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"Case dell'acqua": comunicato del Pd

Presa di posizione del Pd sulle "case dell'acqua", dopo le dichiarazioni dell'assessore provinciale Bendotti, che si dice contrario alla loro realizzazione

Verbania
"Case dell'acqua": comunicato del Pd
COMUNICATO Pd:
Siamo rimasti sorpresi dall’uscita dell’assessore provinciale Bendotti contro le “case dell’acqua” che molti comuni (anche di centro destra) stanno installando nel VCO e non solo.

Le case dell’acqua non sono contro gli stabilimenti locali che erogano e imbottigliano acqua minerale – afferma Antonella Trapani segretario provinciale del PD - .
E’ un’affermazione facilmente dimostrabile, basti pensare che ognuno di noi può installare in casa propria un dispositivo che consente di bere acqua del rubinetto con una gradualità di gas diversa. Tanto per fare un esempio semplice.

La maggiore differenza sta quindi nel fatto che mentre le acque tremo-minerali (quelle in bottiglia) non subiscono di norma alcun trattamento le acque che sono immesse nella rete idrica sono invece trattate per esser potabili.
Per preservare e quindi proteggere un bene tanto prezioso bisogna preservare le condizioni naturali dell’intero sistema; bisogna, per dirla semplice, tenere sotto controllo inquinamento, emissioni CO2 ed altre caratteristiche ambientali.

Affermare che salviamo i produttori locali non realizzando le case dell’acqua o non dotandoci in casa nostra di sistemi di gassificazione – continua Antonella Trapani - è una politica al ribasso, che non guarda al futuro.
L’assessore provinciale Bendotti invece di tacciare per “ideologiche” le politiche che mirano alla riduzione del consumo di bottiglie di plastica (e quindi petrolio i cui effetti dannosi su ambiente ed economia sono noti ai cittadini) dovrebbe promuovere uno sviluppo delle nostre fonti naturali in termini di ricerca, sviluppo delle politiche ambientali e qualitative del sistema idrogeologico, e non sparare contro scelte che di contro favoriscono una nuova socializzazione intorno ad un luogo che eroga una risorsa comune.

Queste prospettive di nuovo e rinnovato interesse verso le nostre fonti naturali si potrebbero attuare con il riconoscimento “geosito”. Più specificatamente un “IDROGEOSITO” è quell’area/sito nel cui sottosuolo, per effetto, spesso, di condizioni idrogeologiche molto peculiari strettamente connesse alla storia geologica del territorio, circolano acque dalle caratteristiche geochimiche talmente uniche da rendere “necessaria” una protezione legata sempre di più alla conoscenza approfondita dei fenomeni connessi.
Lo sviluppo scientifico dei siti non minerebbe la produzione ma contribuirebbe a renderla di maggior valore: magari, “Bognanco fonti” troverebbe una nuova vita, mentre oggi è affidata al solo impegno dei suoi instancabili residenti.

Dobbiamo guardare oltre l’esistente - conclude Antonella Trapani - e contribuire a prefigurare scenari futuri di sviluppo e crescita dando elementi di conoscenza ai soggetti pubblici e privati di riferimento, deputati alle decisioni e alle scelte.
Invito l’assessore Bendotti a non perseguire solo l’obiettivo della “protezione” a discapito dello sviluppo, perché non fa il bene dei produttori, deve fornire loro uno scenario di sviluppo al quale tendere, una prospettiva per il futuro.



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