azienda
azienda - nei commenti
Zacchera: banche e domande - 5 Giugno 2016 - 14:22Re: che fare?Ciao livio In concreto bastava usare il buonsenso, nazionalizzare le banche in bancarotta anziché socializzare le perdite, tutti per il mercato libero quando c'è da guadagnare, bussuando poi alla porta dello stato quando arrivano i problemi. Se tu sei un imprenditore e la tua azienda è in grave difficoltà, magari trovi chi crede in te o nel tuo business, ci mette i soldi ma in cambio come minimo vuole la maggioranza delle quote, ma se sei pieno di debiti i quali superano il tuo valore, paga i creditori e si prende l'azienda. “Tra il 2008 e il 2011 la Commissione europea ha approvato aiuti di Stato a favore delle banche per 4.500 miliardi di euro”. A rendere pubblica questa cifra impressionante è stato il Commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier alla presentazione della proposta della Commissione di prevenzione e gestione delle crisi bancarie. Una montagna di soldi che equivale al 37% del Pil dell’intera Unione europea . Personalmente vorrei che d'ora in avanti, le banche che battono cassa allo stato per essere salvate vengano nazionalizzate, gli strumenti come il fondo atlante, dove con i soldi della CDP cioè i risparmi dei pensionati, altro non è che un salvataggio pubblico, ma le banche risanate e valorizzate resteranno sempre in mano ai soliti noti, e a chi è stato truffato gli si continua a dire è il mercato bellezza |
Forno crematorio: "perchè non andremo a votare" - 9 Aprile 2016 - 00:03Re: Ci siete o ci fate?Ciao Hans Axel Von Fersen Guardi signor fersen che ogni azienda che si rispetti oltre il bilancio di fine anno, fa proiezioni non solo sull anno in corso , ma anche sui tre anni successivi |
Forno crematorio: "perchè non andremo a votare" - 8 Aprile 2016 - 21:21Re: Re: Re: curiosità per MaurilioCiao paolino forse è vero, ho sicuramente un'autostima notevole, ma sui social, a Verbania, di Maurilio non ce ne sono molti...più tardi metterò la stessa foto che ho su Facebook anche su VBN, così ti sarà più facile rintracciarmi! A parte questo, tu però non leggi quello che scrivo (non è un obbligo in assoluto, ma se mi rispondi nei commenti...). Io ho scritto, testuali parole, "...ne le opposizioni ne la maggioranza ha(nno) dimostrato, in modo chiaro, che sia un buon o pessimo affare..."; siccome mi hanno insegnato, ma si vede che ho avuto pessimi maestri, che se vuoi sostenere o confutare, una tesi, la devi dimostrare, ecco che il discorso del "business plan" vale per ambo le parti! Un paio di persone, una per parte, mi ha chiesto di sviluppare un "business plan", fornendomi i dati di bilancio el forno, tra qualche ora avranno il mio "esercizio", poi decideranno il da farsi...non ci voleva molto, 20' per impostare un modello, altrettanti per impostare qualche ipotesi... Inoltre, io non ho mai detto di essere favorevole "in toto" alla privatizzazione, semplicemente leggo un sacco di banalità spacciate per verità assolute, senza un briciolo di argomentazione strutturata. Come ho risposto ieri a HAVF: "Gli affitti di rami d'azienda sono prassi consolidate, la bontà, o meno, di queste operazioni dipende da tutta una serie di fattori e, anche in questo caso, si devono basare su una seria analisi economica." "Seria analisi economica" che devono fare sia chi è favorevole che chi è contrario, altrimenti vale la risposta di questa mattina a Campana e Brignone: "...non sempre le opposizioni sono all'altezza..." Saluti Maurilio |
Forno crematorio: "perchè non andremo a votare" - 8 Aprile 2016 - 13:14curiosità per Maurilioma che mestiere fa? per mettersi addirittura a disposizione dei comitati per redigere dei business plans,o è un imprenditore di un certo livello o un dirigente di d'azienda,chissà. di sicuro ha un'alta considerazione di sè |
Forno crematorio: "perchè non andremo a votare" - 7 Aprile 2016 - 14:25Re: sig marconiHa ragione, solitamente cerco di essere pacato, ma mi aspetto che i temi vengano affrontati con serietà e non vengano distorti - omessi dati. La sala del commiato è a pagamento, da quel che mi risulta nei crematori di questa azienda ma comunque i forni crematori privati la fanno pagare. Anche se per i residenti la tariffa rimanesse invariata a questa viene applicata l'iva. Noi abbiamo richiesto tutti i dati inerenti il forno crematorio e non ci è stato fornito alcunché concernente le emissioni, figuriamoci i dati riguardanti le emissioni del forno crematorio di domo, mi chiedo loro come facciano ad averli e la risposta più semplice è che siano inventati. Non dicono che nel 2015 gli utili, è vero che sono diminuiti ma la gestione delle "prenotazioni" è cambiata ( ora passano dal dirigente con orari ben precisi prima venivano contattati direttamente gli addetti in qualsiasi momento) e che ci sono 33000€ di gas di cui una parte probabilmente è un conguaglio ( la dirigente interrogata non sapeva bene per quale motivo ci fosse una cifra più alta di anni in cui ha lavorato maggiormente). Fanno del populismo dicendo "o si investe nel forno o negli asili" ma non è vero poiché i 150000€ ( bisogna vedere se saranno davvero così tanti, non c'è certezza) cominceranno ad essere corrisposti dopo qualche anno per favorire l'investimento del privato, ciò vuol dire che non investiremo nel forno ma non potremo farlo nemmeno in altri servizi. Nel loro primo articolo avevano già tirato fuori delle tecnologie che sarebbero state utilizzate, ricordo che l'unica, fino a prova contraria, ad aver visionato il progetto è la dirigente che smentisce quanto affermato da loro. Tutte le loro argomentazioni sono inventate oppure distorte, gli viene concesso di passare in televisione e parlare anche per ultimi, se in più ci aggiunge il fatto che ho sempre chiesto un confronto pubblico ( in modo da poter smontare le loro tesi) e loro si sono sempre rifiutati beh, mi sento in diritto di essere quantomeno arrabbiato |
Forno crematorio: "perchè non andremo a votare" - 7 Aprile 2016 - 10:46Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Maurilio birichino...Ciao Hans Axel Von Fersen nel momento stesso in cui scrivi "Se ad esempio..." stai giocando con i numeri! Quello che nessuno ha fatto, o quantomeno ha reso pubblico, è una tabella che rappresenti seriamente e in modo totale l'impatto di questa scelta su un piano pluriennale, inserendo costi, ricavi e tutte le altre variabili (allego il primo esempio che ho trovato su internet). Senza questo documento, ovviamente basato su dati certi, siamo sempre nell'ambito del "...ad esempio...", cioè stiamo giocando con i numero, sia se si è favorevoli che contrari alla privatizzazione! Ribadisco poi, che io ho solo commentato il fatto che Campana, uno dei principali oppositori della privatizzazione, non ha fatto nessun commento alla frase: "Il trasferimento della gestione del forno crematorio ad un privato, ..., comporterebbe per il Comune di Verbania una serie di benefici:...", lasciando intendere di essere d'accordo, senza prendere una posizione. So solo convinto che il referendom si una "fuffa", che si presta a troppe strumentalizzazioni e mi fanno ridere certi commenti basati sul nulla. Per esempio, mi ha fatto molto ridere parlare della pericolosità e del maggiore inquinamento atmosferico della cremazione di un cadavere sottoposto a più cicli di chemioterapia; quali studi confermano o meno questa teoria? Qualcuno ha presentato questi dati? Questo referendum andava fatto basandosi su ben altri, e meglio circostanziati quesiti! Basta parlare di democrazia partecipativa, se la domanda è mal posta, spesso non merita risposta, ecco spiegata la posizione di chi si asterrà. E' poi inutile, caro Hans Axel Von Fersen. che mi stuzzichi con questi esempi puerili. Gli affitti di rami d'azienda sono prassi consolidate, la bontà, o meno, di queste operazioni dipende da tutta una serie di fattori e, anche in questo caso, si devono basare su una seria analisi economica. Saluti Maurilio |
Governo su posta a giorni alterni: "Il piano va rivisto" - 29 Marzo 2016 - 12:21MescoloniContinuate a fare mescoloni assure di diversi aspetti senza avere il peso dei problemi e della realtà. I compensi degli A.D sono assurdi e cozzano scandalosamente con il nostro momento di crisi e con le paghe dei lavoratori. Questo però è un altro argomento, un altro problema da risolvere. Tenere aperto un ufficio postale a giorni alterni in un piccolo comune montano mi sembra già un erogazione di un servizio. E' già uno sforzo per l'azienda. Il pagare la bolletta il giorno dopo o non reperire direttamente all'ufficio postale quel giorno stesso il fracobollino sono ca...te. |
Bus e itinerari non rispettati - 24 Marzo 2016 - 08:32vergogna!Evidentemente l'azienda se ne strafoitte delle segnalazioni invece di farne tesoro,il cittadino contribuente in queste occasioni è "nudo"e dalla disperazione si deve rivolgere a Verbania Notizie, adesso mi piacerebbe sapere come va a finire...vergogna! |
PsicoNews: La strategia del datore di lavoro - 23 Marzo 2016 - 09:14E invece funziona così....In Italia in linea di massima per il posto di lavoro reale e decente si ricorre al canale delle conoscenze, segnalati, amci ecc. Gli altri canali permangono per le seguenti categorie: - l'azienda, quando proprio avverte la nessità e sta con l'acua alla gola, cerca uno specialista per una tale tipologia di lavoro; - lavori di infimo livello, precariato, caporalato ecc. Non c'è tanta psicologia.... |
M5S: la falda di acqua calda possibile risorsa - 16 Marzo 2016 - 09:14Risposte ai commentiBuongiorno a tutti. Nel merito: 1)Alcuni distretti termali italiani con temperature relativamente basse: -Lombardia, Bagni del Masino San Pellegrino, 26 °C -Liguria: Pigna, 28 °C - Trentino-Alto Adige: Comano Terme, 28 °C -Basilicata: Latronico 22°C Fonte: Ministero dell’Industria. 2) Leggendo le carte si evince come la massa di acqua è tale che per poterla riscaldare artificialmente (anche chimicamente) richiederebbe una mole di energia inmpensabile, l'azienda è dismessa da 5 anni, sarebbe dovuta diminuire la temperatura, non aumentare. 3) Se si legge bene l'articolo si evince tutto, ovviamente il titolo è provocatorio, l'importante è leggerne il contenuto. Cordialità, Roberto Campana |
Guardia di Finanza scopre 900mila € evasi - 1 Marzo 2016 - 13:23Siamo alle solite....Come sempre si dice il peccato e mai il peccatore...sarebbe il caso di rendere pubblico il nome dell'azienda in oggetto, cosi' facendo e nel caso in cui uno ne avrebbe bisogno, saprebbe comportarsi di conseguenza.....ma come sempre, nessuno sà... e con una sanzione amministrativa (sicuramente non equa a quanto evaso) tutto si risolve..... |
Atti vandalici a Premeno - 1 Marzo 2016 - 11:49Re: giovanni% e i piagnistei di BEra mia intenzione sottolineare come la comunicazione polica, specie quella prodotta dai nostri politicanti, cerca di deviare la verità oggettiva e giuridica per sostiture rappresentazioni di comodo. Nel caso in esame in esame non si tiene del vero dettato cosituzionale e della natura parlamentare del nostro ordinamento anche se il sistema è in qualche modo saltato come aha ben indicato Paolino. Quando odo le accuse di gombloddone da parte dei berluscones mi viene da ridere. Lo dico alla'americana: "è il mercato, bellezza!" Il Popolo delle Libertà ha tanto decandato la libertà di mercato ma poi si lagna quando dve accusarne la potenza. Non c'è stato un complotto. Era tutto sotto la luce del sole. Partiamo da un esempio. L'azienda Italciccio s.p.a. ha bisogno di crediti ma a come amministratore delegato il sig. Ciccio Formaggio che non gode della fiducia di banche e fornitori. Gli azionisti hanno tutta la libertà e il diritto di nominare chi vogliono come A.D. ma poi se ne devono assumono le conseguenze. La Italciccio è sul mercato. Gli azionisti se vogliono salvare l'azienda sono costretti a nominare un nuovo A.D. più credibile. La Repubblica Italiana aveva bisogno di finanziamenti. Le varie istituzioni finanziarie non avevano fiducia nel progamma politica in atto impersonificato nel premier allora in carica. Detto rozzamente: un creditore guardia in faccia a chi dà i soldi. A me questo potere del mercato fa schifo ma chi lo ha sempre esaltato e ha contribuito a far strariprare questo potere è stato anche Mr. B insieme ai suoi adempi. ora gridate al gombloddo? Sansonetti? Ha ha ha ha ha ha |
Parte l'azione collettiva contro Veneto Banca - 20 Febbraio 2016 - 16:05...sono io che non dovrei...Ha ragione ...sibilla cumana quando, dice che sarebbe meglio che io sta zitto, la forma non è questa, ma lasosotanza si. Molto probabilmente non leggo e non sono preparato abbastanza, però mi sfugge qualche cosa. Qui abbiamo alcune banche in profonda crisi, dall'MPS all'Etruria e C, passando per Venetobanca e Pop Vicenza e qualche altra. La crisi ha radici profonde, dei problemi di Venetobanca, la più vicina a noi, sene parla da circa 4 anni, ben prima che il BRRD e il "bail - in" fossero neanche pensati, infatti il regolamento europeo che li introduce è del 2013. Questo, mi ha fatto pensare, la crisi non dipendesse dal "bail - in", mi sbaglio? Il Piazzista di Rignano, che ha un sacco di colpe e poche attenuanti, è in carica dal febbraio 2014...fate voi... Il "Il fuggi,fuggi dalla piccole e/o chiacchierate banche", se c'è veramente stato, è comunque cosa recente, ha contribuito a rendere ancora più grave una crisi pre-esisitente . "Le guerre attuali sono finanziarie e noi passivamente ci comportiamo da perdenti .", l'ho sempre pensato, infatti, negli ultimi 20 anni, in Europa contiamo sempre meno, chi ha eletto chi ci ha governato? In questi anni, più o meno abbiamo visto sempre le stesse facce nei posti chiave, qualche colpa condivisa ci sarà? "...tra il 2008 e il 2014, circa 800 miliardi di soldi pubblici sono stati utilizzati... per salvare le banche." infatti andavano spesi meglio visto che 2016 questi problemi non sono risolti! Quanti ne ha spesi il Piazzista di Rignano? Che ripeto e ribadisco, ha un sacco di colpe e poche attenuanti, però come tutti quelli che lo hanno preceduto dal 1994 in poi! Un'ultima cosa, non facciamo di tutta un'erba un fascio. Perchè un conto sono i correntisti, un contro gli azionisti. Ai primi (i correntisti) per ora non è cambiato molto, al massimo hanno chiuso la filiale di riferimento. Potenzialmente, con il "bail - in", se hai depositi superiori ai 100.000€ potresti rimetterci qualche cosa, ma non è ancora successo e siamo ancora lontani da questa possibilità. Per i secondi (gli azionisti), ovviamente le cose sono diverse, infatti si parla di "intentare un'azione collettiva", che riguarda solo gli azionisti, a tutela dei propri interessi. Si potrebbe scrivere pagine e pagine su questo tema, non ho nessun titolo per farlo, ma resta che di fondo, quando compri un'azione di una qualsiasi azienda, i destini dei soldi che hai investito, sono legati a quelli dell'azienda, questo lo dovresti sapere di principio. Chi non lo sapeva si è fidato, ha fatto male, valuti se ci sono gli estremi per agire per vie legali. "Piove, governo ladro!" vale anche quando sono uscito senza ombrello quando sapevo che le previsioni davano brutto? Ci sarebbe da discutere Saluti Maurilio |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 14:47Re: maurilioCaro Andrè Caro Max Lavecchia giusto per chiudere il discorso sui poli industriali, nel Cusio esisteva già un polo attivo nelle caffettiere, chi ha, purtroppo come me, una cinquantina d'anni, si ricorderà delle caffettiere Gemelli (in foto due esemplari che aveva anche mia mamma), azienda che chiuse molto prima della Bialetti, a memoria primi anni settanta, a dimostrazione che il mercato della caffettiera è duro a priori... Saluti Maurilio |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 12:20Re: maurilioCiao Andrè non potrà e non dovrà, mai essere un sindacato a proporre la nascita di un polo. E poi cosa significa "polo casalingo di eccellenza"? Quello che si è prodotto prima faceva schifo? I poli industriali non nascono per caso, ma quando c'è un'esigenza di mettere a fattori comune competenze, capacità produttive e catena fornitore cliente. A questi siti, potrai vedere qualche cosa che assomiglia a un polo. - questo è il distretto aeronautico lombardo http://www.aerospacelombardia.it/ - questo il distretto aeronautico piemontese (se cerchi c'è anche un'azienda di Trobaso): http://www.torinopiemonteaerospace.com/index.php L'industria aeronautica è un esempio. Il resto, sono solo chiacchiere Saluti Maurilio |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 11:43Re: sara^'Ciao Max Lavecchia infatti,i n Italia, non ci sono molte più aziende che producono tazze dei cessi!!!! Resta il fatto che: - Renato Bialetti ha fatto grande quella che era la piccola azienda del padre! - E' stato un innovatore, perchè è stato uno primi ad applicare il principio del bello e del valore della marca ad oggetti semplici e di uso quotidiano unito ad un grande impegno nella comunicazione d'impresa. - Se ne è andato in pensione, ad una giusta età, è morto a 93 anni, ha venduto 30 anni fa, credo giusto che uno a 63 anni si ritiri dal lavoro, indipendentemente dal fatto che possieda una Rolls o solo un'utilitaria. Immagino anche che la famiglia non fosse particolarmente interessata a proseguire l'attività in un mercato difficile. - quelli che sono venuti dopo, avevano altri interessi o altre capacità, trovo, purtroppo, naturale che un imprenditore di Brescia non sia troppo interessato al Cusio. - il fatto che si producessero 6.000.000 di caffettiere non significa nulla, se il mercato non è disposto a riconoscerti margini maggiori (per esempio quello che accade all'Alessi, ma anche al Crodino). Se ipotizzo, ma so di essere molto largo, un margine industriale unitario medio di 2€ a caffettiera, parliamo di 12.000.000€, e sono stato largo! Se penso a cosa costa un minuto di spot in TV o una pagina di pubbllicità in una rivista di tendenza, vediamo che 12Mln, non sono granchè... Il problema, caro Max, non è tenere le fabbriche nel VCO, ma far si che chi produce nel VCO, ma questo vale in generale per tutta l'Europa, sappia produrre beni e servizi di valore, beni e servizi che i mercati emergenti comprimo proprio perchè italiani, o europei in genere. Purtroppo le caffettiere e padelle non sono tra questi prodotti! Saluti Maurilio |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 11:12maurilioti ricordo che la proposta della FIOM e di altri di fare un polo casalingo di eccellenza fu scartata a priori... ti devo dire quanti televisioni ho comprato negli ultimi 3 anni? zero , ma non per questo la sony smette di fare televisioni e diversificare il mercato ... a cosa punta la Sony a migliorare il prodotto tecnologicamente... e cos' avrebbero potuto fare i nostri industriali... guarda caso il marchio francese che ha comprato il marchio di una azienda cusiana... produce le sue pentole a pressione facendole uscire con il nome italiano.. qualcosa vorrà pur dire... e in Francia il costo del lavoro non è molto diverso dal nostro.. |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 10:36Che piega..,Che piega che ha preso questa discussione, un po' sono preoccupato... Purtroppo si tende a semplificare sempre troppo...e spesso dove fa più comodo, una volta la parte politica avversa, poi gli svizzeri, i sindacati, gli industriali,... Per dipanare la questione delocalizzazione Bialetti, provo a farvi una domanda, quante caffettiere, o pentole, avete comperato negli ultimi 3 anni? E sempre negli ultimi tre anni, quanti cellulari, pc, tv, ,.. avete comperato in famiglia? A casa mia, siamo in quattro, due adulti e due adolescenti, a memoria, 3 o 4, cellulari, un paio di pc e almeno un tablet, e nessuna caffettiera, uso ancora quelle che mi hanno regalato quando mi sono sposato nel 1999! E, badate bene, a casa mia, il caffè si fa ancora nella moka! Pentole non ricordo, ma comunque poca roba, anche in questo caso ho la batteria di pentole, cusiane, che mi hanno regalato nel 1999! Quindi, una cosa fondamentale da considerare, è che è cambiato prima di tutto il mercato. Per prodotti "poveri", come appunto pentole o caffettiere, ma anche la fascia bassa della rubinetteria (quanti rubinetti avete cambiato negli ultimi 10 anni?), il valore del "Made in Italy" da solo non giustifica costi maggiori, perchè noi stessi non li compreremmo. Diverso è il discorso per i prodotti di fascia alta, per esempio Alessi, o per i prodotti ad elevato tecnologico. Nel primo caso, si acquista un prodotto proprio per il valore del "Made in Italy", nel secondo anche se sono prodotti in oriente, spesso la stessa azienda produce per più produttori, noi paghiamo una parte minimale del valore industriale, per i dispositivo, ma paghiamo il valore tecnologico, gli anni/uomo di sviluppo, i brevetti e così via... Saluti Maurilio |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 12 Febbraio 2016 - 10:35la povera BialettiSono completamente d'accordo con Giovanni e con Andrè e la storia purtroppo la conosco benissimo in quanto interessato dalla chiusura Bialetti. Renato Bialetti è stato un buon imprenditore, ma al momento da lui ritenuto opportuno ha venduto l'azienda per monetizzare al suo culmine, quindi sicuramente non è un santo ne un Olivetti, ha fatto i suoi calcoli ed è salito sulla sua Rolls Royce. Di Moka ( fino all'ultimo anno di Omegna) se ne sono sempre prodotte 6 milioni l'anno con mercato costante, sono tutte caxxxxte messe in giro ad arte dalla Rondine ( l'azienda bresciana propretari) le storie che ormai le cialde avevano azzoppato la vecchia Moka FALSO. La verità è che la Rondine, produttrice di padelle ( la padella ha un margine di guadagno bassissimo) pesantemente indebiatata ( 80 milioni), ha trasferito l'intera produzione di Moka da Omegna alla Cina e Romania per guadagnarci ancora di piu' e sperare quindi di ripagare i debiti del settore padelle. Questa è la VERITA', si è giocato sul fatto che la gente al di fuori del Vco guarda solo il marchio Bialetti senza interessarsi ne sapere che esse sono fatte in oriente. E negli ultimi anni si sono fatti "flash mob" , mostre e caxxxte varie ricordando la Moka, quando NESSUN politico si è messo seriamente di mezzo 6 anni fa per impedire che la Bialetti di Omegna fosse violentata e uccisa. Io sono sicuro che se si fosse fatto come in Ossola per la chiusura del Crodino a Crodo ( altra pasta e carattere di persone gli ossolani dal mio punto di vista) si sarebbero fatte le barricate e le trincee, portando la questione a carattere nazionale e nazional-popolare e magari la storia sarebbe andata diversamente. Invece si è lasciata gestire la questione alla giunta Quaretta che non ha potuto far altro ( un sindaco da solo) che assistere al funerale. E adesso ci si consola e masturba con le mostre sulla Moka, com'era bella la Moka, la Moka è nata qui, ecc... |
Morto Renato Bialetti, il papà della Moka - 11 Febbraio 2016 - 22:02Re: Non son sicuroCiao Andrè e Giovanni% parlare di localizzazione è improprio. In oriente si producono copie della moka, a dimostrazione di quale sia il valore di questo prodotto. La produzione di Omegna è stata spostata a Brescia, peraltro parecchi anni dopo che Renato Bialetti aveva ceduto l'azienda. E' probabile che anche la Bialetti Industrie produca qualche cosa in Cina e zone limitrofe, bisogna però ricordare che l'azienda che porta il nome Bialetti, non è l'azienda originaria, ma un agglomerato di aziende, la ex Rondine, che sfrutta il marchio più famoso, appunto Bialetti, per vendere eprodurre articoli da cucina in tutto il mondo. A dimostrazione del valore di Renato Bialetti, che non inventò nulla, ma che seppe, "solo", valorizzare il marchio, ancora oggi noto a livello mondiale. Saluti Maurilio |
