Spazio Bimbi: Emozioni che aiutano a crescere

Assistiamo sempre più spesso alla tendenza di dividere le emozioni in due gruppi: quelle positive e quelle negative. Ma è davvero così? È giusto proteggere i bambini da tristezza o rabbia ed altre emozioni considerate negative?

  
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Questa settimana stavo riguardando “Inside out”, il lungometraggio della Disney dove si vedono cinque emozioni, gioia, tristezza, disgusto, paura e rabbia guidare le azioni e i sogni della piccola protagonista. È molto interessante in modo particolare vedere come il personaggio di Gioia cerchi in ogni modo di far sì che Tristezza agisca il meno possibile sullo stato d'animo di Riley, ma che alla fine si trovi a rivalutare il ruolo di questa emozione e capisca che anch'essa è fondamentale per la crescita della bambina.

La stessa cosa succede spesso ai genitori della vita reale: fin dalla nascita la vita di ogni essere umano è caratterizzata da esperienze a cui sono legate delle emozioni, che noi adulti siamo soliti raggruppare in piacevoli e spiacevoli. Molto spesso i genitori sono in grado di fare in modo che i propri figli non vengano a contatto con eventi che possano far scaturire in loro rabbia o tristezza, così sentiamo spesso frasi come: “Non farlo, altrimenti si arrabbia!” oppure “Non fare così, altrimenti il bambino piange”. Come fa Gioia, cerchiamo di limitare che sia la tristezza o la rabbia a prendere il controllo, seppure momentaneo, del nostro bambino.

Uno dei compiti di un genitore dovrebbe essere invece quello di accompagnare il bambino nella scoperta degli stati d'animo che è possibile sperimentare. Limitare l'esperienza di emozioni poco piacevoli sicuramente ha l'effetto immediato di preservare alcune lacrime e alcuni scoppi d'ira, ma il bambino dovrà rendersi conto in fretta che anche questi momenti fanno parte della vita ed ognuno di questi avrà l'importante ruolo di allenarlo a conoscersi e a capire come gestire anche gli stati d'animo meno piacevoli.

Il genitore in questi casi è il modello che insegna come non farsi sopraffare da sentimenti forti, che spesso possono fare perdere il controllo, spiegando al proprio figlio come sia normale provare determinati stati d'animo, ma che questi non debbano trasformarsi in comportamenti sbagliati e che su di essi è possibile mantenere un certo grado di controllo.

Sarà compito di mamma e papà guidare alla soluzione di situazioni problematiche, ma senza proporre una risoluzione già pronta dall'esterno. Dovrebbe essere il bambino a compiere lo sforzo di pensare a come uscire da una situazione che può portarlo a provare emozioni spiacevoli.

Diversi studi mostrano come bambini con intelligenza emotiva più sviluppata siano più equilibrati, più sereni e sicuri di sé, oltre ad avere un maggior rendimento scolastico.

Inoltre questi bambini sono capaci di gestire situazioni stressanti e di calmarsi da soli.

È chiaro quindi come proteggere i bambini da ogni emozione potenzialmente spiacevole significhi anche privarli di un importante gradino della propria crescita emotiva.

Dott.ssa Francesca Calzaretta
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.com Leggi QUI il post completo