PsicoNews: Cioccolato e neuropsicologia

Che il cioccolato faccia bene è risaputo, ma quanto una dieta ricca di ben due tazze di cioccolato al giorno può fare?

  
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Ormai il freddo è arrivato, il Natale si avvicina, la città si riempe di luci e io, seduta sul divano di casa, tazza fumante in mano, computer in grembo, scopro con grande piacere che due mie grandi passioni: cioccolato e contrasto al decadimento cognitivo, potrebbero essere collegate…

Armata della mia tazza di cioccolata calda fumante scopro uno studio di qualche anno fa, il 2013 per la precisione, in cui il Prof. Farzaned A. Soron provò che il consumo di cioccolata calda, per 30 giorni, due volte al giorno, ad un gruppo di ultrasessantacinquenni (sui 73 anni per la precisione), migliorerebbe quello che in neurologia si chiama accoppiamento neurovascolare (ossia il flusso sanguigno cerebrale collegato alla prestazione cognitiva).

I 60 soggetti dell’esperimento, la maggior parte ipertesi, alcuni affetti anche da diabete mellito, sono stati sottoposti a prove cognitive e di attenzione visiva, alcuni di essi anche a Risonanza magnetica funzionale.

Dopo la fase di sperimentazione, ossia il duro sacrificio di consumare cioccolata calda due volte al giorno per 30 giorni (solo la cioccolata fornita per l’esperimento però, per evitare effetti differenti), i soggetti patologici hanno ottenuto migliori prestazioni cognitive e velocità di esecuzione, nei soggetti già sani il risultato restava identico.

I ricercatori hanno comunque sottolineato che questi risultati sono stati ottenuti su un ristretto campione di riferimento, affetto da patologie, potrebbero non rilevare gli stessi risultati su un campione di soggetti non patologici.
Non so a voi, ma a me è venuta voglia di altra cioccolata.
Buona settimana

Mara Rongo
Fonte:
“Neurovascular coupling, cerebral white matter integrity, and response to cocoa in older people”, Farzaneh A. Sorond, Shelley Hurwitz, David H. Salat, et al.Neurology 2013;81;904-909 Leggi QUI il post completo