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Christopher Broadbent “What’s Left”

Spazio espositivo: PALAZZO PARASI, via Giovanola Cannobio (VB) Lago Maggiore. Accessibile ai diversamente abili solo al 1^ piano. Periodo: da sabato 4 settembre a domenica 17 ottobre 2021.

Cannobio
Christopher Broadbent  “What’s Left”
Inaugurazione: sabato 4 settembre, ore 17:30.

Per partecipare all’inaugurazione la PRENOTAZIONE è OBBLIGATORIA:
rete@unionelagomaggiore.it; SMS o WhatsApp +39 348 7340347 tel. +39 0323 840809

Orari di apertura: martedì-giovedì-domenica ore 10:30/12:30; mercoledì ore 16:00/18:00
venerdì-sabato ore 10:30/12:30-16:00/18:00;

PER VISITARE LA MOSTRA si richiede ai maggiori di anni 12 il possesso del green pass e si raccomanda il rispetto delle regole antiCovid19 vigenti.

Curatela e testo critico: Giulia Grassi, storica dell’arte

Catalogo: edizioni città di Cannobio

Accoglienza: Rete museale dell’Unione del Lago Maggiore


L’ARTISTA
Christopher Broadbent è un “illustratore fotografico” specializzato in still-life.
Nasce a Londra nel 1936, si trasferisce a Parigi nel 1957 dove frequenta l'Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques sotto la guida di Georges Sadoul, Jean-Paul Mundviller ed Agnès Varda.
Dal 1966 lavora a Milano nell’ambito del cinema pubblicitario e firma come regista e direttore della fotografia una sessantina di spot e "caroselli".
Dalla fine degli anni Settanta si concentra sulla sola fotografia firmando in trent’anni un migliaio tra servizi editoriali e campagne pubblicitarie, molte delle quali hanno contribuito a cambiare la storia della comunicazione visiva.
Premiato in Italia dall' Art Directors Club per le campagne Barilla, Star e Pioneer, ha vinto negli USA un CLIO Awards per l’innovazione e l’eccellenza creativa nella pubblicità per Gouda e a Cannes, un bronzo per Café Hag.
Ha collaborato con alcune fra le più importanti riviste: in Italia con Casa Vogue, Vogue Gioiello, Gran Bazaar, Uomo Vogue e negli Stati Uniti con House & Garden e Brides e Condé-Nast.
Dal 2010 si dedica principalmente alla fotografia d’arte conducendo la propria ricerca presso il suo studio in Santa Marta a Milano.
Broadbent realizza le sue opere usando un banco ottico di 8 per 10 pollici in legno e stampando le lastre a contatto su carta fotografica al palladio. Per il colore usa una Leica digitale ed ottiene dei files che poi stampa su carta cotton-rag.

LA MOSTRA
Le fotografie artistiche presenti in mostra indagano le forme essenziali della natura morta tradizionale, attraverso la visione ortogonale e il disegno in chiaroscuro.
Broadbent seleziona pochi semplici elementi per strutturare il suo linguaggio. Ciò che gli
interessa sono le infinite possibilità combinatorie ottenibili a ogni variazione.
I contrasti di pieno e di vuoto, di grosso e di piccolo, di chiaro e di scuro devono trovare il giusto equilibrio. Sono per lui esempio e confronto i maestri del Seicento e del Settecento olandese e francese, da cui trae principalmente la lezione sulla disposizione degli oggetti sul piano.
Le fotografie a colori e in bianco e nero sono sapientemente organizzate per far convivere, con gli oggetti, vuoti, pause e silenzi. Impressi su fondi che sfumano dal chiaro allo scuro, gli elementi del racconto utilizzati da Broadbent mostrano, oltre a rimandi fiamminghi in certe gradazioni tonali, il valore estetico del dettaglio.
Ogni composizione è una recitazione lenta di oggetti ed elementi, come in uno spettacolo teatrale, dove gli attori si posizionano sul palco secondo le decisioni del regista.
Mai scelti a caso, i protagonisti di queste rappresentazioni sono ricercati con pazienza alle fiere di oggetti abbandonati, lontani dalla quotidianità per vivere una dimensione metafisica senza tempo.

LO SPAZIO
L’esposizione si iscrive nel quadro delle mostre pensate per valorizzare una storica costruzione risalente al XIII secolo adibita per tanti anni a luogo di giustizia e di governo. Il Palazzo della Ragione, meglio conosciuto come Palazzo Parasi, è stato accuratamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte. Si tratta di un imponente edificio che sorge a ridosso della Torre Comunale del XII secolo. Al piano terra è presente un portico coperto con volte a botte che conserva lapidi, stemmi e rilievi del XIV secolo e due tombe romane. Ai piani superiori sono state realizzate due aree destinate a spazio espositivo, una delle quali particolarmente interessante per il diretto contatto con le antiche capriate



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