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Salviamo il Paesaggio: "Interconnector? Non si può fare"

Riceviamo e pubblichiamo. un comunicato di Salviamo il Paesaggio Valdossola, che ha appena concluso uno studio di criticità su di un tratto di linea elettrica del progetto di Terna, secondo una metodologia messa a disposizione da ARPA Piemonte.

Ossola
Salviamo il Paesaggio: "Interconnector? Non si può fare"
Mentre 11 Sindaci ossolani si riuniranno venerdì prossimo a Villa Taranto con i responsabili di Terna ed i parlamentari di zona, per rivendicare nelle mani del Prefetto del VCO il loro insindacabile ruolo di amministratori del territorio nella valutazione del progetto Interconnector Svizzera-Italia 380 kV, il comitato locale Salviamo il Paesaggio Valdossola ha concluso la prima parte del suo studio sulle criticità della grande opera elettrica: il tratto di linea del superelettrodotto in alta tensione, esaminato dalla Centrale di Ponte (Formazza) alla Stazione di Verampio (Crodo), non potrà mai essere autorizzato lungo questo tracciato, perché le interferenze con gli indicatori ambientali individuati sul posto sono emerse in tutta la loro gravità.

La tangibilità delle magagne è scaturita utilizzando Ie procedure e gli schemi del metodo di valutazione adottato da ARPA Piemonte per questi impianti, descritti in uno studio specifico del 2006. I periti e gli esperti del gruppo di lavoro di Salviamo il Paesaggio Valdossola, che hanno operato in questi mesi in modo autonomo e volontario, hanno ottenuto risultati categorici ed inequivocabili: l’opera, se realizzata, si configurerebbe ad “impatto ambientale di grado eccezionale”, al limite superiore della scala di criticità, stabilito dal metodo di valutazione in oggetto.

Dice Sonia Vella: “Gli indici numerici, dedotti dalle oltre 106 schede di rilevamento sul campo ed inseriti nelle formule per il calcolo ponderato delle criticità della nuova linea elettrica, non lasciano scampo al definitivo stop di Interconnector”. Il valore delle perdite in termini ambientali, ecosistemici, di bellezza del paesaggio, di sottrazione di spazi liberi ed incontaminati per il turismo escursionistico o disponibili per l‘avifauna protetta, di rischio leucemico per i campi elettromagnetici, oltre che le perdite di valore dei beni culturali e patrimoniali supera di gran lunga il costo dell’opera.

Per questo lo studio verrà allegato alle Osservazioni di rito, conseguenti alle Integrazioni volontarie della società multinazionale (III^ Ripubblicazione) che scadono il giorno 24 di questo mese. “Non s’ha proprio da fare ed è tutto dimostrato dati alla mano, grazie alle precise istruzioni dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente di questa Regione” – dice il consulente Antonio Di Pasquale – “Lo studio che abbiamo utilizzato è stato predisposto e pubblicato alcuni anni fa in collaborazione con l’Università di Milano e la società ENEL ed è a disposizione degli Enti pubblici. E’ tutto molto chiaro, descritto con competenza e di facile consultazione. Ci stupiamo che nessuno l‘abbia mai preso in considerazione fin’ora”.

Rimarca infine Filippo Pirazzi referente di Salviamo il Paesaggio Valdossola: “Quello che Terna vuole cocciutamente realizzare in Ossola dal 2012 a questa parte e che la Giunta regionale del Piemonte non ha il coraggio di rigettare, non è autorizzabile. Con questo studio che estenderemo a tutto l’impianto dal Passo di San Giacomo a Pallanzeno e, se ne avremo la forza, fino a Settimo milanese, siamo in grado di verificare che l’opera di Terna non può passare su questo territorio. Le penalizzazioni a discapito dell’ambiente sono evidenti e sono quantificabili numericamente. Con questo metodo è possibile inoltre arrivare al calcolo economico dei danni, il cui valore monetario va messo sul piatto della bilancia in modo preventivo e anticipato, come stabilisce la legge, prima che l’opera venga malauguratamente autorizzata”.

Un danno immenso e di grande pregiudizio per le generazioni future che risulta finalmente palese dall’analisi delle criticità, suggerite da un Ente qualificato regionale come ARPA Piemonte. Non è più solo l’opinione di un comitato ambientalista con il Paesaggio custodito nel cuore, che già quattro anni fa aveva dato battaglia a questo mostro alieno di ferro, bulloni, cavi elettrici e cemento, perché nei fatti -“Interconnector è più verosimilmente un’operazione finanziaria miliardaria irragionevole, a beneficio di profitti altrui, che nulla di buono apporterà ai cittadini residenti. L’oro verde delle nostre montagne vale molto di più”-.


QUI IL DOCUMENTO DI ANALISI



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