Comitato pro Referendum

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato contro la privatizzazione del forno crematorio in risposta al comunicato del neo nato comitato a favore della privatizzazione.

  
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Con riferimento al neo nato comitato "undici persone e un referendum" ci teniamo a evidenziare alcuni aspetti poco corretti, partendo dal nome: una chiara presa in giro nei nostri confronti e di chi si è attivato per difendere un diritto e una altrettanto chiara mancanza di rispetto e spregio nei confronti degli strumenti che la democrazia ci fornisce.

Come a suo tempo abbiamo avuto modo di fare nei confronti dell'assessore, anche oggi ribadiamo che, come richiesto dallo statuto comunale, il comitato promotore del referendum deve esser formato da almeno 10 persone ( noi siamo in undici) e che la nostra posizione rappresenta quantomeno quella di 1134 elettori che hanno sostenuto la nostra richiesta ( 1000 sono gli elettori richiesti affinché la proposta di referendum venga accolta). Non abbiamo problemi ad affermare che molti altri ancora condividono la nostra idea e questo lo dice l'opinione pubblica.

Entrando nel merito dei temi:
1) l'attuale linea non necessita di essere sostituita e, se anche fosse, non si ravvisa il motivo per cui debba essere costruita una nuova più capiente, quindi con opere murarie inutili nel caso si sostituisse quella vecchia.

2) affermare che la nuova linea sostituirà quella vecchia è scorretto in quanto non ci è dato sapere se ci siano delle indicazioni in tal senso poiché il project financing è secretato.
In ogni caso ci sembra inverosimile che un privato, avendo a disposizione due linee di cremazione decida di utilizzarne una soltanto, fosse anche vero cosa accadrà allo spazio dove ora è presente la linea attuale, rimarrà vuoto? E' evidente che non sia così.

3) il numero di cremazioni attuali è in linea con i dettami del decreto regionale numero 61 del 17 Marzo 2015 e comunque, ricordiamo che delle 1200-1300 cremazioni appena il 20% appartengono a verbanesi, ma già oggi con le autorizzazioni potrebbero farne 1800, cosa che per fortuna non avviene.

4) si parla di un trend a privatizzare i forni quando invece questo avviene solo nelle nuove realizzazioni, mentre quelli comunali rimangono tali, a loro serve il nostro forno perchè altrimenti non potrebbero costruirne altri in tutto il VCO.

5) il Comune per sistemare la nuova linea potrebbe cavarsela con un investimento al massimo di 800.000 €, conti alla mano ciò significa che in tre anni di utili sarebbe già ripagato.

6) il forno introita ca. 480.000 € e, al netto delle spese, il comune ricava 250.000 €, di contro il privato ci garantisce (è scritto nei verbali) dai 100 ai 150.000 € annui, vuol dire 100 - 150.000 € in meno all'anno. Vuol dire che ci rimettiamo in 30 anni dai 3.000.000 € ai 4.500.000

7) la cifra di 250.000 € del 2014 rappresenta gli utili ( tolte quindi le spese, ivi comprese quelle per la gestione), per cui non si capisce il calcolo economico in base al quale il privato potrebbe raggiungere tale cifra ( ricordiamo che il dirigente ha affermato che il canone non sarà versato fin da subito al Comune per agevolare l'investimento del privato)

8) la dirigente che si occupa del progetto di esternalizzazione del forno ha affermato che il Comune non potrà garantire in alcun modo un tetto di cremazioni, ciò dipende esclusivamente dalla tecnologia utilizzata per l'impianto e dalle autorizzazioni che potranno concedergli.
Ci sembra inutile ribadire che il privato costruirà l'impianto che gli garantirà il maggior numero di cremazioni (in altre realtà la stessa ditta opera 24 ore su 24)

9) non abbiamo dubbi ad affermare che un nuovo impianto inquinerà meno solo se le il numero di cremazioni rimarrà invarito, cosa che non sarà visto che tutti hanno confermato aumenteranno, conseguentemente l'inquinamento aumenterà.

10) non comprendiamo come possano sapere che il nuovo impianto sarà fornito di pannelli fotovoltaici, ci auguriamo che a loro non sia stato possibile visionare il project financing, e sollecitiamo i consiglieri a verificare questa situazione. Qualore fosse vero non sarebbe nella legalità.

Infine concludiamo, ma non per importanza, con la più ignobile delle affermazioni: il non andare a votare. Chi crede nei cittadini, chi crede che il cittadino può e deve partecipare, non può fomentare l'astensionismo. Fa pensare il fatto che nel comitato a favore della privatizzazione facciano parte personaggi che si riempiono la bocca di politica, di partecipazione e poi sperano nel silenzio prono dei cittadini.L'invito a non votare rappresenta un ulteriore impoverimento della democrazia.

Forse qualcuno è cosciente del fatto che l'unico modo per batterci è chiedere ai cittadini di non votare, ma forse non sa che il cittadino può esser stanco di vedersi calare dall'alto le decisioni, stanco di dover respirare a s.anna i fumi del forno per colpa di scelte politiche e imprenditoriali. E' ora di prendere in mano la matita gente, è l'unica arma che abbiamo per far sentire la nostra voce e mettere una semplice croce sulla scheda, qualunque scelta vogliamo fare.

VOTARE SI per dire no, una delle poche volte che abbiamo la possibilità di farci sentire, facciamolo
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