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I porti galleggianti prima o poi.....affondano.

"Qualcosa non mi convince. Il nuovo porto è stato distrutto dal maltempo ma il vecchio porto è rimasto intatto. Le barche lì sono rimaste tranquille e al sicuro. Nessun danno. Eppure sono entrambi porti per mettere le imbarcazioni al riparo.....mah.....e allora come mai? E se un porto non è sicuro ma allora che razza di porto è...vivaddio! No. Cioè sì. C’è qualcosa che non mi convince."

Verbania
I porti galleggianti prima o poi.....affondano.
Ci è stato segnalato il blog "I Pensieri di Zorro", che riporta un'interessante riflessione sui porti di Verbania.

Per chi volesse leggere il blog, lo può trovare a questo indirizzo: http://pensieridizorro.blogspot.it/

Zorro, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti!
Si perché nel pandemonio che sulla incresciosa faccenda si sta scatenando sei l’unico che mette il dito sulla vera piaga.
C’è qualcuno che cerca di accreditare l’idea che il disastro, davvero impressionante, sia da attribuire a eccezionali, inusitate, devastanti, anomale, terribili condizioni meteorologiche. Si tira in ballo addirittura il tornado dello scorso anno. Altri fanno rilevare la scarsa manutenzione da imputare alla Amministrazione Comunale di novello colore politico insediatasi a Palazzo dopo le ultime elezioni locali. Cortine fumogene. Tentativi maldestri di confondere le idee. Mezze verità adoperate per ingarbugliare le matasse.
La verità è un’altra e può essere riassunta in due semplicissimi concetti. Concetti che il nostro romantico eroe mette ben in evidenza con le sue giuste perplessità. E che non sfuggono a qualsiasi pescatore, o a qualsiasi marinaio, sia pure d’acqua dolce. E, per estensione, a qualsiasi comune cittadino dotato di un minimo di buon senso.

PRIMO CONCETTO

Dove
si realizza, o non si realizza, un porto degno di questo nome. Ovvero le caratteristiche che deve presentare un luogo per procedere alla realizzazione di un porto.

I porti, da che mondo è mondo, si realizzano in posti il più possibile --riparati--protetti-- ridossati-- al vento e soprattutto al moto ondoso da esso generato.
Nel nostro caso il nuovo porto turistico di Verbania è stato realizzato in un luogo che sembra fatto apposta per non presentare le caratteristiche di cui sopra. Apertissimo. Battuto dal "Maggiore", forte vento da Nord che prende di infilata tutto il lago quando il brutto tempo se ne va e che può arrivare alla bellezza di 30-35 nodi (circa 60 Km/h), ma soprattutto battutissimo dal cosiddetto "Marenco", fortissimo vento da est che, anche se in genere di breve durata, può arrivare a intensità superiori al "Maggiore". Per noi verbanesi est è in direzione di Laveno. Esattamente di fronte a Villa Taranto. Ed è precisamente quello che è successo nella fatidica notte in questione. Poche ore di una normalissima sventolata di "Marenco" sono bastate a mandare a fondo gran parte del porto turistico e con lui un gran numero di barche ormeggiate ai pontili galleggianti. Quelle non affondate sono state accatastate in un impressionante groviglio di rottami all’angolo sud-ovest sotto il ristorante-bar.
Posto decisamente inadatto alla realizzazione di un porto. Prima e principale ragione del disastro.

SECONDO CONCETTO

Come
si realizza, o non si realizza, un porto degno di questo nome. Ovvero i criteri tecnico-strutturali che devono essere seguiti nella realizzazione di un porto.

Da che mondo è mondo, dopo aver individuato un luogo naturalmente protetto e riparato, la prima cosa che si fa, o si dovrebbe fare, per realizzere un vero porto è la costruzione di un solido, robusto, granitico molo foraneo. Termine tecnico che sta ad indicare l’enorme e possente muraglione che chiudendo una insenatura naturalmente ben ridossata la rende inattaccabile dal moto ondoso. Proteggendo così tutta l’area interna al porto medesimo dove l’acqua è liscia come l’olio anche durante le più violente burrasche.
Da che mondo è mondo. Ma, come sappiamo, viviamo nell’era post-postmoderna. Nella quale, per quanto riguarda la tecnica di realizzazione dei porti, è stato inventato un sistema rapido, leggero. relativamente poco costoso, insicuro. Quello dei pontili galleggianti. In quattro e quattrotto un "porto" anche dalle considerevoli dimensioni è operativo. Per la gioia di Amministratori, Enti finanziatori, Gestori, Attività varie indotte e infine proprietari di barche o armatori. Fin quando regge. Il porto galleggiante. Da noi è bastata la normale sventolata di "Marenco". A Cannobio, qualche anno fa, non c’è nemmeno stato bisogno del maltempo. Alcuni cassoni difettosi, che avrebbero dovuto galleggiare, si sono riempiti d’acqua e sono affondati in una tranquilla notte d’estate tirandosi dietro tutto il resto.

I due fattori, dove e come, combinandosi "perversamente" tra loro hanno determinato il disastro. Assolutamente prevedibile. Se mai la cosa che desta meraviglia è il fatto che un "porto" costruito in quel posto ed in quel modo non si sia sfasciato ben prima.


Poi evidentemente ci sono altri fattori che hanno concorso. Ma semplicemente concorso. Dalla scarsa o nulla manutenzione, alla violentissima botta di pochi minuti del tornado agostano. comunque non disastrosa per una struttura molto bassa e ridossata a sud-ovest, al basso livello del lago e altro.
Come giustamente dice il nostro romantico eroe nel vecchio porto è successo assolutamente nulla. Fate un giro lungo le meravigliose rive del nostro Lago Maggiore. Osservate con attenzione i porti, piccoli e meno piccoli, realizzati in era pre-postmoderna, quando le cose si facevano a "regola d’arte", analizzatene la posizione altamente strategica rispetto ai venti dominanti e pericolosi. Poi osservate i muraglioni che li cingono in un ferreo e protettivo abbraccio e capirete che il nostro romantico eroe, vale a dire l’impagabile Zorro, ha perfettamente ragione. E noi con lui.
I labili pontili galleggianti, sebbene brutti e pochissimo "marini", possono anche essere adoperati. Ma solo ed esclusivamente all’interno di un porto degno di questo nome (vedi vecchio porto di Intra). Non potranno mai e poi mai difendere efficacemente le imbarcazioni dalle burrasche. Sia pure lacustri.
 
 
 
Apprendiamo un attimo prima della pubblicazione che l’Assessore Regionale Aldo Reschigna propone di dirottare i cospicui finanziamenti regionali per le piste ciclabili nel Comune di Verbania verso la realizzazione di un nuovo porto turistico. Ci sembra di capire che dovrebbe essere realizzato nello stesso posto(!!??). Ci piacerebbe sapere se con la medesima tecnica costruttiva. Attendiamo precisazioni. Grazie.

La cosa da una parte ci trova, evidentemente, in assoluto disaccordo. Per una infinità di motivi oltre a quelli qui esposti. Dall’altra ci stimola alquanto. Il tema dell’uso di fondi pubblici per la realizzazione di opere pubbliche e del perché nove volte su dieci vengano seguite con pervicacia logiche illogiche verrà trattato, grazie anche allo scritto inviatoci da un nostro ammiratore, in una prossima serie a puntate dal titolo "Soldi da spendere".
 Fonte di questo post



9 commenti  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di lupusinfabula confessione
lupusinfabula
14 Novembre 2013 - 16:25
 
Confesso che certe considerazioni me le ero tenute dentro perchè pensavo di essere l'unico ad averle fatte, ma ora vedo che altri la pensano come me. Se i nostri vecchi hanno fatto i porti lacuali in un certo posto, con una certa imboccatura e con certi moli è forse perchè, con antica saggezza, avevano studiato a fondo i venti, le correnti, le precipitazioni e via cantando. Di pontili galleggianti se ne possono vedere a bizzeffe anche nella sola
Liguria di ponente: ma tutti sono posizionati rigorosamente all'interno di frangiflutti costituiti da enormi massi o riparati da possenti moli in cemento. Solo chi non ha cognizione del lago può non sapere quale forza distruttrice può assumere in certe occasioni e soprattutto all'improvviso. Se poi c'è chi vuole ribattere che la tecnica si è evoluta, faccia pure, ma i fatti sono lì a smentirli.
Vedi il profilo di catamar finalmente
catamar
15 Novembre 2013 - 02:16
 
finalmente un articolo e relativo commento intelligenti.....il porto era sbagliato, pensato e detto in tempi non sospetti, il luogo per il tipo di porto sbagliatissimo........quindi cari sinistri siamo a rendere conto a voi dato che fu costruito quando eravate voi ad amministrare, si fa per dire, la città.........
Vedi il profilo di Papi Quelli del giorno dopo
Papi
15 Novembre 2013 - 09:22
 
Ma quanti esperti del giorno dopo. Il porto lì collocato è bello, funzionale, rivitalizza una zona di lago di passaggio. C'è stato un cedimento strutturale, ricostruiamolo senza fare gli stessi errori e non trascuriamo la manutenzione.
Vedi il profilo di Emanuele Pedretti x papi
Emanuele Pedretti
15 Novembre 2013 - 10:07
 
Non so in che pianeta viva, ma i cedimenti strutturali sono evento eccezionale causato da errori progettuali. Non è come un ramo che si stacca da una pianta...
Leggendo il suo commento sembra che sia questione "di tutti i giorni..."
Sì bravo "ricostruiamolo" magari affidando il "ricostruzione" agli stessi geni di allora...
Vedi il profilo di Rizzo Benito Porto bello ........
Rizzo Benito
15 Novembre 2013 - 10:42
 
Ma insoma se sono andate a fondo decine di barche un motivo di sarà ......... E se prima di questo é andato a fondo il porto gemello di Cannobio qualcosa vorrà pur dire .......
Poi arrivare a dire che il porto turistico di Verbania era bello e che rivitalizzava una zona di passaggio ce ne vuole ....... Ma nessuno ha fatto caso che il parcheggio era diventato una discarica di carcasse di barche e di carrelli arruginiti con le ruote sgonfie .......... Ma avete fatto caso a cosa era diventata la piccola pinetina che confina con il cantiere Bego ..... Impossibile addentrarvisi ....... Ma su dai, capisco che il tutto era stato voluto dal buon Reschigna, ma per una volta si può anche dire che l'operazione é nata sbagliata e é proseguita in modo disastroso .......... In fondo nessuno é perfetto e errare é umano, perseverare ecc ecc ecc ecc
Vedi il profilo di Papi Pianeta Terra chiama Verbania
Papi
15 Novembre 2013 - 10:51
 
Quindi, geni del giorno dopo:
volete o no un porto turistico a Verbania?
Dove lo volete realizzare, a Laveno che è più ridossato al Marenco?

Redazione, lanciamo un bel sondaggio.
Vedi il profilo di Papi Liguria di Ponente
Papi
15 Novembre 2013 - 10:55
 
Ah, ah, c'è n'é pure uno che ha paragonato il lago al mar ligure, ouha belin! Ma lo sai quanti soldi ci vogliono per fare una diga foranea? quali sono i costi-benefici di fare una struttura di questo tipo?
Né la destra né la sinistra possono trovare i soldi, siamo realisti.
Vedi il profilo di paolino. tutti galleggiano tranne due..
paolino.
15 Novembre 2013 - 13:16
 
ricordo ai
monocorde catamar & friends,che ripetono sempre ossessivamente le solite tre parole
qualunque sia l'argomento,che il porto è stato costruito dalla regione
(giunta Ghigo,FI-AN-lega,dal 95 al 2000) ,contratto firmato ad aprile
'98 e inizio lavori giugno '98. CAPITO? L'HA FATTO LA REGIONE,PRESIDENTE
ENZO GHIGO,FORZA ITALIA. speriamo di averlo chiarito anche per i più
ottusi. nel giugno 2002 ,4 anni dopo,viene ceduto al comune di
Verbania.quindi prima di sparare le solite palle,almeno lo sforzo di
andare a leggersi chi c'era in quel momento.
curioso poi che le considerazioni di questi neo espertoni di ingegneria
non siano state fatte prima,nemmeno dopo l'uragano dell'anno scorso.
eppure hanno avuto una dozzina di anni per farle. dormivano tutti?
per la cronaca,nel lago maggiore ci sono decine di porti galleggianti,e
ne sono affondati solo 2,curiosamente gestiti dalla stessa società. gli
altri godono tutti di ottima salute.
Vedi il profilo di lupusinfabula Caro Papi
lupusinfabula
15 Novembre 2013 - 13:58
 
Ribadisco il concetto: come chiunque può constatare i pontili galleggianti nelle zone di mare sono posti all'interno di, come dici tu, una diga foranea; un motivo ci sarà pure.
Di certo la mia lancetta di legno non la stazionerei mai attraccata ad uno di quei pontili.
Quanto ai soldi, ebbene, se ci sono si fanno le opere a regola d'arte altrimenti si lascia perdere perchè prima o dopo diventano soldi....buttati nel lago.(...e sono anche tuoi oltre che miei)



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