FIAB VCO sun incidente a Premia

Riceviamo e pubblichiamo, una nota di FIAB Verbano Cusio Ossola, riguardante l'incidente mortale tra un furgone e una bicicletta a premia.

Verbania
FIAB VCO sun incidente a Premia
Un profondo dolore è quello che oggi proviamo per la morte di Deborah Rolando, investita a Premia, mentre era in sella alla sua bici. Una vita spezzata a causa di un autista di furgone che, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe sorpassato un altro mezzo, travolgendo la ciclista che proveniva in senso contrario.

Dolore e rabbia sono i sentimenti che proviamo, anche alla luce della sequela di notizie altrettanto tragiche giunte da varie parti d'Italia in questi ultimi giorni.
Più di 3.000 morti in incidenti stradali nel 2024, eppure questi dati così drammatici non sono percepiti come un'emergenza.

Tra le principali cause degli incidenti stradali ci sono la distrazione alla guida e la velocità troppo elevata.
Nonostante questi dati, in occasione delle recenti modifiche al Codice della Strada, si è fatto di tutto per disincentivare i controlli da parte delle forze dell'ordine in tema di velocità, con campagne mediatiche contro quelle amministrazioni che hanno deciso di adottare misure per imporre la limitazione della velocità.

Purtroppo, per chi è abituato a pedalare sulle nostre strade, è doloroso constatare una diffusa sottovalutazione del pericolo di sfrecciare a distanza ravvicinata di un ciclista o, ancora peggio, di superarlo in curva o quando sopravviene qualche altro mezzo nel verso opposto.
Pensiamo che l'incidente occorso a Premia sia proprio lo specchio di questo atteggiamento tanto diffuso di pensare che la strada sia dominio solo di auto, furgoni e camion.Lungi da noi nel cadere nella trappola di contrapporre ciclisti ad automobilisti/camionisti (la maggior parte dei ciclisti è anche automobilista), sulla scorta di queste ennesime vite distrutte, lanciamo un appello accorato a tutti coloro che si muovono sulle strade:

1 sbarazziamoci del mito della velocità e del sorpasso a tutti i costi;
2 quando vediamo dei pedoni o dei ciclisti, rallentiamo e se vogliamo superare, controlliamo attentamente che ci sia sufficiente visibilità e spazio per farlo;
3 che ci sia rispetto reciproco tra i vari utenti della strada, rispettando le regole del Codice della Strada.

Infine, resta da denunciare l'inerzia di alcuni enti pubblici nell'adottare misure per rendere le nostre strade più sicure per tutti: ciclisti, pedoni e automobilisti. Da anni denunciamo la carenza di corsie o piste ciclabili, anche in ambito extra urbano. In un territorio a vocazione turistica come il nostro, dove a parole ci si dice d'accordo nel promuovere il cicloturismo, si fa una fatica immane nel promuovere interventi strutturali o sulla intermodalità. Esempi emblematici sono la chiusura dei tornanti delle Casse (Val Formazza) o la mancanza di un adeguato servizio di trasporto bici sulla linea ferroviaria della Valle Vigezzo o ancora la mancanza di rastrelliere sugli autobus di linea.
Queste morti devono scuoterci, devono indurci a fare molto di più sul tema della sicurezza stradale. Deve accadere una rivoluzione culturale, con alla base il rispetto e la demolizione del mito della velocità.

FIAB Verbano Cusio Ossola



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Vedi il profilo di EUGENIO PAVESI VELOCITA' STRADALE
EUGENIO PAVESI
8 Agosto 2025 - 14:55
 
IO RISCONTRO CHE I MEZZI CHE RISPETTANO I LIMITI DI VELOCITA' SONO PER LA MAGGIOR PARTE INERENTI A ENTI PUBBLICI E SIMILI. E DI QUESTO NON NE FACCIO UNA NEGATIVITA'.
E PER GLI ALTRI CHE SONO PER LO PIU' ADDETTI AD IMPRESE PRIVATE CHE HANNO UNA NECESSITA' DI CONSEGNA CHE A VOLTE PORTA AD ACCELERARE NEL TRAGITTO, PUR SAPENDO DEI PERICOLI CHE CORRONO SIA PER LORO CHE PER GLI ALTRI. ED E' SEMPRE IL SOLITO DILEMMA, SE SONO ALL'ESTERO RISPETTO I LIMITI E L'EDUCAZIONE STRADALE, QUI IN ITALIA SI HA LA POSSIBILITA' DI ECCEDERE.
POI, BEN VENGANO PISTE CICLABILI SU QUESTO TERRITORIO *TURISTICO*. CHE PERMETTONO DI AVERE PIU' SICUREZZA PER I CICLISTI E I PEDONI.



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