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Festa del Lavoro che non c'è

"Da festa dei Lavoratori, che celebrano le loro conquiste, il Primo Maggio s’è trasformata in Festa del Lavoro. Una sottile distinzione, che segnala un mutamento di clima", ha detto ieri sotto la tettoria del vecchio imbarcadero di Intra, il sindaco, Marco Zacchera.

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Festa del Lavoro che non c'è
“Oggi abbiamo la necessità di stare tutti insieme per cercare di preservare la pianta, il lavoro, che oggi è sottoterra sperando che germogli. Così, forse, arriveranno tempi migliori”.

Il capogruppo Pd in consiglio regionale, Aldo Reschigna, ha sottolineato come l’emergenza lavoro sia vissuta sotto traccia: “A parte Sit Cupro e, in parte Bialetti, tutte le altre crisi aziendali che ha vissuto in questi anni il territorio sono state vissute dai diretti interessati in solitudine. La comunità del Verbano Cusio Ossola non le ha sentite come sue”.

Matteo Marcovicchio, consigliere provinciale e assessore alle Politiche giovanili a Verbania, ha detto di volersi “spogliare dei pani di consigliere e assessore per segnalare come proprio i giovani, i miei coetanei sono costretti a cercare lavoro fuori”.

Franco Borsotti, segretario Uil, ha ricordato: “Nel 2010 eravamo a Omegna, nel pieno del caso Bialetti; lo scorso anno a Domodossola, per Siderscal e Sit Cupro. oggi siamo a Verbania dove c’è il doloroso caso Cover industrial”. “La cabina di regia costituita in Provincia – ha concluso – non viene convocata da mesi, il presidente Cota e l’assessore alle Attività produttive Giordano parlato di 100 milioni per le industrie piemontesi. Li mettano sul tavolo invece di limitarsi ad annunciarli!”. “Nel Verbano Cusio Ossola, nella sola industria, si sono persi più di 2 mila posti di lavoro, a differenza degli anni ’80 quanto con Gepi furono messi in campo interventi, oggi non c’è nulla. La Regione annuncia che per i servizi sociali ci sta solo il 70 per cento delle risorse trasferite lo scorso anno. Delle due l’una: o prima si dava più del necessario o ci saranno famiglie con anziani e disabili non autosufficienti abbandonate a sé stesse”.

Chiude la manifestazione Luca Caretti (Cisl). Proprio i servizi socio assistenziali, con la pubblica amministrazione (soppressione Provincia, Prefettura e Questura) sono la nuova “linea del Piave” dell’occupazione. Anche se, con questi chiari di luna, il riferimento di storia patria che viene in mente è Caporetto o, peggio, l’8 settembre.
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