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Partigiano ritrova la sua salvatrice dopo 70 anni

Nel 1944 l'uomo, di Gravellona Toce, rimase ferito in un rastrellamento e fu nascosto in un casolare. Lei si prese cura di lui, portandogli il cibo.

Fuori Provincia
Partigiano ritrova la sua salvatrice dopo 70 anni
Rivedere, dopo 69 anni, la persona che vi ha salvato. Lui è Gino Bavagnoli, classe ’24, originario di Gravellona Toce, partigiano rimasto ferito nel ’45 a Coriano (Villa Minozzo), ora residente a Milano.

Lei, la sua salvatrice, è Dina Reglioni, classe ’30, originaria di Coriano e proprietaria del bar trattoria Dina, nel centro di Villa. L’architetto Federico Venturi, cliente di Dina, sente la storia di Gino e si impegna alla sua ricerca. Finchè una quindicina di giorni fa annuncia a Dina di averlo trovato. E subito Dina lo contatta.

«L’ho invitato qua a pranzo – racconta Dina –. Come l’ho visto, mi sono messa a piangere. Mi ha fatto ricordare i miei genitori. È venuto con la moglie Rita Rossi e due dei loro tre figli. Gli ho cucinato le mie specialità. Sono rimasti molto contenti». «Sono venuto a trovare la mia salvatrice – sottolinea l’ex partigiano –. È anche merito suo se sono vivo. Tutta la mia famiglia ci teneva molto. È stato molto emozionante. C’erano anche molti giovani interessati alla nostra storia».

All’epoca Dina era una ragazzina di poco più di 14 anni. «L’avevano trovato i miei fratelli e mio papà – racconta lei –, era stato ferito al femore con una pallottola, non riusciva a camminare. Dopo averlo portato giù al paese con una scala, l’avevano nascosto nella baracca di Maria Stefani, detta la ‘Berula’. Gli ho portato da mangiare tutto il tempo che è rimasto lì». «Gli abitanti del posto, un po’ perplessi e impauriti – aggiunge Gino –, mi hanno tenuto nascosto una trentina di giorni e mi portavano da mangiare, come Dina. A volte sentivo le voci dei tedeschi lì vicino, sono stato fortunato a non essere scoperto».


L'articolo completo su: ilrestodelcarlino.it
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1 commento  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di Orietta storia
Orietta
28 Aprile 2014 - 23:33
 
L'articolo mi emoziona...ho perso uno zio poco più che adolescente sulle ns montagne...se anche lui avesse incontrato della gente disposta ad aiutare....



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