VerbaniaBau: Apprendimento socio-cognitivo: apprendere dall’Altro#2

L’esperienza con Tatone e Scila. Incontrai Tatone nel box del canile, per la verità nella cuccia del box : un biondo meticcio di taglia grande, ridotto pelle ed ossa, terrorizzato, rannicchiato sul fondo a nascondersi dal mondo. Si avventurava fuori da quella tana solo di notte, per bere e mangiare il minimo per la sopravvivenza.

  
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Per trentadue giorni mi presentai a lui, dapprima fuori dal box, poi all'interno, con un libro fra le mani, ricordo fosse “I Misteri della Jungla Nera”, di Emilio Salgari: mi accucciavo in un angolo e leggevo a voce bassa quelle avventure. Il veterinario mi diceva che difficilmente ce l'avrebbe fatta, così denutrito, senza più muscolatura , rachitico.
Il trentaduesimo giorno, mentre leggevo seduta a fianco della cuccia, vedo spuntare il suo naso, poi il suo muso, poi, poco alla volta, tutto il resto del corpo: rimasi immobile, sempre leggendo, e mi lasciai annusare. Capii che era stato fatto il primo passo verso la rinascita.

In quello stesso periodo stavo approfondendo la conoscenza con Scila, una “pastorona” dal mantello screziato, spirito selvaggio ed indipendente, sicura di sé, preservata nel carattere nonostante le esperienze trascorse.

Pensai che lei avrebbe potuto essere di sostegno a Tatone e feci in modo di dare inizio e facilitare la loro conoscenza. Lui si fidò da subito, lei divenne la sua guida, oltre che la mia: lo appoggiò nelle prime uscite in recinto, gli stette a fianco nelle prime passeggiate al guinzaglio nel bosco, gli svelò come godere del fiume insegnandogli a nuotare; insieme cooperarono nell’affrontare la salita in auto, le visite dal veterinario, le uscite in città, e, quando li adottammo, lei lo accompagnò nella scoperta della varietà del mondo-casa.

Con Scila Tatone riuscì a recuperare buona parte dello spirito guerriero, della sua fierezza cognitiva, della serenità.
Io appresi da Scila l'importanza del tempo e del contesto, la pazienza e la rinuncia ad aspettative, la curiosità e la sorpresa, il coraggio di essere se stessi, il dialogo fra pari, la bellezza delle avventure selvagge e il rispetto per l'altro.
Lei ci ha accompagnato in una cammino di meraviglia che è stato un cammino di crescita e di rinascita.
Ed ancora oggi ti ascoltiamo, Artemide fiera e protettrice, coraggiosa e selvaggia, ti ritroviamo nelle nostre avventure e ti abbracciamo, i nostri sguardi al cielo che frugano fra le nuvole.

Riferimento bibliografico: Liana Fiorito Spadoni, Una zuppa per due, Mursia Editore, 1988
Dott.ssa Francesca Paleari. Leggi QUI il post completo