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Frana Sp 75 della Cannobina: effettuati rilievi innovativi

Tecniche geomatiche innovative per i rilievi della frana della Val Cannobina: conclusa la fase di misura, a breve gli esiti delle elaborazioni. Di seguito la nota della Provincia del VCO.

Falmenta
Frana Sp 75 della Cannobina:  effettuati rilievi innovativi
Al fine di accelerare la progettazione e l’attuazione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza della strada provinciale della Val Cannobina nel tratto interessato dalla frana del 7 ottobre scorso, la Provincia ha dato avvio alle attività di rilievo, grazie alla collaborazione in corso tra il Servizio Difesa del Suolo e il Laboratorio di Geomatica del Politecnico di Torino nell’ambito di un Programma di ricerca e sviluppo sul monitoraggio dei versanti e delle infrastrutture, in fase di svolgimento insieme al CSI Piemonte.

Già venerdì scorso il geologo provinciale, dott. Maurilio Coluccino, insieme a un team di professori e ricercatori del Politecnico, hanno effettuato le misure in campo, adoperando strumenti e tecnologie di remote sensing altamente innovativi e di grande accuratezza, necessari per far fronte al livello di complessità geologica del fenomeno franoso della Val Cannobina, tenuto conto della sua pericolosità e dell’elevato rischio residuo per la sicurezza stradale.

Le linee di intervento per garantire la stabilità del versante e il ripristino in sicurezza della viabilità e del transito sono state prontamente individuate e computate dalla Provincia, grazie alla perizia di emergenza redatta dal nostro geologo insieme agli uffici del Servizio Viabilità, comunica il Presidente della Provincia, Stefano Costa, ma in attesa di poter disporre operativamente delle risorse richieste per dare corso a progetto e lavori, ci siamo portati avanti con le fasi di rilievo, fondamentali per poter dimensionare correttamente le opere.

Sono state sviluppate in sito diverse tecniche di rilievo accoppiate, sia aeree che terrestri, spiega il geologo Coluccino, che in pochi giorni consentiranno di restituire un modello numerico tridimensionale denso della superficie della frana (DDSM) e delle fratture della roccia responsabili dei crolli, in modo da poter definire con precisione l’assetto strutturale del versante, i volumi che possono ancora staccarsi, le energie attese e di impostare correttamente la progettazione e la realizzazione degli interventi di stabilizzazione del versante e di protezione della strada.

Questi consisteranno in reti di contenimento e ancoraggi sui fronti di distacco, barriere ad alto assorbimento di energia lungo le traiettorie di discesa dei massi, drenaggi per ridurre la presenza di acqua nelle fratture della frana, ma i rilievi in corso aiuteranno non poco per definire meglio la situazione.

In particolare, continua Coluccino, la frana è delimitata da estese pareti rocciose verticali instabili che impediscono l’accesso per misure dirette e per questo motivo sono state eseguite riprese aerofotogrammetriche ad alta risoluzione mediante un drone di ultima generazione assistito da gps, con schemi di volo ad elevata ridondanza, in grado di acquisire ed estrarre milioni di punti dalla frana, insieme a 6 scansioni laser ad alta densità eseguite da diversi punti a terra, queste ultime mediante uno strumento noto come LiDAR (Laser Imaging Detection and Ranging), che ha consentito di acquisire la posizione tridimensionale di 50 milioni di punti per ogni scansione e una nuvola di punti su tutta la frana con una densità media di 2 ogni 5 cm2 di superficie.

La fase di rilievo si è già conclusa ed è in corso il processamento dei dati presso il laboratorio di geomatica di Torino, che terminerà nei prossimi giorni.



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