PROGETTO
I Castelli di Cannero, di proprietà della famiglia Borromeo, occupano due isolotti del lago Maggiore: su uno c’è la fortezza vera e propria, sull’altro l’edifico delle prigioni. I due corpi, non collegati, costituiscono un’unica fortezza, ma per consuetudine i castelli vengono sempre indicati al plurale. Al progetto sono stati dedicati numerosi studi documentari e archivistici, ricerche tematiche sulle strutture e numerose indagini i cui risultati hanno fornito una lettura stratigrafica esaustiva, un quadro completo delle fasi costruttive, chiarendo demolizioni, ricostruzioni e il contesto storico del sito. Il progetto di restauro è partito da questa considerazione: preservare l’immagine della fortezza sia materiale sia immateriale. Una testimonianza costruita che si colloca sul confine tra l’azione del tempo e la ricerca di immortalità della materia. Questo equilibrio ha condizionato le basi teoriche del progetto. Le azioni conservative hanno escluso ogni forma di ricostruzione che avrebbe generato un falso privando l’opera della sua dimensione storica. L’obiettivo è stato attribuire un corretto significato alle diverse entità della rovina, in una logica di conservazione e rispetto, attraverso trasformazioni compatibili con l’autenticità dell’opera evitando deformazioni della percezione visiva e formale. I Castelli di Cannero diventano così “il museo di sé stessi”.
Il percorso di visita è essenziale: consente di accedere agli spazi della fortezza, recuperando in gran parte i percorsi di ronda, e si sviluppa quasi totalmente all’esterno degli edifici. Alcuni ambienti interni ospitano approfondimenti museologici sulla storia della fortezza, del territorio e dei protagonisti delle vicende storiche, costruttive e politiche. Nel progettare i nuovi volumi del percorso di visita, tra accoglienza con bookshop, toilette, locali tecnici, è stata posta particolare attenzione alla tipologia strutturale e alle finiture. I nuovi elementi architettonici evocano le strutture lignee temporanee degli assedi. Sono stati pensati come temporanei, smontabili e appoggiati alle strutture esistenti. Il visitatore vive una duplice esperienza: l’arrivo dalla terraferma, in barca, costituisce un vero e proprio “approdo alla rovina”, mentre all’interno del castello sarà l’architettura stessa a farsi narrazione trasformando il sito in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Architetto Salvatore Simonetti
L’attività professionale dello studio è rivolta principalmente al restauro. Negli anni si sono susseguiti interventi su monumenti della città di Torino, come il recupero della facciata lapidea di Palazzo Madama, il restauro delle facciate e dello scalone di Palazzo Carignano, il recupero della Residenza Sabauda, Villa della Regina a Torino, cui si è aggiunto il recente intervento di restauro e riqualificazione funzionale per il Palazzo Reale a Genova. Da oltre un decennio l’architetto Simonetti è il consulente e progettista impegnato nell’azione di recupero e valorizzazione del patrimonio storico architettonico della Famiglia Borromeo sul Lago Maggiore, conosciuto come “Terre Borromeo” con gli interventi sull’Isola Bella, Isola Madre, Rocca di Angera, Rocca di Arona.
PROGRAMMA CONVEGNO
Saluti istituzionali:
architetto Antonella De Martino, segretario Ordine Architetti Novara e VCO;
architetto Carlo Ghisolfi, presidente Museo del Paesaggio;
architetto Francesca Filippi, SABAP-NO;
Marina Borromeo, Terre Borromeo.
Interverranno:
architetto Sara Lyla Mantica, Residenze Reali Sabaude, “Aspetti di tutela dalla progettazione alla realizzazione”;
dottoressa Francesca Garanzini, SABAP-NO, “Dallo scavo archeologico alla valorizzazione”;
Salvatore Simonetti con Mara Antonazzo e Federica Badino, SIMONETTIARCHITETTURA, “Progetto e direzione lavori architettura e restauro”;
Paolo Lampugnani archeologo;
Aldo Bottini con Alberto Gentina, BMS INGEGNERIA, “Progetto impianti strutture, direzione lavori generale”;
Laura Dellamotta, DOTDOTDOT / OPEN DOT che ha curato l’allestimento museale;
Federico Barberi, restauratore;
Ruggero Spagliarisi con Gian Luigi Pistochini e Andrea Oberoffer AEDES SRL Appaltatore e General Contractor.
INFO CONVEGNO
Il convegno è a cura della Commissione Cultura dell’Ordine degli Architetti del VCO
Moderatrice: architetto Elena Bertinotti, Commissione Cultura VCO
Per gli architetti, previa iscrizione su piattaforma formazione, sono previsti 4 crediti formativi professionali (CFP).
L’ingresso è aperto al pubblico con numero limitato su prenotazione: architetti@novara-vco.awn.it
