Work4You: Consumare meno ma meglio.

Anche i nostri consumi possono sostenere la nostra occupazione.

  
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Da Professione Candidato:

Secondo un'indagine dell'Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, in questi ultimi anni abbiamo consumato ancor meno di quanto le previsioni meno rosee avessero ipotizzato.

E fin qui ci può stare: sono passati i tempi in cui anche dalle alte sfere ci suggerivano di non interrompere i consumi per sostenere l'economia (vi ricordate lo spot del sacchetto giallo di Giraleconomia???).

Se si hanno pochi soldi, si consuma poco.

Il fatto è che spesso consumiamo male, nel senso che finiamo tutti per comprare prodotti omologati, assemblati in chissà quale Paese da chissà quale multinazionale alle spalle dei marchi più noti, un tempo sinonimo di qualità, che oggi fanno lavorare mano d'opera dei Paesi in via di sviluppo con retribuzioni da Terzo Mondo, dislocando produzioni che rendono noi "occidentali" sempre meno in grado di consumare prodotti realizzati da abitanti di altre parti del mondo che non arriveranno mai a poterseli permettere.

Disfunzioni della globalizzazione, effetti collaterali di quel male gravissimo che è la delocalizzazione delle produzioni e che sta destrutturando l'economia europea, soprattutto dal punto di vista che interessa a noi, ovvero quello dell'occupazione.

Anche per i regali dei bambini, i marchi che per le nostre mamme significavano l'alta qualità italiana o tedesca, rivelano oggi prodotti fabbricati in Vietnam, Ucraina, India e Cina, con una caduta della qualità relativa che la dice lunga.

Una possibile soluzione?
Comprare artigianale, comprare a km zero, comprare tipico... Si tratta forse di prodotti che possono sembrare più costosi in assoluto e che pure riversano il nostro sudato denaro dentro il flusso dell'economia nazionale diretta, mantenendo un ottimo standard qualitativo e rivelandosi originali e creativi.

In questo modo magari, i nostri soldini li spenderemmo anche più volentieri.


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