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Sindaco di Cannobio su sanità

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del sindaco di Cannobio e Presidente dell’Unione del Lago Maggiore, inerente il futuro della sanità locale.

Cannobio
Sindaco di Cannobio su sanità
Intervengo come Sindaco di Cannobio e Presidente dell’Unione del Lago Maggiore, che raggruppa i Comune di Valle Cannobina e della fascia lacustre: Cannero Riviera, Trarego Viggiona, Gurro, Oggebbio e Ghiffa.

Tutta una zona – soprattutto per Valle Cannobina, ma anche per Trarego Viggiona, per Cannobio – che sarà quella maggiormente penalizzata dalla scelta di Regione Piemonte di realizzare il nuovo ospedale a Domodossola.

Una scelta politica che ha diviso il territorio.

Voglio citare la nostra Costituzione che all’articolo 32 cosi’ recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse delle collettività”

Non mi sembra pero’ che l’interesse complessivo della collettività dell’intera Provincia sia stato preso nella giusta considerazione nella scelta della Regione.

La sanità è un diritto che deve essere garantito a tutti, sia a chi abita in Formazza sia a chi abita in Valle Cannobina.
Occorre tenere in considerazione tutte le esigenze.

O almeno, quando si fanno scelte cosi’ importanti, bisogna essere attenti di non penalizzare nessuna comunità. Pensando sia al presente, alle conseguenze ed al futuro.

Nell’Unione del Lago maggiore, fra residenti, flussi turistici, seconde case contiamo circa Settecentomila presenze ogni anno.
Il servizio di Croce Rossa di Cannobio, nell’anno 2018, ha effettuato 2.170 trasporti. Fra andata e ritorno, qualche cosa come centoventitremila chilometri.

La decisione di realizzare il nuovo ospedale a Domodossola significherebbe, come minimo, raddoppiare i tempi ed i km percorsi.
Non è solo una questione di costi, di tempo di trasporto, di ore dei volontari che si radoppierebbero. E’ questione di quel diritto che ho appena citato. Garantire a tutti lo stesso diritto alla salute, alla cura, ad un minimo di sicurezza.

Percorriamo tutti i giorni, noi ed i nostri figli, la statale 34 del Lago Maggiore, una strada a dir poco indecente e senza manutenzione. Una strada funestata da frane.

Non siamo ancora riusciti a fare partire i cantieri per le lungaggini burocratiche della Regione. Capite perché ci sentiamo delusi, presi in giro, da questa scelta di costruire il nuovo ospedale a Domodossola.

Prima di prendere questa decisione, la Regione avrebbe dovuto consultare , avrebbe dovuto conoscere il territorio, avrebbe dovuto conoscere il piano viario, magari percorrendo le nostre strade, avrebbe dovuto controllare se ogni altro Paese, specialmente nelle valli, se esiste una piazzola per l’atterraggio dell’elisoccorso, anche di notte. Cosa che non c’è.

Anzi. Ci è stato detto – quando ci è stata illustrata la decisione regionale nell’incontro in Provincia dal Presidente Cirio – che questo territorio non è stato capace di portare avanti il progetto di medicina territoriale.

Non è vero. Ancora una volta questo dimostra che non ci conoscono. A Cannobio, sono ben fiero di dirlo, è nata la prima casa della salute. Grazie ad un gruppo di medici lungimiranti e grazie all’amministrazione comunale che ha creduto nel progetto. La casa della salute è un fiore all’occhiello della nostra comunità.

Grazie alla professionalità dei medici siamo in grado di offrire ottimi servizi a tutti i cittadini dell’Unione. E’ una iniziativa, un servizio in ambito sanitario in cui crediamo e che deve essere implementato con il sostegno – doveroso – della Regione e dell’ASL.

Ma siamo qui oggi, uniti, tutti insieme perché vogliamo che la Regione riveda la localizzazione del Nuovo Ospedale Unico a Domodossola. Perché accettare l’ospedale a Domodossola, significherebbe chiudere a breve quello di Verbania.

Questo non dobbiamo permetterlo.

Non vogliamo che la politica continui a dividere il territorio.

Gianmaria Minazzi
Sindaco di Cannobio
Presidente dell’Unione dei Comuni del Lago Maggiore



1 commento  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di Giuseppe Federici 1Sanità - V.C.O.
Giuseppe Federici
21 Novembre 2019 - 11:06
 
Si parla di unicità del territorio e ci si muove a scacchiera, ognuno per proprio conto pur se con unicità di intenti, Ma che provincia siamo ? L'alto verbano prende le sue decisioni, e fa le sue osservazioni, idem il centro e basso verbano, al quale sembra essersi unito anche la bassa Ossola, idem il Cusio.
L'Ossola, in virtù di un suo rappresentante si permette di calpestare i diritti costituzionali dei concittadini provinciali con caparbietà ed arroganza: e questa sarebbe la democrazia? C'è da rimanere allibiti.
In materia sanitaria, la costituzione del servizio e sua gestione è di competenza della Regione, Stabilito che non si potrebbero avere più di un nosocomio per provincia (tenuto conto anche del bacino d'utenza non superiore a 200 mila unità) la collocazione, il semplice comune buon senso vorrebbe ch'esso sorgesse in un luogo baricentrico al fine di ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a farvi ricorso nei momenti difficili della sua vita, temperando i disagi delle località che forzatamente rimarrebbero più decentrate con servizi di collegamento celeri e specifici.
Ciò detto, mi sembra la cosa più semplice e naturale senza prese di posizione contrastanti, di favore o sfavore che siano.
La salute dei cittadini è tutelata dalla costituzione ed è giusto oltre che necessario che siano i cittadini a decidere dove accentrare la loro assistenza, attraverso i propri rappresentati eletti e se del caso a mezzo referendum specifico,
Giuseppe Federici



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