PsicoNews: La vera bellezza

Una serie di virtuosi progetti per riconoscere la dignità di chi spesso subisce e non ha voce per farsi sentire, particolare in comune, ma non comune, in questi progetti è la bellezza fisica.

  
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Come credo ogni persona, sono iscritta a molte newsletter che riguardano l’ambito di mio interesse, la psicologia; una settimana fa circa un articolo in particolare ha attirato la mia attenzione.

In quanto donna, il trucco è da ormai molti anni parte della mia vita…volente o nolente, nonostante non sia una fan del trucco marcato, quando non mi impiastriccio la faccia di prodotti miracolosi mi pare di essere trasandata, insomma fatico a uscire senza trucco; ricordo che da bambina, a differenza delle mie sorelle, amavo passare il tempo in camera di mamma o nonna e usare tutto quello che trovavo tra i loro prodotti di “bellezza”, ovviamente di nascosto.

Ecco perché quando settimana scorsa ho trovato un articolo in una newsletter sul tema trucco la mia attenzione si è risvegliata.

Al di la della classica questione del trucco come metodo per sentirsi meglio con se stessi e con gli altri, nell’articolo erano raccontate esperienze di trucco, ma anche di cura di sé (parrucco, pulizia, manicure e altro), in contesti speciali, in contesti dove non penseresti che possa avere una grande rilevanza.

In particolare la storia che mi ha colpito maggiormente è quella della diciottenne indiana Reshma Quereshi, sfigurata dall’acido nel 2014, per mano dell’ex cognato; attualmente, questa impavida giovane donna ha da poco aperto un vlog, 'Beauty tips by Reshma', per dare lezioni di trucco alle ragazze di tutto il mondo e sensibilizzare la causa. In attesa di poter essere operata, la giovane collabora con l’associazione Make love not scars, proprio lei, con un solo occhio a causa dell’acido, insegna alle ragazze di tutto il mondo come mettere l’eyeliner e come sconfiggere i punti neri.

Altri virtuosi esempi di restituzione di dignità a chi è più fragile sono quelli dell’Associazione Lava MAE di San Francisco, dove autobus comunali dismessi sono inviati in giro per la città per garantire 200 docce giornaliere ai senza tetto (3.500 circa in tutta la città), l’idea è nata dall’incontro tra la fondatrice dell’Associazione e una donna che piangeva disperata poiché non poteva lavarsi.

Anche l’Italia, con un po’ di soddisfazione, è citata, in particolare un progetto che si svolge a Roma, vicino alla stazione Termini, dove in un centro di accoglienza per persone senza dimora è presente un parrucchiere, anche lui senza tetto, che fornisce servizi di taglio, rasatura, tintura. Una spirale virtuosa di salita per ritornare sulla china, dal progetto è stato anche tratto un cortometraggio “Il Barbiere oggi è tutto”.

E voi? Siete a conoscenza di esperienze utili per riconoscere dignità, a chi spesso è spersonalizzato?

Fonti:
Redattoresociale.it
Direpsicologia.it Leggi QUI il post completo