Fratelli d'Italia sul commercio in città

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Fratelli d'Italia Verbania, a firma di Marco Malinverno, dal titolo "La difesa del Made in Italiy e il grande commercio in città".

  
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Se da una parte esiste una certa verità quando si dice che un ulteriore centro commerciale potrebbe assestare un brutto colpo ai piccoli commercianti, dall’altra sorgono immediate alcune riflessioni.

Queste riflessioni che, ripeto, mi sarei aspettato da una certa parte politica, riguardano i numerosissimi esercizi commerciali gestiti da stranieri: negozi di abbigliamento ed accessori, parrucchieri, ristoranti, e sartorie, tutti gestiti da Cinesi.

Esercizi commerciali che applicano prezzi molto più bassi rispetto a quelli dei commercianti italiani (Verbanesi in questo caso) e che, spesso e volentieri, evitano il rilascio delle ricevute fiscali.

Altri esercizi tipo Kebab e macellerie Halal (dove gli animali vengono sgozzati e fatti morire tra atroci sofferenze) e dove, spesso, anche le norme di igiene lasciano alquanto a desiderare.

Per non parlare dei centri massaggi dove tutti sanno che tipologia di “massaggio” viene effettuata; centri che sono stati fatti chiudere e che, dopo poche settimane, hanno riaperto esattamente negli stessi posti; anche questi gestiti da Cinesi.

Venditori ambulanti, extracomunitari, che si aggregano ai vari mercatini e che non sanno nemmeno cosa sia un registratore di cassa.

Tutte gravi situazioni che vanno a danneggiare il povero commerciante verbanese al quale, da cittadino italiano, vengono richieste tasse pesantissime.
Un centro commerciale sarebbe un duro colpo?

Riflettiamo un momento pensando a quante persone garantirebbe un posto di lavoro fisso.
Verbania non è una metropoli e il problema della disoccupazione si fa sentire pesantemente.

Incominciamo a controllare tutti gli esercizi commerciali di cui ho parlato, vietiamo a chi non è in regola con le normative fiscali di commerciare dove, come e quando gli pare; eseguiamo controlli a tappeto per verificare le norme igienico-sanitarie di quei ristoranti e di quei centri massaggi e togliamo le licenze alle macellerie che, per motivi religiosi, non hanno problemi a far morire in modo atroce delle povere bestie.

Così facendo, indubbiamente, daremo respiro a molti piccoli commercianti che, pur vendendo il made in Italy, vedono i loro clienti andare ad acquistare prodotti scadenti made in China o in Taiwan, solo perché i prezzi sono più bassi.
In conclusione, poniamoci qualche domanda: un supermercato come Esselunga, quanti posti di lavoro ha creato nella nostra città?

Quanti piccoli commercianti dovremmo mettere insieme per poter assumere tutte quelle persone?
Meglio non aprire altri centri e lasciare i nostri figli disoccupati?
Questo non vuol dire che dobbiamo lascar naufragare i piccoli commercianti, ci mancherebbe!

E a questo proposito mi sento di dare alcuni consigli anche a loro:
Il piccolo negozio dove offrire anche prodotti esclusivi/diversi da quelli dei centri commerciali (per sopravvivere alla competizione dei centri commerciali. Attenzione però alla scelta: non devono essere prodotti sconosciuti di supernicchia, ma varianti interessanti della versione “di massa” (es. Giacche/piumino con piumaggio ecologico al posto dei piumini d’oca tradizionali).

Deve scegliere la nicchia di clienti ai quali rivolgere i propri prodotti, cercando di capire il contesto nel quale è inserito e quali sono le attrattive della zona per creare sinergie ed essere maggiormente visibili.
Sarebbe anche utile creare un sito web (per alcuni prodotti anche un piccolo e-commerce) che mostri i prodotti del negozio, la vita del negozio, le offerte e che diventi una piattaforma per fare customer care (FAQ, Newsletter, Chat, ecc.).

Il negozio dei piccoli commercianti deve avere una buona presenza sui Social Network e sui Media locali per acquisire un certa visibilità e riuscire così a fare fronte alla concorrenza. Facebook ti permette di localizzare la tua comunicazione on-line nella tua città, creando offerte ad hoc con pochi click e spendendo pochi euro.
Non devono, invece, competere sul prezzo del prodotto, ma sul servizio (performance) che offrono al cliente, diventando consulenti sul prodotto, sui suoi usi e sulle alternative.

Rendiamoci conto che Il piccolo negozio offre qualcosa che i centri commerciali non sono in grado di offrire e cioè un buon rapporto relazionale. A tutti fa piacere essere riconosciuti quando si entra in un negozio, non sentendosi una persona qualunque.

I centri commerciali, a differenza dei piccoli negozi hanno a loro vantaggio una grande forza economica e una maggiore apertura che permette loro di attivare delle strategie molto proficue. Il piccolo negozio deve fare squadra con i colleghi della zona per ottenere aperture straordinarie o flessibilità d’orario.

Il piccolo commerciante, deve sfruttare i punti di forza dei centri commerciali e copiarli, creando gruppi d’acquisto sulle utenze e sui risparmi (dando ai tesserati degli sconti); Inoltre, può competere con i centri commerciali creando delle collaborazioni con altri negozi e partecipando alle attività organizzate dalle associazioni di categoria.
Quando si dice che l’unione fa la forza!

Marco Malinverno
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