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Veneto Banca e l'abbassamento del rating

La settimana scorsa si è diffusa, sui media nazionali, la notizia di un taglio al rating di Veneto Banca, da parte di Standard & Poor's, sulla questione è seguito un comunicato dell'Istituto di Credito.

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Veneto Banca e l'abbassamento del rating
L'Ansa riportava:
MStandard & Poor's taglia ulteriormente il rating di Veneto Banca nella categoria 'spazzatura' (da 'B+' a 'B'), conferma l'outlook negativo e declassa a 'D', ovvero a livello default (fallimento), il rating su un'emissione obbligazionaria da 200 milioni di euro a causa del mancato pagamento dei dividendi alla data di scadenza. Secondo l'agenzia il business e il profilo finanziario di Veneto banca di recente si è deteriorato ulteriormente. Inoltre, l'istituto ha registrato nel periodo deflussi di finanziamento, una redditività debole e una riduzione della leva finanziaria.
"L'outlook negativo - spiega S&P's - riflette principalmente la nostra visione sui rischi legati al completamento delle misure per il rafforzamento del capitale dei prossimi 12 mesi".


Successivamente Veneto Banca precisava quanto segue:
In riferimento a quanto pubblicato da Standard & Poor’s nel Rating Direct diramato ieri e ripreso poi in maniera non precisa oggi da alcuni organi di stampa, Veneto Banca chiarisce che lo strumento finanziario oggetto del declassamento da “CCC-” a “D” è un Additional Tier 1 (AT1) di tipo “preference shares” (titoli subordinati facenti parte del capitale Tier 1 e quindi assimilabili in termini di rischiosità al capitale stesso).

La decisione del declassamento di questo specifico strumento finanziario da parte dell’agenzia di rating è l’automatica conseguenza tecnica del mancato pagamento della cedola su questo strumento finanziario lo scorso dicembre 2015 (mancato pagamento comunicato ai sottoscrittori in data 4 dicembre 2015). Si ricorda che tali strumenti finanziari prevedono espressamente casi per l’emittente di non procedere al pagamento della cedola, in particolare in presenza di indici patrimoniali al di sotto dei criteri stabiliti dalle Autorità di Vigilanza. I titoli AT1 in oggetto (circa 137 milioni di euro) sono sottoscrivibili unicamente da investitori istituzionali qualificati e quindi la clientela retail titolare di prestiti obbligazionari emessi dall’Istituto non è in alcun modo interessata da tale decisione.



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