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William Jervis: "Protestanti e libertà”

Un docufilm, una conferenza e canzoni per fare luce su pagine della Resistenza poco conosciute, quelle legate al contributo dei valdesi alla lotta di liberazione.

Verbania
William Jervis: "Protestanti e libertà”
In vista del 25 Aprile, la Chiesa evangelica metodista di Intra insieme all'IEEMI (Istituto Ecclesiastico Evangelico Metodista Intra), con il Liceo valdese di Torre Pellice e i patrocini della sezione Anpi “42 Martiri” Mergozzo e Fondotoce, del Comitato Provinciale Anpi VCO e della Casa della Resistenza, propone una serata dedicata alla figura del partigiano valdese William Jervis grazie ai contributi – un docu-film e una conferenza – in arrivo direttamente da quelle vallate dove Jervis visse e combatté, trovandovi la morte.

Dopo la serata del 10 febbraio scorso con la conferenza del professor Paolo Naso dedicata a Martin Luther King e quella dell’11 marzo dedicata al racconto della vita Rom e alla musica del fisarmonicista Jovica Jovic (entrambe molto partecipate), la chiesa evangelica metodista di Intra e l'IEEMI propongono il terzo ed ultimo appuntamento di questo breve ciclo dedicato alle tematiche dei diritti civili e della libertà.

L'appuntamento con “Protestanti e libertà” è per giovedì 20 aprile 2023 alle ore 18,00 nel locale di culto in Corso Mameli, 19 a Intra.


William Jervis
Protestanti e Libertà

«Non compiangermi e non chiamarmi “povero” (…). Muoio per aver servito una idea»

Nella serata, aperta dal presidente della Casa della Resistenza Gianfranco Fradelizio, sarà proiettato il docu-film prodotto dagli/dalle studenti del Liceo Valdese di Torre Pellice, con l'introduzione storica del prof. Marco Fraschia.

William Jervis, italiano nonostante il nome, era un ingegnere alla Olivetti di Ivrea, ditta strategica per il governo e perciò protetta, ma l’antifascismo vi era di casa e la Resistenza vi trovò sostenitori attivi. Come Jervis, appunto, che rivestì un ruolo importante nel collegamento delle formazioni partigiane con gli alleati, grazie anche alla sua conoscenza della lingua inglese (era nipote di uno scienziato britannico). E così dopo l’8 settembre 1943, Jervis diventa membro del Comitato di Liberazione Nazionale e si prodiga per aiutare ebrei e prigionieri alleati in fuga dai campi di prigionia. Colpito da ordine di cattura, si rifugia dapprima a Villa Ambrosetti, la residenza di Adriano Olivetti, poi a Torre Pellice. Da qui raggiunge i partigiani di Giustizia e Libertà guidati da Roberto Malan.
Di ritorno da una delle sue missioni, l’11 marzo 1944, Willy Jervis è catturato dalle SS italiane al ponte di Bibiana. Ha con sé materiale compromettente. Lo arrestano. Nonostante le torture a cui viene sottoposto nella caserma di Luserna San Giovanni prima a Torino poi, non fornirà alcuna informazione utile. Nonostante diversi tentativi diplomatici per ottenerne la liberazione, da parte del Comando partigiano e della stessa Olivetti, la notte tra il 5 e il 6 agosto, sulla piazza di Villar Pellice che oggi porta il suo nome viene ucciso a colpi di mitra.

Nella sua giacca una lettera alla moglie Lucilla. «Non compiangermi e non chiamarmi “povero” (…). Muoio per aver servito una idea» una delle frasi che vi si trovano scritte.

Jervis fu un grande appassionato di montagna e membro del Club alpino, a lui sono intitolati due rifugi CAI.

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