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AstroNews: Notizie su Giove, il re dei pianeti

Giove, dio mitologico adorato da diversi popoli dell’antichità, che aveva assunto differenti nomi, come Zeus nell’antica Grecia, o come Iuppiter nella lunga epoca dell’impero romano, e Tinia per gli Etruschi. Il suoi simboli erano l’aquila, il fulmine ed il tuono, ad indicare e ricordare la sua potenza.

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AstroNews: Notizie su Giove, il re dei pianeti
E per immortalare la sua deità, anche il pianeta che primeggia per dimensioni e luminosità nel nostro sistema solare, ha conservato il nome di Giove. In cielo solo il Sole e la luna splendono più di lui, mentre lui rivaleggia con il pianeta Venere per luminosità, condividendo il nome di “stella della sera” quando si mostra al tramonto , e “stella del mattino “, nelle albe in cui è visibile.
Ed essendo così visibile, da alcuni secoli si è mostrato mutevole nel tempo, quindi soggetto astronomico da osservare sempre.
Spettacolari e continuamente variabili, Giove mostra le sue bande e la “ Grande Macchia Rossa “, ma grazie agli attuali potenti telescopi abbinati all’uso di avanzate tecniche di registrazione, e a sonde interplanetarie a partire dalle Voyager sino alla più attuale Juno, il re dei pianeti ha offerto alla nostra conoscenza immagini di fenomeni definiti vortici ipnotici per la loro forma e mutevolezza.

Immagine 1Gli ipnotici vortici di Giove sono dettagli a colori delle enormi tempeste presenti al polo nord e che
caratterizzano l’atmosfera gioviana. Sono stati realizzati con i nuovi scatti realizzati dalla sonda Juno della Nasa durante l’ultimo sorvolo del gigante gassoso, avvenuto il 5 luglio 2022.

Lanciata nel 2011, Juno ha raggiunto il gigante gassoso cinque anni dopo e ora, dopo un prolungamento della missione che si sarebbe dovuta concludere nel 2021, si trova in un'orbita altamente ellittica che la porta ogni 43 giorni a sfiorare l’atmosfera gioviana, sorvolando il pianeta a 5.000 chilometri di altezza.
Le nuove immagini sono state scattate il 5 luglio, mentre la sonda si trovava a 25.000 Km. di distanza, e svela molti dettagli delle tempeste che raggiungono un’altezza di circa 50 Km !!!!!!
Sono vortici con un diametro di centinaia di chilometri e che sono caratterizzate da colorazioni differenti in base al senso di rotazione.
La sonda Juno ha a bordo anche due importanti strumenti scientifici italiani, lo spettrometro ad immagine infrarosso Jiram, realizzato da Leonardo e sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e lo strumento di radioscienza KaT, realizzato da Thales Alenia Space e coordinato dall’università Sapienza di Roma. Per catalogare le tantissime immagini di vortici e tempeste prodotte finora,, la Nasa sviluppato il progetto Jovian Vortex Hunter in cui tutti, in forma volontaria, possono dare un contributo per catalogarle. Oltre 2.400 volontari hanno già classificato oltre 375.000 immagini

Ad incrementare l’attenzione rivolta a Giove a proposito della sua mancanza di anelli, recentemente si sono ipotizzate alcune cause al proposito.
Giove e Saturno sono due pianeti giganti gassosi abbastanza simili ma con una differenza palese: gli anelli. Un ricercatore dell’Università della California a Riverside (UCR) ha realizzato un nuovo studio in cui spiega che il motivo dell’assenza di veri anelli intorno a Giove è da spiegare con la presenza delle sue numerose lune.
Giove ha anelli?
Giove ha degli anelli ma sono molto deboli, neanche osservabili con gli strumenti tradizionali. Quelli di Saturno possono essere osservati anche con un telescopio amatoriale, finanche con una fotocamera se lo zoom è abbastanza potente. In realtà non sapevamo neanche della presenza di anelli intorno a Giove fino a quando la sonda Voyager non si è avvicinata materialmente al pianeta negli anni 70 del secolo scorso.

Immagine 2Giove con i suoi anelli invisibili a causa delle sue lune.

Secondo Kane se Giove fosse dotato di veri anelli probabilmente sarebbero molto più grandi e luminosi di quelli di Saturno, dunque molto più spettacolari. Insieme al suo studente Zhexing Li, ricercatore ha usato i computer per realizzare simulazioni dinamiche delle orbite di quattro delle lune principali di Giove oltre a quella dello stesso pianeta. I ricercatori hanno scoperto che sono proprio le lune a distruggere, in maniera anche abbastanza rapida, tutti gli anelli che, nelle simulazioni, tentavano di formarsi.
Le stesse simulazioni suggeriscono, spiega lo scienziato, che il discorso vale anche per il passato del pianeta: è improbabile che siano esistiti anelli in passato intorno a Giove e che poi siano scomparsi.

Secondo Kane potrebbe essere una caratteristica di tutti i giganti gassosi con lune relativamente grandi (ed è proprio il caso di Giove): questi corpi che orbitano intorno a loro impediscono la formazione e la presenza di anelli.
Ora lo scienziato vuole usare lo stesso metodo per analizzare gli anelli di Urano. Gli anelli di Urano non sono grandi come quelli di Saturno ma sono comunque più massicci di quelli di Giove. Secondo alcune teorie Urano si sarebbe “ribaltato”, almeno in parte, su un lato a seguito di un grosso impatto avvenuto nel suo passato. I suoi anelli potrebbero essere il risultato proprio di questo impatto.

In effetti, spiegano i ricercatori, gli anelli nella maggior parte dei casi sono una delle principali tracce di un impatto.

In fondo, osservando più da vicino Giove, è servito a conoscerlo meglio ed a poter procedere ad una nuova analisi di fenomeni presenti anche su altri pianeti ancor più lontani, per accrescere la conoscenza scientifica dell’umanità, sempre curiosa di scoprire nuove cose.



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