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Agorà - Festival filosofico della città di Omegna

Dal 14 al 16 di settembre si svolgerà nella città di Omegna la prima edizione di Agorà, festival filosofico ideato dall’assessore alla cultura Sara Rubinelli e organizzato in collaborazione con la sezione di Verbania della Società Filosofica Italiana.

Omegna
Agorà - Festival filosofico della città di Omegna
Saranno giorni dedicati alla cultura, alla musica e alla riflessione filosofica partecipata attivamente alla presenza di pensatori come: Umberto Curi, Fabio Minazzi, Guido Brivio, Eugenio Borgna, Stefano Zecchi, Lorenzo Cantoni.

Qualcuno potrebbe pensare che si tratti dell’ennesima rassegna culturale, in Italia se ne contano circa 250, potrebbe pensare anche che ormai i festival sono inflazionati e privi di contenuto.

In realtà, più che un’inflazione, le rassegne culturali sono un’esigenza prodotta da un DNA democratico orientato a riempire il cuore pulsante della città: la piazza, l’agorà: il luogo in cui si parla, una necessità che coinvolge i cittadini a partecipare alla vita politica e rispondere a quella millenaria domanda che già 2500 anni fa Platone poneva nella sua “Politeia”, ossia: cosa fa di una città una buona città? Una buona città è fatta da buoni cittadini. E cos’è che fa buoni i cittadini? I cittadini sono buoni se hanno buone leggi.

Le leggi, però, possono essere elaborate solo se c’è interazione tra i cittadini, solo se esiste nella città un dialogo aperto in cui sia presente il contraddittorio.

Il dialogo, il contraddittorio sono le condizioni fondamentali per una buona attività politica perché, parafrasando Hannah Arendt, la politica non ha forma, non può essere qualcosa di cristallizzato e indiscutibile, ma deve necessariamente essere qualcosa che si rinnovi continuamente: non forma, ma performa. La politica fondata sul dialogo deve essere lo spazio aperto in cui ogni cittadino manifesta se stesso, come in un libero spazio teatrale in cui ogni attore esegue la sua performance, contribuendo a dare senso al significato originario della parola “politeia” che indica, innanzitutto, il perseguimento di un costume intellettuale, educativo e culturale.

Per tali ragioni i festival culturali sono una necessità e ben vengano le rassegne culturali, perché indicano nella cultura una risorsa per la valorizzazione del territorio, per la riorganizzazione degli spazi e offrono opportunità di incontro, confronto, interazione dei cittadini all’interno di una palestra del dialogo vitale per l’elaborazione di buone leggi e la presenza di buoni cittadini che fanno di una città una buona città.

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