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Orta Festival

ISOLA DI SAN GIULIO - BASILICA VENERDì 8 LUGLIO ORE 21.00.

Fuori Provincia
Orta Festival
Orchestra da Camera di Milano
Roberto Ranfaldi - violino
Simonide Braconi - viola
Amedeo Monetti - direttore

Concerto d’apertura
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 -1791)
Sinfonia concertante K 364 in mi bemolle maggiore
per violino, viola e orchestra
Franz Joseph Haydn (1732 -1809)
Sinfonia n. 44 in mi minore “Trauersymphonie” Hob. I:44
La basilica dell’Isola di San Giulio con la sua magni!ca acustica,
sarà ancora una volta il perfetto contenitore della serata d’apertura
di Orta Festival.
È questa la ricca occasione per ascoltare il concerto di un’orchestra
da camera nel più giusto equilibrio fra musicisti e pubblico.
Le dimensioni di questo luogo danno infatti la possibilità
all’ascoltatore di poter “vivere” la musica veramente da vicino,
cosa ormai rarissima. Il programma prevede inoltre due vette
musicali del periodo classico.
Con la Sinfonia concertante K364 per violino e viola scritta
nell’estate del 1779, Mozart raggiunge il massimo risultato nella
composizione per più strumenti solisti, dove il termine “Sinfonia”
sembra alludere soprattutto alla matura ed intensa scrittura
sinfonica dell’opera, sempre al di sopra di un banale concetto di
accompagnamento. Questo lavoro è la sintesi compiuta di tutte
le esperienze musicali assimilate dal giovane genio in giro per
l’Europa. Il concerto, eseguito senza intervallo, prevede a seguire
l’esecuzione di una delle più celebri sinfonie haydniane, la
numero 44 “Trauersymphonie” composta nel 1772, compendio
di caratteri impegnativi e seri, ma affatto lugubre.
“In Haydn – ammoniva Wilhelm Furtwängler – la musica è giovane
come in nessun altro, né prima, né dopo di lui. Il mondo
senza Haydn sarebbe spaventosamente più povero”.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA
SABATO 8 LUGLIO ORE 21.15

Orta Festival Ensemble
Flavio Alziati - auto
Elena Gorna - arpa
Amedeo Monetti - direttore
... Danses
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Ouverture n. 2 in si minore BWV 1067
Claude Debussy (1862-1918)
Danse sacrée et danse profane
Bela Bartok (1881-1945)
Danze popolari rumene
Ottorino Respighi (1879-1936)
Antiche danze ed arie per liuto (III Suite)
Il secondo concerto di questa nuova edizione di Orta Festival
propone in cartellone un excursus strumentale attraverso i secoli
nel segno della danza.
Sarabande, Bourrée, Polonaise, Menuet !no alla celeberrima
Badinerie nella Ouverture n. 2 in si minore di Johann Sebastian
Bach.
Le oniriche Danse sacrée et danse profane di Claude Debussy
dalla particolare magia timbrica, composte nel 1904 all’ombra
del poema sinfonico La mer (1903).
Le sfavillanti Danze rumene di Béla Bartok: Jacul cu bata (danza
con il bastone), Brâul (danza con la cintura), Pe Loc (danza
sul posto), Baciumeana (danza del corno di montagna), Poarga
Româneasca (polca romena), Maruntel (danza veloce).
In!ne le Antiche danze ed arie per liuto (III suite) di Ottorino
Respighi, in cui il passato rivive attraverso il riferimento alla
civiltà delle danze cortesi di tradizione cinquecentesca.
Il tutto eseguito sotto la guida di Amedeo Monetti con l’Orta
Festival Ensemble, formato ogni anno da musicisti di primo
piano del panorama musicale italiano e non solo.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA
GIOVEDì 14 LUGLIO - ORE 21.15

Ivan Rabaglia - violino
Raffaella Damaschi - pianoforte
Duo Recital
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sonata K 379 in sol maggiore
per pianoforte e violino
Maurice Ravel (1875-1937)
Sonate per violino e pianoforte
Johannes Brahms (1833-1897)
Sonata in sol maggiore op. 78
per pianoforte e violino
Dopo il successo dell’integrale schubertiano della scorsa edizione,
il duo formato dal violinista Ivan Rabaglia e dalla pianista
Raffaella Damaschi affronta un programma che intesse un dialogo
fra gli autori interessante ed insolito.
Si comincia con la Sonata K 379 per pianoforte e violino di Mozart,
inclusa nel gruppo di 6 sonate dedicate alla pianista Josepha
Auernhammer, di cui Mozart aveva apprezzato il talento.
Va osservato che queste sonate non sono più state dedicate ad
un nobile patrono, ma bensì ad una musicista e comune cittadina.
Il concerto procede poi con due opere fondamentali del
repertorio scritto per questa formazione. La Sonate di Maurice
Ravel, della quale egli stesso ebbe a dire di aver considerato
violino e pianoforte “strumenti essenzialmente incompatibili” e
di aver dunque composto un lavoro in cui essi “lungi dall’equilibrare
i loro contrasti, mettono in evidenza proprio questa
incompatibilità”.
La serata si chiude nel segno di Johannes Brahms con la Sonata
in sol maggiore op. 78 (prima delle sue tre), soprannominata
Regensonate (sonata della pioggia), poiché alcuni frammenti
del materiale musicale provengono dal Lied op. 59 n. 3 Regenlied

GOZZANO - CHIESA MADONNA DELLA LUZZARA
SABATO 16 LUGLIO ORE 21.15

Davide Pozzi - clavicembalo
Goldberg Variationen 1
Johann Sebastian Bach (1685 -1750)
Gelobet seist du, Jesu Christ, corale e fughetta BWV 722 e 697
Goldberg Variationen per clavicembalo a due manuali BWV 988
Aria con variazioni 1 - 15
Allein Gott in der Hoh sei Ehr, corale BWV 715
Goldberg Variationen per clavicembalo a due manuali BWV 988
Variazioni 16 (Ouverture) - 30; Aria da capo
Nel novembre 1741 Bach partì da Lipsia alla volta di Dresda per
incontrare il conte Hermann Karl von Keyserlingk.
Il conte che soffriva di nevralgie ed insonnia cronica commissionò
a Bach un’opera suf!cientemente lunga e varia che alleviasse la
noia delle sue notti in bianco. Il titolo Variazioni Goldberg si riferisce
al nome di colui che le eseguì per il conte: Johann Gottlieb
Goldberg, allievo di Bach.
L’opera è formata da un’Aria e 30 variazioni e un’Aria da capo.
Le 30 variazioni (il 30 – 10x3 – è il numero della pienezza e della
perfezione) sono suddivise in 10 gruppi di 3 forme musicali: la
forma danza, la forma toccata e un canone.
La rara occasione di ascoltare questo capolavoro sullo strumento
originale, il clavicembalo a due tastiere, per il quale Bach
indica in ciascuna delle variazioni se debba esserne impiegata
una sola o due, si fa ancor più interessante poiché eseguita in
uno spazio a nostro avviso ideale come dimensioni ed acustica
ad opera di uno dei più signi!cativi clavicembalisti italiani.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA S. MARIA ASSUNTA
DOMENICA 17 LUGLIO - ORE 21.15

Laurent Wagschal - pianoforte
David Haroutunian - violino
Giuseppe Russo Rossi - viola
Matteo Pigato - violoncello
Piano Quartet
Johannes Brahms (1833-1897)
Quartetto in do minore op. 60
per pianoforte, violino, viola e violoncello
Gabriel Fauré (1845-1924)
Quartetto in do minore op. 15
per pianoforte, violino, viola e violoncello
La musica da camera aveva un’importanza essenziale e dominante
nel comporre di Johannes Brahms. In più la pratica del far
musica insieme rappresentava per lui e per i musicisti della sua
cerchia un ideale di tipo non solo artistico, ma anche spirituale.
La musica diventa un incontro di anime ed un dialogo dei cuori
in contrapposizione al “vuoto” intrattenimento dei virtuosi nelle
sale da concerto.
Il pianista-camerista Laurent Wagschal ci presenta, insieme ad
altri amici musicisti, un omaggio imperdibile alla musica scritta
per quartetto con pianoforte.
Il concerto si apre con l’op. 60 di Brahms (terminato nel 1875),
opera che ebbe una lunga gestazione (i primi schizzi risalgono
al 1856) e in cui si trova la summa dell’arte di questo autore
nella sua piena maturità.
Nel Quartetto op. 15 di Gabriel Fauré, quasi coevo all’opera
brahmsiana (1880), vi è già tutta l’originalità dello stile di questo
musicista connotato da raf!natissime sottigliezze armoniche,
dal fascinoso nitore del disegno melodico e dall’eleganza mai
esibita della scrittura contrappuntistica, un contesto che è assolutamente
francese.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA S. MARIA ASSUNTA
LUNEDì 18 LUGLIO ORE 21.15

Giampaolo Bandini - chitarra
Cesare Chiacchiaretta - bandoneon

Tango del Angel
Astor Piazzolla (1921-1992)
Bandoneon, Ave Maria, Zita
Agustin Bardì (1884-1941)
Gallo Ciego
Angel Villoldo (1861-1919)
El Choclo
Astor Piazzolla
Adios Nonino, Invierno Porteno
Maximo Diego Pujol (1957)
Nubes de Buenos Aires
Astor Piazzolla
Muerte del Angel, Oblivion, Libertango
“Il tango è un pensiero triste che si balla” (Astor Piazzolla).
Il timbro agrodolce ed una apparente attitudine a passare da
una nostalgia dove le lacrime non sono mai molto lontane da
una passione, dove la violenza dei sentimenti è appena contenuta,
sono tra le qualità evocative del suono del Bandoneon,
uno strumento a lamella libera simile alla !sarmonica, lo
strumento di Astor Piazzolla. Considerato a tutti gli effetti uno
dei più grandi compositori del ’900, Piazzolla studiò con Nadia
Boulanger a Parigi ed è grazie a lei che decise di fondere tango
e musica classica, creando qualcosa di nuovo, so!sticato e
rivoluzionario. Il Duo Bandini – Chiacchiaretta, chitarra e bandoneon,
è divenuto punto di riferimento a livello internazionale
nell’esecuzione della musica di Astor Piazzolla, invitato dai più
importanti festival e teatri del mondo per la loro grande forza
comunicativa unita al carisma.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA S. MARIA ASSUNTA
MERCOLEDì 20 LUGLIO ORE 21.15

Alessandro Taverna - pianoforte
Piano Recital
Claude Debussy (1862-1918)
Images (Première Série)
Reflets dans l’eau - Hommage à Rameau - Mouvement
Maurice Ravel (1875-1937)
Gaspard de la nuit
Ondine - Le gibet - Scarbo
Franz Schubert (1797-1828)
Fantasia in fa minore op. 103 D940
per pianoforte a quattro mani
Raffaella Damaschi - pianoforte
Claude Debussy
Estampes
Pagodes - La soirée dans Grenade - Jardins sous la pluie
Maurice Ravel
La Valse
Ormai possiamo dire che Alessandro Taverna rientri nel novero
degli artisti più legati ad Orta Festival.
Dopo Lorin Maazel, che lo scoprì, sono arrivate le collaborazioni
con altri grandi direttori, Daniel Harding, Fabio Luisi, per citarne
alcuni e orchestre come i Münchner Philarmoniker, Filarmonica
della Scala.
Tra i tanti aspetti degni di ammirazione della sua arte pianistica,
la cura del suono è quella che forse ne mette in luce la sensibilità.
Il dosaggio delle dinamiche e le più sottili sfumature del
tocco.
Il programma francese che ci propone, oltre all’incursione nella
produzione dell’ultimo anno di vita di Schubert con il capolavoro
a quattro mani (Fantasia in fa minore D 940), esalterà le
peculiarità di questo straordinario artista.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA S. MARIA ASSUNTA
VENERDì 22 LUGLIO ORE 21.15

Mariaclara Monetti - pianoforte
Sandro Cappelletto - drammaturgia
e voce narrante
“La felicità inseguita:
Schubert, l’ultimo anno”
Franz Schubert (1797-1828)
Improvviso D 899, op. 90 n.3
Klavierstück D 946 n. 1
Klavierstück D 946 n. 2
Andantino, dalla Sonata D 959
Andante sostenuto, dalla Sonata D 960
Improvviso D 899, op. 90 n. 4
Il 26 marzo 1828 Franz Schubert ha la gioia di vedere realizzato
il primo, e sarà anche l’ultimo, concerto interamente dedicato
alla sua musica. La data prescelta, primo anniversario della
morte di Beethoven, è particolarmente signi!cativa e gli amici
delle schubertiadi - quelle serate dove musica, canto, convivialità,
voglia di stare assieme generavano un’atmosfera unica e
oggi rimpianta - si sono molto adoperati per rendere omaggio
al compositore.
Il concerto-racconto di questa sera prende spunto da quella
serata viennese, il cui successo fa ritrovare a Schubert “il più
rinnovato coraggio”. Inizia un periodo di miracolosa creatività:
“La sola creazione di tali capolavori in quell’arco di tempo
sembra incredibile, ma la qualità dell’ispirazione, della magia, è
miracolosa e supera ogni spiegazione”, dirà Benjamin Britten.
Nella propria vita, Schubert non ha avuto molto successo. Ha
scritto 17 opere liriche, ma nessuna è stata eseguita. Nove Sinfonie,
ma non ha fatto in tempo ad ascoltarne nessuna. Viveva
in una simultanea condizione di libertà e di privazione: era libero
di seguire la propria pulsione creativa, ed era privo della
possiiblità reale che le sue opere più ardite venissero eseguite
in pubblico. Schubert il dif!cile, il complicato, l’oscuro: questo
dicevano di lui.

ORTA SAN GIULIO - CHIESA S. MARIA ASSUNTA
LUNEDì 25 LUGLIO ORE 21.15

Beatrice Rana - pianoforte
Goldberg Variationen 2
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Variazioni Goldberg BWV 988
Aver inciso a ventidue anni i concerti di Cajkovskij e Proko!ev
con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Pappano
è un bel traguardo: ma di traguardi Beatrice Rana ne ha già
raggiunti molti altri, non da ultimo il Premio del pubblico al Concorso
Van Cliburn 2013, che ha tributato tre minuti di standing
ovation a questa giovane italiana il cui talento si era rivelato
sbalorditivo sin dagli anni di studio. Anni trascorsi al Conservatorio
di Monopoli sotto la guida di Benedetto Lupo, ed oggi
forti dei consigli di Arie Vardi ad Hannover. Perché a quest’età è
ancora giusto parlare di maestri, di passioni, di modelli, e Beatrice
pare proprio cresciuta a pane e piano: famiglia di musicisti,
primi concerti a nove anni, insomma un prodigio maturato –
cosa non semplice né scontata – con attenzione e misura, che
Orta Festival ha il piacere di ospitare per la prima volta con un
programma dedicato al capolavoro bachiano, le Variazioni Goldberg,
capace di fungere da modello e di risvegliare alla sua età
una passione che duri tutta la vita.
Glenn Gould ebbe a dire in una lettera del 3 gennaio 1963 a proposito
dell’esecuzione di Bach al pianoforte “… non posso fare
a meno di pensare che il pianoforte con la sua ricchezza di sonorità
e le possibilità che fornisce per effetto di registri, basilari
alla musica bachiana, ma per ragioni puramente meccaniche
impossibili a tradursi sul clavicembalo, è un sostituto perfettamente
legittimo e in varia maniera il più pratico strumento a tastiera
per eseguirlo. Devo anche aggiungere che suonare il pianoforte
richiede una buona dose di volontà per rinunciare alle
sue qualità ammalianti e questo mi sembra sia ora sempre più
ampiamente accettato dall’attuale generazione di musicisti”.

ISOLA DI SAN GIULIO - BASILICA
MERCOLEDì 27 LUGLIO ORE 21.00

Quartetto Zaïde
Charlotte Juillard - violino
Leslie Buolin Raulet - violino
Sarah Chenaf - viola
Juliette Salmona - violoncello
Matteo Pigato - violoncello

Concerto di chiusura
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Quartetto in re maggiore op.18 n. 3
Franz Schubert (1797-1828)
Quintetto in do maggiore D 956 (op. post. 163)
Nel Quintetto in do maggiore D 956 che fu composto da Schubert
tra agosto e settembre del 1828, pochi mesi prima della
sua morte vi è tutta l’espressione del suo più intimo e intenso
mondo affettivo. “Quando volevo cantare l’amore, diveniva in
me dolore; e quando volevo cantare il dolore, esso diveniva in
me amore; così ero lacerato tra l’amore e il dolore”. Sarà proprio
questa ambivalenza di sentimenti, questo tipo di tensione a
pervadere l’intera opera, con accelerazioni e arresti del tempo,
cambi armonici improvvisi e soprattutto tramite il colore caldo
e profondo reso dall’utilizzo dei due violoncelli. L’esecuzione è
af!data al francese Quartetto Zaïde che si distingue oggi come
una delle più acclamate formazioni a livello internazionale. Nello
spazio di sei anni questo quartetto di sole donne è già stato
ospite delle sale più prestigiose, come la Philarmonie di Berlino,
Wigmore Hall di Londra, Musikverein di Vienna e i più importanti
Festival. Imminente è il loro debutto al Lucerne Festival il
prossimo agosto. Vincitore del Primo Premio al Concorso Internazionale
Haydn di Vienna, ha di recente inciso l’Integrale
haydniana dei Quartetti op. 50 per la casa No Mad Music.
È un onore per Orta Festival poter chiudere con questi musicisti
la sua XVII Edizione, impegnati in una serata nel segno di
Beethoven e nell’in!nita Wanderung sonora del Quintetto con
due violoncelli.

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