PsicoNews: Differenze sessuali in psicologia

Io me lo sono chiesta spesso, nella mia vita, uomini e donne sono diversi anche dal punto di vista psicologico?

  
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Avete presente quando i comici fanno quei pezzi in cui snocciolano la vita di coppia, con i classici stereotipi sulle differenze tra maschi e femmine, e voi pensate che in fondo anche nella vostra coppia le cose vanno all’incirca così? In realtà, chiamiamola saggezza popolare, hanno molta ragione, la psicologia delle differenze sessuali spiega un poco alcuni di questi semplici clichè.
Premetto subito, che qui non ci interessa il caso singolo, ma la generalizzabilità dei dati, i dati e gli studi si riferiscono a delle medie ossia al fatto che la maggior parte delle volte si presenta una determinata risposta al quesito indagato dal disegno sperimentale, questo non significa la totalità delle volte.
Esistono differenze legate al sesso che non siano quelle evidenti?
Non è mio compito (per fortuna!) spiegare le differenze tra ormoni, differenze nella morfologia cerebrale, nell’attività metabolica e altro, posso solo accennare al fatto che anche a livello cerebrale ci sono fisicamente delle differenze tra maschi e femmine, tuttavia tali differenze non spiegano quello che andremo a indagare oggi.
Negli ultimi anni, lo sviluppo di nuove tecnologie di indagine ha permesso uno studio in vivo monitorando il funzionamento cerebrale durante lo svolgimento di determinati compiti, sto parlando di PET e fMRI, grazie a queste indagini i dati sulle differenze sessuali sono più accurati e strettamente oggettivi rispetto alla compilazione di questionari, che per quanto standardizzati siano, non sono proprio lo stesso.
Non voglio qui parlare di intelligenza, poiché è dimostrato che le differenze sessuali riscontrate siano trascurabili rispetto ad una significatività, invece quello che mi interessa sono le sottoscale, attestanti abilità più specifiche, come quelle verbali e visuo-spaziali.
Per abilità verbali in psicologia si intendono tutte quelle abilità che hanno a che fare con il linguaggio scritto e/o parlato: lettura, ascolto, scrittura e comunicazione per intenderci.
Ma è proprio vero che noi donne parliamo più degli uomini?
Le donne sembrerebbero essere più capaci degli uomini nelle abilità verbali. Ma non in tutte.
Le donne ottengono ottimi risultati in compiti di fluenza verbale e risoluzione di anagrammi, tuttavia gli uomini recuperano punti nella produzione di analogie.
Maschi e femmine sembrano differire già in tenera età nelle abilità verbali, le femmine parlano circa un mese prima dei maschi e hanno un vocabolario più ricco; queste differenze tendono a decrescere con l’avanzare dell’età, mantenendo comunque un divario anche nell’arco della vecchiaia. Quindi caro papà, le bollette del telefono, nella mia adolescenza, non erano colpa mia….te lo dicevo io!!
Per quanto riguarda la memoria verbale, ossia la capacità di ricordare materiale presentato in forma verbale , le femmine hanno sempre prestazioni migliori, indipendentemente dal tipo di prova, di materiale e dall’età. La superiorità femminile in questi compiti è più marcata quando il materiale è dotato di significato (una storia piuttosto che una lista di parole). Vi dice niente quando chiedete al vostro compagno di ripetere quello che stavate dicendo? Lui vi ha ascoltato ma non ha memoria verbale ;).
“ Uffa non nota nemmeno quando cambio pettinatura!”: anche la memoria visiva è influenzata da differenze sessuali, in uno studio del 1993 (Galea e Kimura) si è dimostrato che le donne ottengono una grande prestazione, ricordando oggetti mostrati in precedenza inseriti in un set più ampio. Signore mie non vi lamentate che non nota il vostro cambio di look, il fatto che riesce a riconoscervi è il vero sintomo del suo amore per voi ;)!
Le abilità visuo-spaziali sono quell’insieme di capacità e funzioni caratterizzate dall’uso d’informazioni non verbalizzabili e da una codifica di tipo analogico ora tenendo presente che io neanche sul televisore di casa ho capito quali siano i canali analogici…la dice lunga su chi tra maschi e femmine abbia una maggior efficacia in queste abilità.
Nel quotidiano le abilità visuospaziali sono utilizzate e sono estremamente utili, ogni volta che ci muoviamo in un ambiente è necessario rappresentarci mentalmente la disposizione degli oggetti che ci circondano, per crearci una specie di mappa dell’ambiente. In particolare, in una meta-analisi (uno studio comparativo tra studi disponibili) del 1985 (Linn e Petersen) hanno suddiviso le abilità visuo-spaziali da tenere in considerazione in: percezione spaziale, visualizzazione spaziale e rotazione mentale, in tutte queste sotto-abilità gli uomini sono più capaci delle donne, in particolare nella rotazione mentale.
Percezione spaziale, avete presente parcheggiare in retro…ecco! La percezione spaziale serve anche a quello, ci permette di percepire le dimensioni e le forme di un oggetto anche se è in posizioni diverse, ad esempio inclinato; la difficoltà femminile in compiti di percezione spaziale sembrerebbe dipendere dall’incapacità di ignorare il contesto di riferimento.
Visualizzazione spaziale, avete presente i mobili di IKEA da montare, ecco generalmente alle donne avanza sempre un pezzo, questo perché siamo poco capaci di visualizzare spazialmente; combinare mentalmente le parti di un oggetto, quindi operare operazioni di manipolazione d’informazioni spaziali è la visualizzazione spaziale.
Rotazione mentale: e qui i maschi raggiungono uno stacco dalle femmine davvero notevole perché la rotazione mentale è una delle loro abilità più sviluppate. Avete presente le scarpe che noi donne ci ostiniamo a far stare in quella scarpiera, girandole e rigirandole? Quando un uomo ci dice che non ci entreranno mai sta usando la rotazione mentale, ma forse anche la rotazione di altro…
Gli uomini imparano un percorso appreso da una cartina più velocemente delle donne e stimano in modo più accurato le distanze tra destinazioni e sono abili nello stabilire come appaia un oggetto in base a diverse prospettive. Gli uomini si orienterebbero sulla base di una mappa mentale dell’ambiente “dall’alto”, le donne usano una prospettiva sequenziale dal basso, usano dei segnali lungo la strada per ricordare il percorso, invece i maschi usano informazioni geometriche e cardinali.
“Amore, dove è finita la mia camicia azzurra?” Noi siamo bravissime a ricordare la posizione degli oggetti (Eals e Silverman, 1994), sia familiari sia non familiari, la sua non è pigrizia è proprio fatto così.
Altro punto in cui differiscono uomini e donne sono le strategie generali di risoluzione dei problemi: le donne impiegano più tempo degli uomini nel risolvere alcuni compiti, dipendono da tecniche apprese, hanno meno fiducia nelle proprie abilità e conoscono meno il proprio funzionamento cognitivo.
A me pare che in sintesi, anche se con delle differenze, siamo pari!
Buona settimana
Mara Rongo
Fonti:
Galea L. A. M., Kimura D. (1993), “Sex differences in route learning”, in Personality &individual differences, 14, pp. 53-65.
Eals M., Silverman I. (1994), “the hunter-gatherer Theory of Spatial Sex Differences: proximate factors mediating the female advantage in recall of objects arrays”, in Ethology e Sociobiology, 15, pp. 95-105.
Linn M. C., Petersen A. C. (1985), „ emergence and characterization of sex differences in spatial ability: a meta-analysis”, in Child Development, 56, pp. 1479-98.
Cattaneo Z, Vecchi T. (2006), “Psicologia delle differenze sessuali”, ed. Carocci.

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