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Riparte il Terziario nel VCO

Indagine del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord tra le imprese associate a Confcommercio Alto Piemonte. Afflusso dei clienti inferiore alle aspettative, delude il sistema bancario, timida la fiducia nel futuro.

Verbania
Riparte il Terziario nel VCO
Riparte il Terziario del Verbano Cusio Ossola, dimostrando coraggio e determinazione.
Il 91% delle imprese del commercio, turismo e servizi ha infatti riaperto dopo il lockdown.
E’ questo il primo dato, significativo, che emerge dall’indagine condotta, in questi giorni, dal Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord, promossa dall’Ente Bilaterale Terziario Novara e VCO e da Confcommercio Alto Piemonte.

Realizzata da EconLab Research Network, l’indagine è stata sottoposta a un campione rappresentativo di imprese associate a Confcommercio Alto Piemonte e che operano nel VCO. “L’obiettivo era quello di conoscere come le nostre imprese stanno affrontando la sfida della riapertura nella cosiddetta Fase 2, com’è cambiato il comportamento dei consumatori, quali sono le aspettative per il futuro -spiega Massimo Sartoretti, presidente di Ascom VCO e vicepresidente di Confcommercio Alto Piemonte-. La volontà di ripartenza, pur scontrandosi con obiettive difficoltà, esalta la resilienza del mondo delle piccole imprese, supportate dai servizi e dall’assistenza del nostro sistema associativo, che è stato evidentemente apprezzato”.

Tornando ai risultati, l’afflusso dei clienti nelle prime settimane è stato in linea con le aspettative per il 19% del campione; il 38% si attendeva invece un flusso minore e il restante 43% un flusso maggiore. Il protocollo di sicurezza anti Covid-18 ha limitato le opportunità di vendita, inducendo a un numero di acquisti inferiore al normale. In particolare, il 77% degli imprenditori nel VCO rileva una chiara diminuzione della spesa media di acquisto. I clienti non sembrano mancare, ma spendono meno di prima. Quanto agli strumenti cui l’azienda ha fatto ricorso per affrontare la carenza di liquidità, il sistema si rivela fortemente dipendente dal finanziamento bancario, specie se garantito dallo Stato al quale ha fatto ricorso il 50% delle aziende intervistate.
Ampio è stato il ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti (il 41% delle imprese terziarie), mentre una azienda su quattro prevede una riduzione del personale. Solo il 24% ha elaborato strategie di comunicazione social, mentre il 28% non ha adottato al momento alcuna nuova strategia di vendita e di comunicazione. Infine, le imprese sono mediamente soddisfatte del supporto offerto dall’Associazione, mentre al contrario sono deluse dal rapporto con i fornitori, che non sono stati particolarmente disponibili nell’incontrare i bisogni dei dettaglianti, e con il sistema bancario ritenuto troppo rigido e poco disponibile nei confronti dell’impresa terziaria.

“Se il sistema è ripartito, la fiducia su una ripresa robusta resta debole -dice Massimo Sartoretti-. Confcommercio si è impegnata in questi mesi per offrire assistenza anche in termini di sviluppo, di digitalizzazione, di adeguamento alle attese del nuovo consumatore. Da qui l'impegno nostro anche nel creare consapevolezza, coesione, partecipazione e sviluppo comune. Insieme si vince o si perde”.

"Come Ente Bilaterale del Terziario NO-VCO -aggiunge Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale Terziario Novara e VCO- stiamo predisponendo alcuni interventi di carattere economico per venire incontro alle difficoltà delle aziende e dei lavoratori, per i primi attraverso un contributo sulle spese effettuate per l'acquisto dei prodotti di prevenzione e sanificazione introdotti dalle norme relative al COVID-19, ed erogando invece un contributo per le maestranze a integrazione della retribuzione non percepita. Verrà inoltre costituito il Comitato Territoriale per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro delle aziende del settore Terziario Distribuzione e Servizi, come previsto dall'accordo nazionale sottoscritto tra Confcommercio Imprese per l'Italia e Filcams, Fisascat e UILTuCS il 18 maggio scorso a Roma”.



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