PsicoNews: Gli effetti della felicità (parte 2)

Il post di questa settimana prosegue il tema trattato nello scorso ma da una prospettiva un po’ diversa. Valutare la felicità per poterla comprendere a fondo è un tema molto più complesso di quanto si possa pensare.

  
a-
+
Come già annunciato nel post precedente, oggi vorrei affrontare il tema della felicità intesa come valutazione; e ovviamente, oggi come settimana scorsa, fatico a tenere gli occhi sullo schermo vista la bella giornata.

Prima di tutto grazie del bel dibattito che è seguito al post scorso e che mi auguro segua anche a questo, tra le altre cose il tema di oggi va a sollevare alcuni aspetti del dibattito già emersi da voi.

La domanda da farsi è: A cosa pensano le persone quando si chiede loro di valutare il proprio livello di benessere?
Valutare la felicità, infatti, è una cosa complessa, anche perché, come accennato nel post di settimana scorsa, si tratta di una dimensione soggettiva che rende difficile la misurazione, poiché per ognuno di noi può essere definita da aspetti differenti. Il senso di questa prospettiva è di comprendere il benessere, come se fosse un fenomeno, e tramite la sua valutazione completa, cercare di trovare le costanti che possano permettere alle persone di sperimentarlo.

Due prospettive emergono in questo campo, quella edonica e quella eudemonica, ma siccome noi, io di sicuro, vogliamo essere felici non mi dilungo a spiegarle.

Corey Keyes utilizza il costrutto del benessere per formalizzare la condizione di salute mentale, che grazie ai dati empirici da lui raccolti nei suoi studi, trova anche evidenza scientifica del fatto che la salute (mentale in questo caso) non sia esclusivamente assenza di malattia.

La salute mentale secondo Keyes comprende un costrutto definibile come prosperità, il flourishing, che si compone di:
Benessere psicologico: autonomia, padronanza dell’ambiente, accettazione di sé, crescita personale, relazioni sociali positive, scopi di vita;

Benessere sociale: accettazione sociale, realizzazione sociale, contributo sociale, coerenza sociale e integrazione sociale;
Dimensioni edoniche: prevalenza di stato affettivo positivo e soddisfazione nei vari ambiti della vita.
Una persona flourishing ha elevati valori in 6 elementi delle due scale del benessere e in 1 delle dimensioni edoniche; coloro che si situano all’opposto, sperimentando malessere, si definiscono languishing.

Ora però la parola passa a voi:
Cosa ne pensate della possibilità di misurare il benessere?
Buona settimana
Mara Rongo

Fonti:
Gian Franco Goldwurm e Federico Colombo ( a cura di), “Psicologia Positiva”, Ed. Erickson, 2012.
Keyes C.L.M. (1998), Social well-being”, in Social Psychology Quarterly, vol. 61, pp. 121-140;
Keyes C.L.M. e Haidt J. ( a cura di), “ Flourishing: Positive psychology and the life well-lived”, Washington DC, American Psychological Association (2003);
Keyes C.L.M. (2005), “Mental illness and/or mental health? Investigating axiosm of the complete state model of health”, Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol.73, pp. 539-548. Leggi QUI il post completo