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Gli studenti a lezione dai magistrati

Come funziona la giustizia? É per rispondere a questa domanda, semplice in apparenza ma complicata nell'applicazione, che gli studenti delle superiori verbanesi sono andati a lezione da giudici e avvocati.

Verbania
Gli studenti a lezione dai magistrati
Con la conferenza tenutasi ieri mattina nell'auditorium dell'Istituto "Ferrini", s'é conclusa la seconda edizione del progetto legalità, che ha coinvolto alcune classi quinte in un percorso didattico e pratico culminato, nei giorni scorsi, con una sorta di visita guidata al tribunale e con la presenza degli studenti a un’udienza penale.

«Concludiamo con un notevole riscontro il secondo anno del progetto legalità – spiega l’assessore alla Pubblica istruzione, Lidia Carazzoni –. Eravamo partiti l’anno scorso con la conferenza al palasport tenuta dai magistrati Ayala e Piscitello e un percorso al termine del quale abbiamo condotto le classi a visitare il carcere. Ora ci siamo concentrati sulla macchina della giustizia e sulla certezza della pena, portando i ragazzi a toccare con mano l’istituzione giudiziaria».

Grazie alla collaborazione del Tribunale – «ringrazio il presidente Massimo Terzi
e il magistrato Francesca Gentilini» – giudici ma anche avvocati hanno spiegato agli studenti che cosa è un processo, come si celebra, con quali riti, come si comporta il pubblico ministero e come si difende l’imputato, qual è il ruolo della parte civile… Al termine della teoria c’è stata la visita al tribunale.

«Un esperimento molto interessante – ha commentato stamattina la dottoressa Gentilini – che ha attirato molto l’attenzione dei ragazzi ma che ha arricchito noi tutti. Personalmente mi ha ricordato il motivo per cui ho scelto questa professione. Nella vita le regole e il loro rispetto sono elementi essenziali: non sono imposizioni, ma strumenti che permettono a tutti di esercitare la propria libertà».

Non sono mancate, da parte degli alunni, alcune domande riferite a quanto hanno
assistito nell’aula del tribunale. Dal punto di vista di un ragazzo poco più che maggiorenne ciò che balza all’attenzione sono i lunghi tempi d’un processo e il peso che le sentenze hanno sulla vita delle persone. «Sulla lentezza della giustizia italiana – ha risposto il magistrato – ci sono molteplici fattori: la pesantezza del rito, la complessità del codice di procedura penale e delle sue interpretazioni, l’elevato numero di avvocati che distorce il sistema e la carenza di risorse.

A Verbania viviamo in un’isola felice, ma pensate che ci sono realtà in cui i processi slittano perché mancano stenografi o cancellieri. Quanto alle sentenze, non vengono mai pronunciate a cuor leggero. C’è sempre un sussulto personale ed è doveroso che sia così».

All’incontro era presente la vicepreside, il vicequestore, il comandante provinciale dei carabinieri e il sindaco di Verbania, Marco Zacchera, che ha invitato a proseguire su questo progetto «che è una lezione di vita».
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