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Riunita la cabina di regia Provinciale

Riceviamo e pubblichiamo, una comunicazione della Presidenza della Provincia VCO contenente la sintesi della 2^ riunione della Cabina di Regia.

Verbania
Riunita la cabina di regia Provinciale
Il Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola ha convocato la Cabina di Regia, che si è riunita in videoconferenza il giorno 17 aprile 2020, alla presenza del Signor Prefetto del Verbano Cusio Ossola, per individuare ulteriori misure di contenimento del virus covid-19 e per raccogliere indicazioni operative per migliorare l’assistenza territoriale e nelle strutture assistenziali e socio sanitarie, incluse le RSA, presenti nel territorio provinciale.
A una settimana di distanza dalla prima riunione, vi è ancora una situazione critica in alcune RSA della Provincia.

Le proposte, possono essere così sintetizzate:
Le procedure per i TAMPONI previste per le RSA dovrebbero essere estese a tutte le strutture socio sanitarie e anche ai servizi di assistenza domiciliare.
C’è la necessità che siano resi noti gli esiti e il numero complessivo dei tamponi effettuati all’interno delle case di riposo, distinguendo i dati riferiti al personale e quelli relativi agli ospiti.
C’è il problema dei tamponi, che all’inizio erano stati fatti ai sintomatici e che, successivamente, sono stati estesi a una parte degli operatori e a una parte degli ospiti, senza che però fossero poi stati completati per indisponibilità dei tamponi.

C’è chi si sta organizzando per acquistare i tamponi, ma vorrebbe sapere se i laboratori siano in grado di processarli.
I tamponi non vengono estesi a tutto il personale e può accadere che chi non si dovrebbe avvicinare molto agli ospiti finisca per trovarsi in situazioni in cui il contatto diventa inevitabile e, perciò, andrebbe sottoposto a controllo.
Ci sono casi in cui la struttura ha chiesto i tamponi, ma non è ancora riuscita ad averli

Oggi l’urgenza è rappresentata dalla necessità di fare i tamponi e se l’ASL non fosse in grado di provvedere a un numero sufficiente, bisognerebbe cercare qualche altro soggetto che lo possa fare ammesso che vi siano i laboratori idonei per analizzarli in tempo utile.

(L’ASL del V.C.O. sta effettuando i tamponi in molte strutture (11 su 20 sono state in tutto o in parte controllate: vengono sottoposti a tampone anche cuochi, ausiliari, manutentori … purtroppo però mancano i tamponi, benché l’Unità di Crisi ne mandi giornalmente … quelli che arrivano vengono utilizzati come si può: c’è un dispositivo che può processarne 400 al giorno, i reagenti sono stati reperiti in Germania, però, se poi non vengono forniti i tamponi, non si può fare di più);

Il problema dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE: ci sono alcune strutture che lesinano su questi strumenti e ciò provoca il contagio degli operatori e dei pazienti non ammalati.

I lavoratori lamentano che dispositivi usa e getta vengono usati per diversi giorni. Ci sono strutture con camici e mascherine che vengono usati per tre o quattro giorni e vengono scambiati fra gli operatori. Il problema è come venga fatta la sanificazione.

Per fare arrivare più velocemente le forniture di dispositivi di protezione individuale sarebbe importante centralizzare gli acquisti per più case di riposo, mettendosi in rete per reperirne grosse quantità (purtroppo però anche il personale dell’ASL del V.C.O. deve confrontarsi con problemi analoghi per l’insufficienza e l’inadeguatezza dei dispositivi o per il mancato arrivo di mascherine dall’Unità di Crisi).

Si notano alcune differenze fra i dispositivi di protezione individuale in uso all’ASL e quelli messi a disposizione delle RSA: anche in queste ultime dovrebbero essere garantiti gli stessi dispositivi in caso di necessità;
Si chiede di conoscere le ragioni del numero esiguo di tamponi effettuati in Piemonte (anche se, in percentuale sulla popolazione, siamo comunque una delle Province con più tamponi);

E’ necessaria la possibilità di disporre di STRUTTURE RICETTIVE per il personale per evitare che rientri nella propria abitazione e, nei casi in cui le abitazioni non siano adatte, per garantire l’isolamento di chi - negativo - viene dimesso dall’ospedale ma potrebbe ancora infettare, o per il personale sanitario su base volontaria.

C’è il problema dell’isolamento di chi può infettare i familiari nelle abitazioni private: bisogna cercare strutture per ospitare chi, non ancora completamente guarito, deve affrontare un periodo di convalescenza, evitando di lasciare all’interno del nucleo familiare chi può contagiare i propri cari.

Il personale risultato positivo non deve essere riportato sul posto di lavoro troppo presto: la quarantena deve essere assolutamente rispettata e non deve essere anticipato il secondo controllo.

C’è il problema delle RETTE, stabilite per affrontare situazioni ordinarie, che oggi risultano inadeguate per la necessità di sostenere aumenti dei costi dovuti all’emergenza (appena cesserà l’emergenza, le istituzioni dovranno pensare al loro adeguamento);

Per garantire il pagamento del personale e dei fornitori, è importante che sia assicurata la regolarità dei PAGAMENTI da parte dell’ASL come avvenuto in passato.
C’è preoccupazione per il problema delle RESPONSABILITA’ che potrebbero essere accollate alle strutture alla fine dell’emergenza (per molto tempo si è lavorato con dispositivi di protezione inadeguati o addirittura senza; ci sono strutture che erano state isolate già dai primi di febbraio, nelle quali il contagio è stato portato dagli operatori; ci sono stati errori nell’isolare chi manifestava sintomi; il contagio può essere partito anche da nuovi ingressi avvenuti senza controllo.

C’è la necessità di avere la disponibilità di DATI precisi sul numero degli ospiti contagiati, sul numero dei deceduti e su quanti operatori sono stati contagiati, per capire che contributi si possano dare e come debba essere gestito il personale, dati che talvolta risultano pubblicati sui giornali locali

(L’ASL del V.C.O. sarà in grado di fornire i dati relativi a ospiti positivi, operatori positivi e decessi nelle singole strutture sottoposte a tampone venerdì prossimo).

Si segnala la necessità di disporre di PROTOCOLLI CONDIVISI con l’ASL per sapere come comportarsi nel caso in cui si abbia a che fare con un solo ospite positivo o nel caso in cui una parte degli ospiti sia positiva e l’altra no, con indicazione delle modalità con le quali separare i gruppi e delle soluzioni alternative al rientro a casa dell’operatore, per impedire il contagio dei familiari.

Essendoci oggi realtà già alle prese col problema dei contagi e realtà che invece non hanno registrato casi, l’approccio dovrà essere diverso, privilegiando la messa in sicurezza dei lavoratori piuttosto che l’effettuazione dei tamponi.
Tutte le strutture hanno adottato piani covid-19; sarebbero utili istruzioni generali superiori finalizzate alle RSA.
Ci sono strutture piccole che sono riuscite a non avere persone infette, all’interno delle quali il personale finora ha potuto alloggiare, però anche qui la situazione sta diventando pesante, perché se i tamponi non arrivano, il loro sacrificio sarebbe stato inutile.

In ogni comunità, per contenere il contagio, bisognerebbe ragionare su ipotesi di chiusura ai visitatori e sulla presenza di infetti e sani al loro interno, per poi riuscire a stabilire se siano gli operatori a portare il virus all’interno della struttura. Se fosse l’operatore a portare il virus all’interno della struttura, il distanziamento fra gli ospiti sarebbe una precauzione inutile.

Il problema del personale risultato positivo e del riconoscimento dell’ INFORTUNIO sul lavoro: emergono incertezze su quale medico sia competente per l’avvio della relativa pratica (il rappresentante dell’ASL segnala che sia il medico curante sia il medico competente hanno entrambi la possibilità di avviare la pratica);
C’è il problema del PERSONALE INSUFFICIENTE per fronteggiare l’emergenza covid-19: sono pochi gli addetti e sono poche le figure che abbiano le competenze necessarie; capita inoltre che le infermiere operanti nelle strutture vengano assorbite con concorsi dell’ASL
.
(L’ASL del V.C.O. per cercare di venire incontro alle richieste di aiuto provenienti dalle strutture ha creato delle task force, ha previsto delle assunzioni di infermiere per dare una mano anche alle case di riposo, cercando di coinvolgere anche i medici, comunque nella consapevolezza di intervenire ulteriormente.)

Viene inoltre suggerita l’opportunità di far partecipare alla Cabina di Regia anche i rappresentanti degli Enti Gestori, ovvero dei Consorzi e la richiesta della presenza di un referente della Regione nella Cabina di Regia della nostra
Provincia per avere rapidi aggiornamenti.

(Nota a lato del comunicato)
In merito alle richieste riguardanti le RSA si comunica che i dati, secondo le modalità definite dalle norme, vengono emessi, aggiornati e diffusi dall’ASL. E’ agli stessi che va fatto riferimento.

IL PRESIDENTE
Dott. Arturo Lincio
SINTESI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI NELLA CABINA DI REGIA RSA DEL 17 APRILE 2020 (2^ RIUNIONE)





SINTESI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI NELLA CABINA DI REGIA RSA
DEL 17 APRILE 2020 (2^ RIUNIONE)



Il Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola ha convocato la Cabina di Regia, che si è riunita in videoconferenza il giorno 17 aprile 2020, alla presenza del Signor Prefetto del Verbano Cusio Ossola, per individuare ulteriori misure di contenimento del virus covid-19 e per
raccogliere indicazioni operative per migliorare l’assistenza territoriale e nelle
strutture assistenziali e socio sanitarie, incluse le RSA, presenti nel territorio
provinciale.
A una settimana di distanza dalla prima riunione, vi è ancora una
situazione critica in alcune RSA della Provincia.
Le proposte, possono essere così sintetizzate:


Le procedure per i TAMPONI previste per le RSA dovrebbero essere estese a tutte le strutture socio sanitarie e anche ai servizi di assistenza domiciliare.

C’è la necessità che siano resi noti gli esiti e il numero complessivo dei tamponi effettuati all’interno delle case di riposo, distinguendo i dati riferiti al personale e quelli relativi agli ospiti.

C’è il problema dei tamponi, che all’inizio erano stati fatti ai sintomatici e
che, successivamente, sono stati estesi a una parte degli operatori e a una
parte degli ospiti, senza che però fossero poi stati completati per
indisponibilità dei tamponi.

C’è chi si sta organizzando per acquistare i tamponi, ma vorrebbe sapere se
I laboratori siano in grado di processarli.

I tamponi non vengono estesi a tutto il personale e può accadere che chi non si dovrebbe avvicinare molto agli ospiti finisca per trovarsi in situazioni in cui il
contatto diventa inevitabile e, perciò, andrebbe sottoposto a controllo.
Ci sono casi in cui la struttura ha chiesto i tamponi, ma non è ancora riuscita
ad averli.







Oggi l’urgenza è rappresentata dalla necessità di fare i tamponi e se l’ASL non fosse in grado di provvedere a un numero sufficiente, bisognerebbe cercare qualche altro soggetto che lo possa fare ammesso che vi siano i laboratori idonei per analizzarli in tempo utile.

[L’ASL del V.C.O. sta effettuando i tamponi in molte strutture (11 su 20 sono
state in tutto o in parte controllate: vengono sottoposti a tampone anche
cuochi, ausiliari, manutentori … purtroppo però mancano i tamponi, benché
l’Unità di Crisi ne mandi giornalmente … quelli che arrivano vengono utilizzati
come si può: c’è un dispositivo che può processarne 400 al giorno, i reagenti
sono stati reperiti in Germania, però, se poi non vengono forniti i tamponi,
non si può fare di più];


Il problema dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE : ci sono alcune strutture che lesinano su questi strumenti e ciò provoca il contagio degli operatori e dei
pazienti non ammalati.
I lavoratori lamentano che dispositivi usa e getta vengono usati per diversi
giorni. Ci sono strutture con camici e mascherine che vengono usati per tre o
quattro giorni e vengono scambiati fra gli operatori. Il problema è come venga fatta la sanificazione.
Per fare arrivare più velocemente le forniture di dispositivi di protezione
individuale sarebbe importante centralizzare gli acquisti per più case di
riposo, mettendosi in rete per reperirne grosse quantità.
(purtroppo però anche il personale dell’ASL del V.C.O. deve confrontarsi con
problemi analoghi per l’insufficienza e l’inadeguatezza dei dispositivi o per il
mancato arrivo di mascherine dall’Unità di Crisi).

Si notano alcune differenze fra i dispositivi di protezione individuale in
uso all’ASL e quelli messi a disposizione delle RSA: anche in queste ultime
dovrebbero essere garantiti gli stessi dispositivi in caso di necessità;
Si chiede di conoscere le ragioni del numero esiguo di tamponi effettuati
in Piemonte (anche se, in percentuale sulla popolazione, siamo comunque
una delle Province con più tamponi);










E’ necessaria la possibilità di disporre di STRUTTURE RICETTIVE per il personale per evitare che rientri nella propria abitazione e, nei casi in cui le abitazioni non siano adatte, per garantire l’isolamento di chi - negativo - viene dimesso dall’ospedale ma potrebbe ancora infettare, o per il personale sanitario su base volontaria.

C’è il problema dell’isolamento di chi può infettare i familiari nelle abitazioni
private: bisogna cercare strutture per ospitare chi, non ancora
completamente guarito, deve affrontare un periodo di convalescenza,
evitando di lasciare all’interno del nucleo familiare chi può contagiare i propri
cari. Il personale risultato positivo non deve essere riportato sul posto di
lavoro troppo presto: la quarantena deve essere assolutamente rispettata e
non deve essere anticipato il secondo controllo.
C’è il problema delle RETTE, stabilite per affrontare situazioni ordinarie, che oggi risultano inadeguate per la necessità di sostenere aumenti dei costi dovuti all’emergenza (appena cesserà l’emergenza, le istituzioni dovranno pensare al loro adeguamento);

Per garantire il pagamento del personale e dei fornitori, è importante che
sia assicurata la regolarità dei PAGAMENTI da parte dell’ASL come avvenuto in passato.

C’è preoccupazione per il problema delle RESPONSABILITA’ che potrebbero essere accollate alle strutture alla fine dell’emergenza (per molto tempo si è lavorato con dispositivi di protezione inadeguati o addirittura senza; ci sono strutture che erano state isolate già dai primi di febbraio, nelle quali il contagio è stato portato dagli operatori; ci sono stati errori nell’isolare chi manifestava sintomi; il contagio può essere partito anche da nuovi ingressi avvenuti senza controllo)













C’è la necessità di avere la disponibilità di DATI precisi sul numero degli
ospiti contagiati, sul numero dei deceduti e su quanti operatori sono stati
contagiati, per capire che contributi si possano dare e come debba essere
gestito il personale, dati che talvolta risultano pubblicati sui giornali locali
(L’ASL del V.C.O. sarà in grado di fornire i dati relativi a ospiti positivi,
operatori positivi e decessi nelle singole strutture sottoposte a tampone
venerdì prossimo).

Si segnala la necessità di disporre di PROTOCOLLI CONDIVISI con l’ASL per sapere come comportarsi nel caso in cui si abbia a che fare con un solo ospite positivo o nel caso in cui una parte degli ospiti sia positiva e l’altra no, con indicazione delle modalità con le quali separare i gruppi e delle soluzioni alternative al rientro a casa dell’operatore, per impedire il contagio dei familiari.

Essendoci oggi realtà già alle prese col problema dei contagi e realtà che
invece non hanno registrato casi, l’approccio dovrà essere diverso,
privilegiando la messa in sicurezza dei lavoratori piuttosto che l’effettuazione
dei tamponi.

Tutte le strutture hanno adottato piani covid-19 ; sarebbero utili istruzioni generali superiori finalizzate alle RSA.


Ci sono strutture piccole che sono riuscite a non avere persone infette,
all’interno delle quali il personale finora ha potuto alloggiare, però anche qui
la situazione sta diventando pesante, perché se i tamponi non arrivano,
il loro sacrificio sarebbe stato inutile.



In ogni comunità, per contenere il contagio, bisognerebbe ragionare su ipotesi di chiusura ai visitatori e sulla presenza di infetti e sani al loro interno, per poi riuscire a stabilire se siano gli operatori a portare il virus all’interno della struttura. Se fosse l’operatore a portare il virus all’interno della struttura, il distanziamento fra gli ospiti sarebbe una precauzione inutile.









Il problema del personale risultato positivo e del riconoscimento
dell’INFORTUNIO sul lavoro: emergono incertezze su quale medico sia
competente per l’avvio della relativa pratica.
(il rappresentante dell’ASL segnala che sia il medico curante sia il medico
competente hanno entrambi la possibilità di avviare la pratica);


C’è il problema del PERSONALE INSUFFICIENTE per fronteggiare l’emergenza covid-19: sono pochi gli addetti e sono poche le figure che abbiano le competenze necessarie; capita inoltre che le infermiere operanti nelle strutture vengano assorbite con concorsi dell’ASL.
(L’ASL del V.C.O. per cercare di venire incontro alle richieste di aiuto
provenienti dalle strutture ha creato delle task force, ha previsto delle
assunzioni di infermiere per dare una mano anche alle case di riposo,
cercando di coinvolgere anche i medici, comunque nella consapevolezza di intervenire ulteriormente.)


Viene inoltre suggerita l’opportunità di far partecipare alla Cabina di Regia anche i rappresentanti degli Enti Gestori, ovvero dei Consorzi e la richiesta della presenza di un referente della Regione nella Cabina di Regia della nostra Provincia per avere rapidi aggiornamenti.

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(Nota a lato del comunicato)
In merito alle richieste riguardanti le RSA si comunica che i dati, secondo le modalità definite dalle norme, vengono emessi, aggiornati e diffusi dall’ASL . E’ agli stessi che va fatto riferimento. )


22-04-2020

IL PRESIDENTE










Il problema del personale risultato positivo e del riconoscimento
dell’INFORTUNIO sul lavoro: emergono incertezze su quale medico sia
competente per l’avvio della relativa pratica.
(il rappresentante dell’ASL segnala che sia il medico curante sia il medico
competente hanno entrambi la possibilità di avviare la pratica);


C’è il problema del PERSONALE INSUFFICIENTE per fronteggiare l’emergenza covid-19: sono pochi gli addetti e sono poche le figure che abbiano le competenze necessarie; capita inoltre che le infermiere operanti nelle strutture vengano assorbite con concorsi dell’ASL.
1. (L’ASL del V.C.O. per cercare di venire incontro alle richieste di aiuto
2. provenienti dalle strutture ha creato delle task force, ha previsto delle
3. assunzioni di infermiere per dare una mano anche alle case di riposo,
4. cercando di coinvolgere anche i medici, comunque nella consapevolezza di intervenire ulteriormente.)
5.
6.
7. Viene inoltre suggerita l’opportunità di far partecipare alla Cabina di Regia anche i rappresentanti degli Enti Gestori, ovvero dei Consorzi e la richiesta della presenza di un referente della Regione nella Cabina di Regia della nostra Provincia per avere rapidi aggiornamenti.
8.
9. .
10. (Nota a lato del comunicato)
11. In merito alle richieste riguardanti le RSA si comunica che i dati, secondo le modalità definite dalle norme, vengono emessi, aggiornati e diffusi dall’ASL . E’ agli stessi che va fatto riferimento. )
12.
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14. 22-04-2020
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16. IL PRESIDENTE
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