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Iracà: "La politica dell’incomprensibile"

Riceviamo e pubblichiamo, da Felice Iracà Capogruppo “cittadiniconVoi” in Consiglio Comunale, un comunicato sulla situazione politica cittadina.

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Iracà: "La politica dell’incomprensibile"
L’impietoso impasse politico in cui versa l’Amministrazione della nostra città fa il pari con quello che attanaglia, da oltre un mese ormai, le compagini parlamentari, colpevoli di non riuscire a partorire e consegnare nessun governo al Paese.

A starli a sentire han tutti ragione: ognuno snocciola il proprio credo, la propria fede, i propri intaccabili dogmi, mentre Paese e città, mutuamente a braccetto, guardano increduli l’ennesimo giro di valzer. La politica locale evoca i passi, i ritmi e i toni di quella nazionale: è questa una politica che poco ha di comprensibile, di ragionevole, persino di dignitoso.

Nella tanto vituperata stagione della “prima Repubblica” si faceva a cazzotti, si scendeva ancora in piazza, ma le urla e le divisioni erano figlie di visioni diverse, d’ideali diversi, di contenuti e percorsi diversi.

Oggi, è sotto gli occhi di tutti, il vero motivo per cui ci si azzuffa, ci si divide e si paralizzano i governi del Paese e delle città, sono legati alle poltrone, agli assetti a geometria variabile, alle spartizioni dei centri di potere. In questa tanto agognata “seconda Repubblica” la politica ha perso quello scheletro di dignità che le rimaneva, ancora, nella prima.

Prendiamo le faccende della nostra città: da semplice cittadino, avrei sicuramente compreso, accettato e metabolizzato una frattura nella maggioranza sui problemi veri della città, sulle sue urgenze e sulle sue emergenze, sui contenuti del programma elettorale, sulla visione del futuro, sulle scelte strategiche dell’Amministrazione (urbanistica, Centro Eventi Multifunzionali, progetto PISU, area Acetati, mobilità, ecc.).

E invece no: si litiga, si creano dannose paralisi amministrative e ci si dimette perché i conti sulle poltrone non tornano, perché la paventata riduzione degli Assessori dovrebbe accontentare tutti e scontentare nessuno, perché non è giusto fare figli e figliastri. Ma quali sono veramente gl’impellenti bisogni e le drammatiche urgenze imprescindibili e inderogabili della città, le poltrone dei nostri Assessori o la perdita dei posti di lavoro?

La riduzione della giunta o la necessità di non paralizzare l’azione di governo cercando di fare quanto più è possibile per non peggiorare l’attuale complicata situazione? La squallida mediazione equilibrista che si tiene tra i partiti o l’ascolto umile ed attivo dei cittadini, finalizzato a meglio calibrare, con la dovuta lungimiranza socio-politica che manca, le scelte amministrative che incideranno pesantemente sul futuro della città?

Alla luce di ciò, ci si può ancora lamentare della crescente disaffezione dei cittadini alla vita politica del Paese e delle città? E quest’ultima, non è forse del tutto comprensibile? Ma dove sono finiti i sogni, gli ideali, le visioni, le prospettive, gli orizzonti, i miraggi, le speranze, le idee, la civica passione, i programmi e i contenuti?

E dove sono finiti i partiti, e le persone “che facevano i partiti”? E dov’è finita la politica, quella vera, di quando eravamo bambini, ancora, con le sue le piazze piene, e il vento a portare con forza i sogni di qualche maestro oramai andato? Ecco perché penso che, nel traumatico passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, la politica abbia smarrito dignità e senso del pudore. Oggi non si semina più, e ciò che ci stiamo giocando è il raccolto del nostro domani.

Felice Iracà
(Capogruppo “cittadiniconVoi”)



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