Sanità pubblica: dove andiamo?

Riceviamo e pubblichiamo, una mail ricevuta da una lettrice del blog, riguardante la sanità pubblica.

  
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Da due mesi mio marito sta cercando di prenotare una visita diabetologica tramite il Servizio Sanitario Nazionale, con priorità 10 giorni. Il suo valore di emoglobina glicata è altissimo, ben oltre i limiti di sicurezza: serve un controllo urgente, eppure niente si muove.

Si è recato di persona al CUP dell’Ospedale Castelli di Verbania. Risposta? “L’agenda è bloccata, non ci sono medici disponibili.” Nessuna data futura, nessuna possibilità di lista d’attesa. Solo silenzio e rimpalli.

Il primo mese era riuscito, con non poca fatica, a prenotare una visita. Ma il giorno dell'appuntamento... non risultava nulla. Nessuna traccia della prenotazione. Sparita. Una presa in giro vergognosa.

Così funziona oggi la sanità pubblica: ti spinge verso il privato, dove – miracolosamente – tutto è possibile, se paghi. Stesse cure, stesse strutture, ma con la carta di credito in mano.

Questa non è una scelta libera: è un ricatto sistemico. E a pagarne il prezzo sono proprio le persone più fragili, i malati cronici, gli anziani. La sanità pubblica sta diventando un’illusione per pochi fortunati, mentre le liste d’attesa si allungano e i medici scarseggiano.

Chi tutela il cittadino malato? Chi difende il diritto alla salute garantito dalla Costituzione?
Questo non è solo un disservizio.
È uno scandalo. Una vergogna.
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