica, ma che tenga conto di interessi e convergenze di fatto esistenti in questo territorio che si estende fisicamente sull’asse Verbania-Omegna e comprende la fascia costiera da Ghiffa a Stresa

Alla politica sta di fatto il compito di assecondare e rinforzare questo percorso incarnandone il senso e alimentando la costruzione di indirizzi che tengano conto delle caratteristiche, delle istanze reali dei cittadini e degli attori socio economici che devono essere resi partecipi della costruzione di questo nuovo modello di riferimento.
Verbania può e deve essere quel laboratorio politico sociale che si misura in questa gigantesca sfida fatta del volere/dovere stare al fianco dei problemi dei cittadini, dare risposte rapide mentre però si proietta mente e cuore oltre l’ostacolo.
Chi compirà questa titanica opera genererà anche l’assetto del nuovo centro sinistra in perfetta linea con la visione che la Città in passato ha saputo generare.
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