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PsicoNews: Limiti o punti di partenza?

Tutti noi possediamo dei limiti, ciò che fa la differenza è quanto ne abbiamo consapevolezza e come li viviamo.

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PsicoNews: Limiti o punti di partenza?
Nell’ultimo periodo, mi sono “divertita” a scoprire quali siano le diverse letture che sono date dei sintomi fisici in alcuni ambiti della psicologia, ma si sa tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino…ho incontrato una spiegazione che, per quanto arzigogolata, poteva rispecchiarmi, anche perché è una caratteristica che emerge spesso, indifferentemente dal contesto, in me, ma della quale non ho mai voluto farmi carico.

Che cosa sono i limiti? Domanda semplice, difficile risposta; un limite, nessuno, centomila? I limiti hanno molte sfaccettature, ciò che ci fa la differenza è il punto di vista dal quale li guardiamo.

I limiti possono essere vissuti come costrizioni che rendono impotenti, e pensare a essi in questo modo rende impensabile il loro superamento, indipendentemente dalla possibilità di riuscita o meno, ciò è dovuto al fatto che l’impotenza sia una condizione che rende inermi, blocca, togliendo la possibilità di reazione.

Il limite, vissuto come confine nel quale si sta stretti, fa nascere il desiderio di allargarlo o allentarlo. In questo caso, il punto di vista ci pone in una condizione di reazione, tanto più forte grazie allo scarto tra aspettativa e realizzazione fattiva. Infatti, in questo caso, è la percezione della propria capacità di riuscita a condizionare l’entusiasmo, la voglia di provare e di mettersi in gioco.

Quando il limite è vissuto come confine espandibile, l’autostima, l’autoefficacia percepita e il senso del sé rendono possibile il mutamento; la soddisfazione, anche per piccoli risultati è avvertita in maniera decisa. I risultati in questo caso sono vissuti ancora come ulteriormente ampliabili.

I limiti però possono essere anche confini nei quali si sta comodi, si sta bene; in questo caso essi assumono una sfumatura di protezione, attutiscono i colpi, ci difendono, non sono minacce alla potenzialità del fare, come invece nei casi precedenti.
Le alte mura del castello, in alcune favole, sono protezione dagli invasori nemici, ma a volte sono un limite per il principe o la principessa, che vive al loro interno ma ha bisogno di crescere.

I limiti sono vissuti anche come caratteristiche, difficile darne una definizione negativa o positiva, in questo caso, infatti, sono dati per assodati, sono fatti così, punto e basta.

I limiti possono essere anche vissuti come risorse, viverli come speciali, utilizzarli o sfidarli può essere piacevole; essi possono anche diventare il nostro punto di forza, che ci rende riconoscibili.

Questo elenco, sicuramente non esaustivo di tutti i modi in cui le persone possono vivere i limiti, non vuole essere vincolante; nulla ci obbliga a rimanere in una di queste definizioni, è possibile passare dall’una all’altra, anche in modo utile all’occorrenza, vitale per vivere in un equilibrio dinamico.

“Siamo definiti dalle linee che decidiamo di attraversare o di accettare come confini” (A. S. Byatt.)

Buona settimana
Mara Rongo
Fonte:
Casi a-clinici, a cura di S. Giacosa, “Rivista Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ipnotica” Febbraio 2016.



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