Orto didattico un anno di attività

Casa Di Carità Arti e Mestieri, il Liceo Cavalieri e l'Associazione Germoglio mercoledì 1 giugno hanno presentato il risultato di questo primo anno di sperimentazione, aprendo un confronto sul possibile sviluppo di questo tipo di iniziative sul territorio.

  
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Solo una decina di anni fa un progetto finalizzato alla creazione di un orto didattico/comunitario in cui coinvolgere giovani problematici, anziani di una comunità locale, e appassionati di coltivazione privi degli spazi per poter dar vita alla propria passione avrebbe probabilmente fatto sorridere in molti, inducendo reazioni di placida accondiscendenza.

Nel volgere di pochi anni la sensibilità comune, quella più diffusa, ha registrato su questo fronte una significativa inversione di tendenza. Numerose sono state le correnti confluenti che hanno alimentato una vera e propria riscoperta del valore della terra: dalle tematiche ambientali, ad una maggiore consapevolezza degli stili alimentari, la maggiore trasparenza delle filiere alimentari, la critica alle forme di agricoltura più aggressive verso l'ambiente.

La diffusione di esperienze variamente denominate: orti urbani, sociali, comunitari, verticali, fanno parte delle cose che viviamo e rappresentano dal nostro punto di vista un interessante fenomeno assai ricco di potenziale educativo.

Oggi quindi è per noi semplice decidere di proporre un progetto che parli di terra, di valorizzazione di terreni incolti, di coinvolgimento di giovani nella riscoperta del lavoro agricolo in chiave moderna, un lavoro che oltre a rimetterci in contatto con una dimensione naturalmente pedagogica, ci consente di prendere consapevolezza del funzionamento delle filiere agroalimentari, offrendoci strumenti importanti per diventare cittadini e consumatori più consapevoli.

Come premessa di principio a questo progetto che parte da una finalità di natura didattica, ma che tende verso la comunità locale e mira alla creazione di nuove sinergia e nuove forme di aggregazione tra cittadini, citiamo alcuni passaggi di un intervista rilasciata dall'attivista indiana Vandana Shiva al periodo Terra Nuova: "la terra sostiene la nostra vita sulla Terra, e la Terra non discrimina tra giovani e vecchi, ricchi e poveri, per lei tutti i figli sono uguali. Noi siamo legati alla Terra dal momento che ognuno riceve una giusta, equa e sostenibile parte di risorse.

Penso che in questo momento di crisi, di crisi economica, la terra è l'unico luogo in cui possiamo ritornare per ricostruire una nuova economia. La Terra è l'unico luogo dove tornare". Esiste una dimensione simbolica importante nel gesto di riappropriarsi della terra, restituendole un ruolo produttivo, anche e soprattutto se dimensionato sulla vita di un singolo individuo o di una singola famiglia. In questo periodo di grandi difficoltà legate alla individuazione di approcci in grado di accogliere e rielaborare il disagio e la sete di senso delle nuove generazioni, per molti versi tradite dal mondo degli adulti che non è stato in grado di offrire opportunità a molti di loro, crediamo che scommettere sul valore naturalmente pedagogico della terra possa rappresentare un punto di partenza per riannodare i fili di una trama incompiuta.

La terra è una grande maestra di consapevolezza, la pratica della cura nei suoi confronti consente di apprezzare concretamente il principio che la raccolta dei frutti è in buona parte legata all'impegno, alla capacità di programmazione, al lavoro e all'attenzione che sono state posti nei suoi confronti. Pur se nel piccolo di un terreno di 2000 mq vorremo che anche questo progetto rappresentasse un contributo nel più generale movimento di ritorno alla terra, come movimento di riappropriazione di una parte importante del nostro modo di essere cittadini moderni.

Obiettivi
Nel nostro modo di intendere i processi partecipativi, l'orto rappresenta uno strumento aperto alla comunità e alle sue potenzialità. Gli obiettivi che ci poniamo sono numerosi:

- creare uno strumento al servizio del territorio, in grado di essere utilizzato e valorizzato da differenti tipologie di pubblico;
- utilizzare il potenziale educativo che è proprio alla natura in generale, ed alla terra nello specifico, per supportare i percorsi di crescita e di approccio al lavoro sia dei giovani adulti a rischio di esclusione sociale, che di persone disoccupate e dalla difficile ricollocazione;
- stimolare la partecipazione sia da parte dei giovani, che da parte della comunità locale alla vita dell'orto, contribuendo a renderlo uno spazio, vivo, ricco di relazioni positive;
- concorrere alla generazione di dinamiche di natura economica tali da contribuire al sostentamento dell'orto e al suo funzionamento nel quotidiano.

Casa Di Carità Arti e Mestieri
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