Regione, tagli virtuali per i costi della politica

La nuova legge sui rimborsi, a conti fatti, non ha cambiato molto la situazione: certe riduzioni sono compensate da un fisso riconosciuto a tutti.

  
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Dal sito: torino.repubblica.it

Il consigliere che abita fuori Torino ci rimette qualcosa, ma chi vive in città alla fine incassa di più. Anche mille euro se partecipa a quattro riunioni istituzionali alla settimana, commissioni e seduta di Consiglio. La nuova legge regionale approvata nel dicembre scorso, quella con cui sono state ridotte le indennità e introdotto un forfait per i rimborsi spese (4.500 euro mensili per tutti) al posto del lungo elenco di voci del passato (gettoni, rimborsi chilometrici ecc.) ha ridimensionato le entrate dei nostri consiglieri. Per alcuni tuttavia il taglio dello stipendio è in parte compensato da maggiori entrate che arrivano dal fisso riconosciuto a tutti. Fatti un po’ di conti, il sacrificio dei consiglieri piemontesi non pare così drammatico.

Una simulazione che ha messo a confronto la nuova e la vecchia situazione di quattro membri dell’assemblea di Palazzo Lascaris che abitano a Verbania, Borgosesia, a Torino e in provincia (ma a oltre 100 chilometri dal capoluogo) rivela che rispetto ad un anno fa il consigliere del Verbano ci rimette 700 euro circa se partecipa a tre riunioni istituzionali (due commissioni e una seduta del Consiglio), quello che arriva da Borgosesia perde 175 euro e il terzo della provincia torinese prende 900 euro in meno se ha quattro impegni settimanali. Il privilegiato è il consigliere di Torino che ogni mese incassa il suo forfait di 4500 euro, mentre prima, sommando tutte le voci, si fermava attorno ai 3.500. E ci sono consiglieri, soprattutto quelli che risiedono fuori Torino,
che fanno parte di commissioni programmate nella stessa giornata. Un confronto fra buste paghe potrebbe così rivelare che, sommato tutto, la differenza in negativo per un torinese non supera i 500700 euro al mese.

Il forfait di 4500 euro vale ovviamente anche per il mese di agosto, in cui il Consiglio è fermo. Ed è innegabile che in un periodo come questo, in cui l’attività è da tempo limitata a poche sedute quello potrebbe essere giudicato un compenso non troppo meritato. Aggiungiamo un altro confronto: con la legge approvata nel 2010 il rimborso spese chilometrico non veniva riconosciuto agli assessori e ai componenti dell’Ufficio di presidenza. Adesso invece il fisso va a tutti. Senza distinzione. Per capirci, l’assessore Ugo Cavallera, di Alessandria, prima non avrebbe avuto alcun rimborso chilometrico mentre adesso ogni mese guadagna comunque 4.500 euro.

Sul fronte dei sacrifici, i consiglieri nel frattempo hanno perso dieci viaggi aerei su Roma e altre città, hanno una mensilità l’anno invece delle due precedenti per l’indennità di fine mandato e hanno approvato la rinuncia al vitalizio. Che tuttavia riguarderà soltanto i loro successori. L’indennità è stata tagliata. Con la legge del 2011, i presidenti della giunta e del Consiglio incassavano ogni mese 12.580 euro lordi, il vicepresidente qualcosa in meno, gli assessori 10.888 euro. Per i componenti di dell’ufficio di presidenza e i presidenti delle commissioni arrivavano ogni mese 9.760 euro lordi.

Adesso i due presidenti dovranno accontentarsi di 9.300 euro, i presidenti dei gruppi avranno 8.200 euro, chi fa parte dell’ufficio di presidenza 7.800. Una riduzione che ha senza dubbio anticipato altre regioni ed eventuali provvedimenti nazionali. Se a Roma dovessero però decidere una diminuzione dell’indennità del parlamentare del 50 per cento, un consigliere regionale avrebbe un compenso non molto superiore a 4 mila euro, assai meno di quanto stabilito in Piemonte. Se poi i venti che sembrano spingere verso il contenimento dei costi della politica dovessero portare ad eliminare le indennità delle presidenze e delle vicepresidenze delle commissioni, in Piemonte il taglio sarebbe impossibile. Per farlo dovrebbe essere cambiata la legge regionale.
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