Frontalierato: incontro con l’assessore provinciale di Sondrio

Incontro oggi a Verbania tra l’Assessore Marcella Severino e la collega di Sondrio Silvana Snider, interessata a conoscere come è organizzato e funziona il gruppo di lavoro sul frontalierato, costituito con questo mandato amministrativo dalla nostra provincia.

  
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“Sondrio, lo sappiamo bene per tutto il percorso fatto insieme nel rivendicare forme di autonomia per le nostre realtà territoriali alpine e transfrontaliere, presenta aspetti davvero simili al Verbano Cusio Ossola. Tra questi il frontalierato che è una voce fondamentale per la tenuta occupazionale di entrambe le province: in questo periodo di recessione economica più che mai la Svizzera offre opportunità lavorative di vitale importanza per tante nostre famiglie. Ciò viene confermato dai dati statistici dell’Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro che sono numeri ben presenti al nostro gruppo di lavoro, a cui l’Amministrazione provinciale di Sondrio guarda come un valido esempio per mettere a fuoco i numerosi problemi riguardanti il frontalierato” dice l’Assessore Severino.

“Lo scambio di informazioni è però stato reciproco – fa sapere Severino – visto che con l’incontro di oggi siamo riusciti a meglio capire come funziona la commissione speciale istituita dalla Regione Lombardia per interloquire con i Cantoni Svizzeri e le aree autonome. In Piemonte non esiste qualcosa di analogo, eppure ci troviamo a dover affrontare identiche problematiche. Tra quelle più stringenti c’è il problema dell’ingresso nel mercato svizzero dei nostri padroncini e in genere dei controlli sul lavoro irregolare. I nostri lavoratori trovano al di là del confine delle preziose occasioni occupazionali che qui mancano, ma da parte svizzera c’è tutto l’interesse per una manodopera, molto spesso qualificata, che non crea concorrenza sleale ai cittadini elvetici se il rapporto lavorativo viene contrattualizzato rispettando regole e norme”.

Il confronto odierno, al quale hano preso parte anche il consigliere regionale Roberto De Magistris e il referente del sindacato svizzero Syna Alberto Della Patrona, è servito inoltre per avanzare una richiesta congiunta volta ad ottenere l’inserimento di un rappresentante delle due province di confine nella Commissione italo-svizzera, a cui il governo ha delegato le trattative in materia di revisione degli accordi bilaterali tra i due Paesi: un ambito di discussione in cui rientra a pieno titolo la partita sui ristorni fiscali. Un argomento nevralgico in tema di frontalierato.

Si è poi avanzata l’idea – da estendere alle province di Varese e Como – per un tavolo ‘a quattro’, con la presenza di un rappresentante delle Regioni Piemonte e Lombardia – mirato ad affrontare queste problematiche.

Le pesanti ripercussioni della crisi globale sulla realtà occupazionale provinciale, si evidenziano con i dati raccolti dall’Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro riferiti al primo semestre 2013. Se paragonate a quelle dell’anno precedente, le assunzioni registrano una flessione di 1457 unità (fermandosi a 8.876 pari a 4,1%).

“Un forte indebolimento del nostro mercato del lavoro che nell’arco di questi 5 anni si è tradotto in un aumento di oltre mille lavoratori frontalieri, che alla fine dello scorso anno sfioravano i 6000: 5.942 suddivisi tra frontalieri nel Ticino (4.941) e 1.001 (Vallese). Di questi – precisa Dino Caretti dell’O.R.M.L. – 3.618 sono maschi (pari al 60,9% del totale) e 2.344 donne”.

Nel Ticino dal 2007 si è assistito a una crescita costante del numero dei frontalieri residenti nel VCO, ciò non è accaduto nel Vallese, dove la conoscenza della lingua tedesca rappresenta un requisito essenziale per l’inserimento lavorativo ma un’oggettiva difficoltà per i frontalieri italiani. Così, se negli anni 2008/2009 si è registrata una flessione nel numero dei lavoratori residenti nel VCO impiegati nel Cantone al di là del Sempione, con il persistere della crisi questo è tornato a crescere, e in modo consistente, negli anni 2010/11 e in particolare nel 2012.

Inoltre è da sottolineare come nel corso degli ultimi mese allo sportello provinciale Eures nel corso degli ultimi mesi si siano rivolte 500 persone, e tra loro 20 abbiamo trovato lavoro al di là del Sempione.

Da rimarcare è come con l’inasprirsi della congiuntura, le zone della Provincia interessate a questo fenomeno – negli anni scorsi localizzate principalmente lungo le fasce di confine (tra cui le città di Verbania e Domodossola) – si siano estese arrivando a località ben più distanti dal confine di Stato (Omegna, Stresa e Baveno).
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