M.O.T.O. su futuro del San Biagio

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del M.O.T.O. Movimento Ossolano Tutela Ospedale, riguardante il futuro immeduato dell'ospedale San Biagio di Domodossola.

  
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Scorrendo il verbale di una riunione ASL del 7 dicembre 2016, tenuta alla presenza del direttore sanitario, del direttore amministrativo, del primario del Dipartimento Materno-Infantile, del primario del Dipartimento Ostetricia-Ginecologia e di altri dirigenti, apprendiamo che, "fino alla realizzazione del nuovo ospedale unico"... vista la carenza di personale qualificato, si potrà nascere presso i due presidi materno-infantili della provincia, "ma in maniera diversa".

"A Domodossola si garantiranno:
– assistenza al parto per gravidanza fisiologica/basso rischio dalla 36a settimana compiuta;
– assistenza alla patologia urgente e non prevista della gravidanza e del parto, in donna giudicata non trasferibile;
– effettuazione taglio cesareo immediato per le urgenze/emergenze ostetriche."
Il Direttore Sanitario aggiunge, fra l'altro, che "a Domodossola non dovremo più realizzare letti intermedi di pediatria (vedasi ad esempio il Country Hospital Pediatrico), ma solo garantire l'assistenza al Punto Nascita".

Secondo noi del Movimento Ossolano Tutela Ospedale, ciò significa semplicemente che il DEA del San Biagio è condannato allo smantellamento, conformemente al vecchio progetto di Cota e alle malcelate intenzioni dell'assessore regionale Saitta. Ci era stato promesso che nulla sarebbe stato toccato fino all'avviamento del nuovo ospedale unico di Ornavasso, ma così non è perché un DEA mutilato dell'assistenza pediatrica perde il suo status e subisce inesorabilmente il declassamento a Pronto Soccorso.

E allora, diciamocelo: siamo tutti colpevoli. Lo siamo tutti, chi più chi meno. Lo sono i cittadini, indifferenti finché la giovane di casa non si troverà a partorire in superstrada. Lo sono i consiglieri comunali di Domodossola, di qualsiasi appartenenza, incapaci di fare politica per quello che è il suo vero significato, ovvero l'arte di governare. Lo sono le giunte e i loro Sindaci: quelli passati e quelli presenti, con i loro proclami altisonanti regolarmente seguiti da silenzi assordanti e incapacità di muovere un passo. Lo sono quei politici che vivono dietro le quinte, noti a tutti, che si sono bellamente fregati di monitorare un finanziamento da 1,4 milioni andato in fumo. Lo sono quei comitati che ora tacciono, perché imbavagliati da una tessera politica ed impegnati ad essere parte del sistema a differenza nostra, che quel sistema lo combattiamo da sempre, liberi da dettami politici. Lo sono gli operatori sanitari, che non dicono alla luce del sole ciò che sta accadendo in questi ultimi tempi: Signore e Signori, sta per calare il sipario sull'Ospedale S.Biagio di Domodossola. Non si potrà più nascere a Domo, cari giovani ossolani. Partiti e vertici ASL continuano a canticchiare un motivetto imbarazzante e canzonatorio sul nuovo ospedale, mentre smembrano ciò che esiste già, riducendolo ad un pietoso surrogato. Un DEA che di fatto già non lo è più, perché snaturato. Reparti inesistenti. Operatori sfiancati e resi anche inadeguati da protocolli ad hoc.

Forse gridiamo nel deserto, forse sbattiamo la testa contro un muro di gomma da quando iniziammo a protestare per la chiusura del reparto materno-infantile di Domodossola nel 2002. Forse è proprio così. La speranza, tuttavia, rimane quella di informare la comunità ossolana e renderla consapevole del vuoto verso cui è diretta. Sempre ammesso che non cambi direzione.
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