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I verbanesi alla Costituente: Tomaso Perassi

Riceviamo e pubblichiamo, una nota di Verbania documenti, relativa Tomaso Perassi, uno dei due verbanesi eletti all'Assemblea Costituente del 1946

Verbania
I verbanesi alla Costituente: Tomaso Perassi
Rinviando al saggio biografico di Giorgio Margarini (Verbanus n. 7/1986 Ed. Alberti) facilmente reperibile in Biblioteca comunale o presso la Società dei Verbanisti, per una più completa informazione che interessi il lettore, portiamo la nostra attenzione alla partecipazione di Tomaso Perassi all’Assemblea Costituente.

Ricordiamo, comunque, prioritariamente, che egli, essendo originario di Zoverallo, si era impegnato nella vita amministrativa di quel paese, allora autonomo da Intra alla quale fu aggregato nel 1928, come consigliere comunale.
La successiva rappresentanza istituzionale avvenne solo molti anni dopo, nel 1946, quando fu eletto deputato all’Assemblea Costituente, tanto nel collegio nazionale, per il quale egli optò, quanto nel collegio di Roma, per il Partito Repubblicano Italiano.

Nei decenni precedenti egli aveva maturato una rilevante conoscenza giuridica e tecnica sia come docente universitario che come consulente del Ministero degli Affari Esteri: dal 1922 al 1955 alle riunioni dell’Organizzazione del Lavoro di Ginevra; dal 1931 al 1936 nelle delegazioni internazionali italiane alla Società delle Nazioni e alla Conferenza italo-franco-inglese di Stresa nel 1935.

Questo suo lavoro gli valse l’elezione alla Costituente, perché il PRI vedeva in lui “una mente tecnica nella quale si fondevano, con singolare armonia, il rigore ideologico e la conoscenza scientifica”.

Fu, perciò, segretario della Commissione dei 75 e, in tale veste, “ogni parte della Costituzione reca il segno del suo apporto, sia sotto l’aspetto delle idee, sia per la padronanza che aveva della tecnica legislativa, insieme a quella della corretta formulazione del testo”.

“A lui è, in gran parte, dovuta la precisione di linguaggio degli articoli, il processo dell’ordinamento interno ed internazionale, i principi direttivi nelle relazioni internazionali”. Ma soprattutto “le direttive per il perfezionamento della democrazia parlamentare, il potenziamento della democrazia diretta e l’ampliamento delle autonomie locali”.
Si pronunciò per misure idonee a tutelare la stabilità del Governo, l’introduzione del Referendum e la soppressione delle Provincie.
Fu decisamente avverso all’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione.

Non venne mai meno la sua attenzione per la nostra città, soprattutto come socio della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Intra e per i rapporti intensi e assidui con gli amministratori comunali di Verbania.
Sul giornale Monte Marona-Il Progresso comparve il 19 giugno 1946, all’indomani della sua elezione, un ponderoso articolo dal titolo “Quale Repubblica?”, diffuso su metà della prima e della seconda pagina in cui informava compiutamente i concittadini verbanesi degli argomenti che lo avrebbero visto impegnato nell’Assemblea Costituente.


Verbania documenti (VB/doc)

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