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"Il Punto" di Marco Zacchera n°475

Riportiamo dal sito di Marco Zacchera l'ultimo numero della newsletter "Il Punto", argomenti trattati: Riforma Farsa – Da Totti a Toti – Italiani all'estero dimenticati – Ruby Ter – No al gioco d'azzardo – Sanità nel Vco - La barzelletta.

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"Il Punto" di Marco Zacchera n°475
I TRUCCHI DELLA RIFORMA ELETTORALE

La scorsa settimana stavo per scrivere di Matteo Renzi sostenendo che parlava bene ma non combinava nulla quando nel week-end c’è stato l’improvviso incontro con Berlusconi e l’avvio della riforma elettorale. Da una parte apprezzo il passo e il coraggio del sindaco di Firenze per uscire dagli schemi e soprattutto il suo decisionismo, ma dall’altra trovo molto grave che la gran parte dei commentatori politici non sottolineino come dietro all’accordo elettorale Renzi-Cavaliere ci sia puzza di bruciato con i due che si sono semplicemente spartiti il potere auto-garantendosi a vicenda.
La scelta del nuovo sistema elettorale, infatti, è il classico Cavallo di Troia per non cambiare nulla e lasciare il paese in mano ai leader dei principali partiti, ovvero proprio a loro due.
Premesso che non esiste un sistema elettorale perfetto, se si deve però partire dalla sentenza della Corte Costituzionale (che lamentava l’eccessivo premio di maggioranza e l’impossibilità di esprimere per i cittadini le preferenze su chi inviare in Parlamento) diciamoci la verità, ovvero che QUESTA RIFORMA E’ UNA BUFALA.
Alcuni aspetti della proposta possono anche essere giusti (ad esempio togliere la possibilità ad un candidato di esserlo ovunque) ma resta troppo alto il premio di maggioranza, un aspetto che la Corte aveva bocciato e invece chi prenderà il 35% dei voti conquisterà il 53-55% dei seggi.
Ricordate? La volta scorsa Bersani si prese tutto il “premio” con il 29% eleggendo circa 140 deputati “senza voti” e quindi il correttivo di salire al 35% è davvero modesto, ma soprattutto scatterà comunque anche con il ballottaggio che – fermi voti ed alleanze del primo turno – stabilirà solo lo schieramento vincitore.
Ma il vero punto critico è la mancanze del voto di preferenza. SE IN OGNI COLLEGIO SI ELEGGERA’ UN SOLO CANDIDATO DEI 4-6 INDICATI (perché questa è la verità, un partito dovrebbe superare ben oltre il 50% dei voti per averne un secondo) E OVVIO CHE SARA’ ELETTO SEMPRE E SOLTANTO IL PRIMO DELLA “MINI-LISTA” del collegio e MAI il secondo, il terzo o il quarto candidato.
QUINDI CHI DECIDE IL NOME DEL CAPOLISTA CONTROLLERA’ DI FATTO TUTTI GLI ELETTI. In altre parole: nel PD deciderà Renzi chi mettere a capo dei collegi e in FI Berlusconi, che potrà così continuare a scegliersi (non avendo neppure una opposizione interna) tutti i suoi protetti piazzandoli ovviamente al numero uno di ogni collegio.
La vera riforma sarebbe stata allora che tra i 4-6 candidati del proprio collegio i cittadini potessero sceglierne uno con la preferenza affinché emergesse veramente il migliore o comunque il più gradito, non quello imposto dall’alto in cima alla lista!
POSSIBILE CHE COSI’ POCHI SI SIANO ACCORTI DEL TRUCCO?
Tra l’altro se Renzi per lo meno ha vinto le primarie del PD, Berlusconi si è invece auto-nominato, ha qualche condanna nell’armadio eppure deciderà più o meno il nome di circa 200 deputati.
Quelle più prese in giro – se la bozza di legge non cambia – dovrebbero peraltro sentirsi le donne: che significa che “saranno la metà dei candidati”? Se i capolista saranno ipoteticamente tutti maschi e le donne saranno messe al 2°, 3° o 4° posto delle “miniliste” potremmo avere anche 3/4 di candidati donne, ma nessuna di loro sarà eletta!
Credo che la Corte Costituzionale boccerà un’altra volta un impianto simile della legge perché è in palese contrasto con le sue stesse richieste, ma mi auguro che queste evidenti assurdità vengano cambiate durante il dibattito parlamentare.

TOTI CHI?
Ero rimasto a Totti e Toti giocatori di calcio, sembra ora che un Toti salirà anche ai vertici di Forza Italia. Il Toti della berlusconiana Rete4 sarà anche belloccio e telegenico, ma sceglierlo così è – come sempre – segno della grande debolezza di Berlusconi che non accetta il metodo che un leader deve essere conosciuto e voluto dal basso e non imposto dall’alto. Non si diventa capo (meglio: vice-capo!) di un partito per nomina regia ma conquistando gli elettori, guardano in faccia le persone, ascoltando i loro problemi, facendo la “gavetta”, imparando a lottare all’opposizione e crescendo poi man mano altrimenti – ancora una volta – il Toti di turno si godrà le luci della ribalta per un po’ e poi sparirà perché è senza radici e verrà pugnalato da altri aspiranti leader (o “leaderesse-pitonesse”) sempre in agguato.

ITALIANI ALL’ESTERO
La riforma elettorale di Renzi e Berlusconi non si pone nemmeno più il problema dell’elezione di deputati all’estero (semplicemente ignorati) il che – fino a prova contraria – sarebbe ancora oggi un dettato costituzionale. L’omissione-gaffe è la prova di quanto poco i politici italiani considerano il mondo dei milioni di italiani all’estero ed ovviamente non considerino minimamente l’importanza potenziale della loro esistenza.
D'altronde una legge finanziaria che taglia ancora una volta i fondi a un Ministero degli Esteri che percentualmente ha già il più basso indice di spesa dell’Unione Europea lo conferma. Spendiamo meno in percentuale e somma assoluta della Gran Bretagna, della Germania, della Francia, della Spagna, i Comites non vengono più rinnovati da anni… Non si investe all’estero perché non ci si crede, non si sa, non ci si pensa. Eppure quei milioni di italiani rappresentano una Nazione non solo per nuovi od antichi legami con la propria terra ma per la cultura, la lingua, l’economia: una grande risorsa umana disprezzata e dimenticata.
Dalle trasmissioni RAI per l’estero che sono troppo spesso un’accozzaglia di stupidate (oltre ai TG debitamente centrati su Rai 3 e su trasmissioni di chiara parte politica, presentatori e presentatrici di sinistra comprese…) ai tagli per gli Istituti di cultura, le ambasciate, i consolati, i patronati, le scuole, la Dante Alighieri… Certo che qualche spreco ci poteva anche essere, ma da anni ormai si taglia e non si investe più nulla con il risultato di aver creato il deserto.

RUBY TER
Tornano Ruby e Berlusconi per la terza serie della telenovela “La Bella e il Cavaliere”, regia la Procura di Milano. Proprio nel giorno in cui l’angosciata ministro Cancellieri annunciava che in Italia giacciono 4,5 MILIONI di processi non conclusi o impantananti si sentiva davvero la mancanza di partire con questo nuovo, prurignoso show.
Mi sfuggono comunque due particolari. Se vengono inquisiti per presunta falsa testimonianza tutti i testi che furono pro-Berlusconi e perfino gli avvocati del “Ruby 2” come mai non vengono allora denunciati anche tutti i testimoni delle difese nei processi in cui l’imputato viene comunque condannato, testi ai quali per vari motivi i giudici evidentemente non hanno creduto? E come mai a decidere sul “Ruby Ter” saranno gli stessi giudici di Milano che hanno già condannato gli imputati per il “Ruby 2”? Ma - almeno in questo caso - a giudicare non dovrebbe essere una corte territorialmente diversa da Milano? Altro che legittima suspicione, il risultato è garantito!

VERBANIA: NO AL GIOCO D’AZZARDO
Segnalo le numerose iniziative previste in città questa settimana per denunciare il fenomeno del gioco d’azzardo che sta portando alla rovina troppi cittadini. Un’ iniziativa partita dal Comune e con l’adesione di numerosi gruppi ed associazioni. Sentiamoci tutti impegnati a combattere questa piaga sociale che solo un governo inetto non riesce a cogliere nella sua pericolosità, ma anzi sembra voler favorire gli intrallazzatori e la malavita che sta dietro a questa realtà.

SANITA NEL VCO
Ancora una volta mi prenderò gli insulti per ricordare quanta ipocrisia ci sia dietro al “Punto Nascite” di Domodossola che il TAR del Piemonte ha confermato si debba chiudere per l’esiguità dei parti effettuati e per la mancanza di sicurezza.
Credo che con un po’ di serenità si dovrebbe comprendere che la vera emergenza socio-sanitaria del nostro territorio non è decidere di far nascere i bambini in un solo punto della provincia (sottolineando l’importanza di avere comunque una veloce e sicura possibilità di trasferimento in ambulanza medicalizzata per ogni tipo di urgenza) ma l’assistenza di post degenza per chi lascia l’ospedale ed un adeguato numero di posti letto per anziani che non possono più vivere da soli.
In una realtà provinciale dove la popolazione invecchia in maniera preoccupante e dove infiniti sono i casi di famiglie composte da una sola persona (e quindi senza possibilità di auto-assistenza) è assurdo non concentrare le (poche) risorse economiche per salvare letti e centri di assistenza disseminati sul territorio – soprattutto quello montano – cercando di tenere il più vicino possibile alla propria realtà territoriale chi ha bisogno di cure “leggere”.
Se qualcuno leggesse oggi quello che scrivevo su IL PUNTO 10 anni fa sostenendo invano come fosse indispensabile l’ Ospedale unico – che oggi si ammette avrebbe razionalizzato la spesa ed elevato moltissimo la qualità della nostra sanità - capirebbe che non è il tifo territoriale o il campanilismo a portarmi a sostenere queste cose, ma il mio solito vizio di vedere e immaginare le situazioni un po’ più in avanti negli anni e – magari – fuori proprio dalle logiche di campanile.

LA PIU’ BELLA DELLA SETTIMANA
“Basta con la vecchia politica, noi sì che siamo il nuovo! Noi sì che siamo per il lavoro!” merita l’applauso per la più bella barzelletta della settimana l’ on. Marco Rizzo - quello simpatico e dalla crapa pelata ben noto alle cronache - che è stato intervistato con alle spalle il fiammante (e ovviamente rosso) simbolo del suo nuovo partito: falce e martello con il logo “P.C. – Partito Comunista”
Di ritorno dalla Corea del Nord l’on.le Marco Rizzo ha infatti fondato questa “nuova” forza politica di cui si sentiva una grande mancanza. Quindi:“Avanti popolo, alla riscossa…” …Auguri!



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